Amsterdam seduce nel segno dell’Arte

Amsterdam_Seduce_Nel_Segno_Dell_Arte_02Amsterdam, dipinto en plain air di una città sull’acqua ammalia con il canto dell’arte in un luogo dove tutto è cultura.
Libertà di parola, religione e filosofia scorrono nella fluidità di una concezione, che da sempre coniuga lo spirito della tolleranza alla storia multiculturale della città.
Dinamica e moderna, traccia il suo percorso socio – economico con estrema elasticità progettuale, sviluppando, in una soluzione di continuità, le tematiche chiavi del suo enorme potenziale storico, artistico e culturale.
Cellule, risaldate da accurati rimandi e striature quali, tessuto di una città straordinariamente vitale e ordinariamente innovativa, proprio grazie alla sua predisposizione verso ogni apertura mentale.
Da questa fusione nasce una poetica dell’arte che si respira nei musei, nei teatri, nelle piazze, nelle vie e perfino nei pub.
Contaminazioni di una cultura in grado di cogliere la grande libertà del linguaggio tradizionale e le sperimentazioni più audaci e ardite.
Tutto, nella formalità di un controllo strutturale trasparente e leggero.
L’architettura elegante, raffinata e attenta al dettaglio racconta la città, i cornicioni decorati e i frontoni triangolari delle facciate, caratterizzano i suoi quartieri.
Riflessi di una teatralità artistica perfettamente omogenea che fa da sfondo alla zona dei musei, dove sono riuniti, il Rijksmuseum, lo Stedelijk Museum (oggi in restauro e trasferito alla Central Station), il Van Gogh Museum e il Concertgebouw.
Vermeer, Steen, Huysum, Rembrandt, s’incontrano nell’ovattata atmosfera del Rijksmuseum e subito le suggestioni dei chiaro – scuri risvegliano il senso dell’arte nella profonda matrice olandese.
Sospesi nel paesaggio ci ritroviamo nel Stedelijk Museum, il cuore dell’arte contemporanea.
Dissonanze e contrasti solo in apparenza, perché tutto converge nell’assoluto e sprofonda nell’astrazione dell’inconscio, per poi ritrovarsi nel Van Gogh Museum.
Idiosincrasie di un’artista la cui percezione fin troppo acuta, dilaga nella visionaria follia, espressa da morbide pennellate, dai gialli, dai verdi e dai bruni di una natura che nasce e muore nella forza del suo pennello.
Sonorità calde e variazioni di tema ci spingono verso il Concertgebouw, la casa della musica.
Attraverso le note di un concerto una profusione di suoni e colori segnano l’alba del futuro e il tramonto di un passato proteso nel presente, pulviscolo sonoro che si disperde sulla città come una leggera pioggia di emozioni.

Antonella Iozzo