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Raffaele Quida. Continuum – Processo d’interazione tra spazio ambientale e pubblico
mercoledì 13 Settembre 2017 - sabato 23 Settembre 2017
sede: Ex Fornace (Milano);
cura: Alessia Locatelli.
La quarta ed ultima tappa del progetto “Continuum” dell’artista leccese Raffaele Quida è conclusiva di un percorso che dal 2016 è approdato nelle principali città pugliesi e che ha come focus d’indagine il Corpo.
Come l’artista racconta: “Il Corpo, dal momento del concepimento-nascita, ai coinvolgimenti relazionali e sociali. Questa indagine viene attivata attraverso l’immissione di oggetti industriali nel ritmo urbano, a diretto contatto con la collettività e con gli spazi in cui essa quotidianamente vive, con le sue abitudini e le sue necessità”.
Una ricerca sull’esistenza, attraverso la lettura delle relazioni con lo spazio pubblico e sociale. La mostra milanese sintetizza tutto il progetto Continuum e si struttura posizionando negli spazi della Ex Fornace (piano terra e piano2) le fotografie scattate nelle precedenti esposizioni e degli elementi “totemici” che hanno caratterizzato l’installazione urbana di Lecce a cura di Lorenzo Madaro e quella nella città di Bari a cura di Antonella Marino. Ci sarà inoltre la proiezione del video ripreso durante la performance della terza tappa di Taranto a cura di Michela Casavola.
Al piano secondo la mostra proseguirà con una installazione di carte fotosensibili in grandi dimensioni, collocate nei mesi di Luglio ed Agosto in un’altra location, e poi a Settembre, ri-posizionate per interagire con la luce milanese alle finestre che affacciano sul naviglio pavese. La luce interverrà tracciando le sagome di entrambe le geometrie architettoniche sulle carte in una interazione di luoghi geograficamente distanti, ma uniti in un ponte di luce concettuale.
Lo spazio pubblico della Ex Fornace si colloca coerentemente con l’idea di ridefinizione degli spazi urbani già attuata nelle precedenti esposizioni, in un tentativo d’indagine che dovrebbe indurre il fruitore ad una rielaborazione attraverso una serie di operazioni – fisiche e simboliche – che esprimono da un lato la crisi di disadattamento ambientale e dall’altro la rottura di equilibri precostituiti. La ridefinizione delle geografie cittadine e degli spazi pubblici entra così in una relazione profonda con la riflessione sul ciclo della vita: l’individuo nel suo periodo vitale, che non cessa con la morte, bensì rientra in un ciclo, in un Continuum appunto spazio-temporale, in cui la polvere (la mostre intesa come fine) non è altro che l’elemento costitutivo di nuove realtà tangibili.