
Improvvisazioni in un turbine trascendentale condensato sulla tela.
Pennellate materiche e avvolgenti, come emozioni filtrate in sinfonie di colore.
E’ il jazz painting di Alessandro Bazan, in mostra al Palazzo della Penna di Perugia (1-31 luglio 2005)
.
Dalla città umbra a Pescara, con Rosso Jazz di Francesco Toraldo, per una sonorità pittorica in chiave jazzistica.
La libertà espressiva del jazz in stratificazioni di forme, in spazialità armoniche e accordi sospesi tra note e segni.
Trasposizione del suono nella visione statica di una pittura viva, pronta a pulsare e scandire, battuta dopo battuta, il feeling magnetico tra artista e spettatore nell’indissolubile musicalità dell’anima.
In Toraldo, il suono si frantuma nella gestualità di segni che cedono all’astrazione, note ribattute nell’esplosione di un rosso smorzato nel fiato di Charlie Parker, cromie pastose quanto dinamiche, in movimenti nervosi quasi al di fuori del quadro.
Bazan, fissa sulla tela, nel respiro delle vibrazioni, musicisti dai tratti veloci, mani in primo piano, espressioni d’artista dall’aria consumata, sensazioni fluide come fumo nei pub, figure prive di spazialità.
Jazz come stati d’animo da accarezzare nella non – forma del suono, in una danza cromatica dove la timbrica dà volto all’inquietudine, alla passione e alle linee curve di assoli che vibrano verso spazi lontani.
Un percorso artistico nei territori inesplorati della suggestione visiva, alimentata dalla percezione sensoriale della musica.
Bazan con trenta quadri e un’installazione di disegni, c’introduce per mano nell’atmosfera del panorama jazzistico, una dimensione figurativa intensa per un trasporto dell’essere, nell’informale della musica.
La tela diviene, così, il fondale del nostro inconscio e l’inafferrabilità dell’emozioni si arrestano nei tratti, nei disegni e nei colori dell’invisibile per il non – luogo e il non tempo della musica.