Animal Cinema di Emilio Vavarella: la sinfonia del non-umano in un’odissea visiva nel regno animale

di Giorgia Mocci.

Emilio Vavarella è un artista che con le sue opere è stato in grado di collegare tra loro arte, scienza e natura. Sfruttando l’imprevedibilità del caos, è riuscito a creare un’opera d’arte dove spontaneità e comportamenti non controllati si fondono in un unico intreccio.

Nato da una riflessione approfondita sull’esperienza audiovisiva non antropocentrica, Animal Cinema (2017) è un cortometraggio costituito dal montaggio di filmati in cui i veri registi sono gli animali. Questi ultimi hanno “utilizzato” in modo inconsapevole delle telecamere GoPro lasciate sparse nella natura e hanno creato dei contenuti visivi che mostrano paesaggi differenti: ambienti subacquei, spiagge, foreste, montagne, contesti urbani e cieli. Per la maggior parte, si tratta di registrazioni video finite su YouTube con indirizzi differenti e poco visualizzate. Il merito dell’artista in questa circostanza è stato quello di montarli insieme realizzando un lavoro di ricerca, affinamento e conclusione finale durato cinque anni.

La continuità del montaggio cela le interruzioni e gli assemblaggi effettuati dall’uomo, mettendo in evidenza un flusso quasi del tutto naturale. In queste immagini l’umano non è al centro di ciò che si vuole raccontare e come tale viene proposto un punto di vista alternativo. L’artista esplora a fondo il concetto di “immagini non pensate” create da altri esseri viventi che operano al di fuori delle convenzioni umane. Animal Cinema riprende le idee del filosofo francese Gilles Deleuze, traendo spunto dal legame che questi viene a creare tra cinema e pensiero; Vavarella riprende soprattutto le definizione di “immagine-movimento” e di “immagine-tempo”, le quali considerano il movimento come se fosse un fenomeno indivisibile e avente un legame con i concetti di tempo e percezione.

Il contributo maggiore del filosofo Gilles Deleuze e dello psicanalista Félix Guattari risiede soprattutto nell’idea che l’arte può nascere dall’animalità, distaccandosi completamente dalla visione tradizionale per cui è sempre il soggetto umano a essere al centro della creazione artistica. Un altro punto di riferimento importante per l’esecuzione dell’opera video è senz’altro il teorico e storico dei media tedesco Bernhard Siegert, che sottolinea l’importanza delle tecniche culturali nella distinzione tra uomini e animali affermando come le nuove tecnologie possano attenuare questi confini.

Animal Cinema è per l’artista italiano una ricerca su forme creative non antropocentriche e sulle relazione che si crea tra elementi sensoriali, intellettivi ed emotivi che queste forme sono in grado di evocare. Il risultato finale è un ribaltamento di ogni certezza narrativa simbolica del cinema. Al centro della scena non vi sono più degli animali umanizzati e parlanti bensì il loro modo di vedere con una videocamera tra le zampe, le chele e non solo. Siamo di fronte ad una realtà diversa, “altra”, che viene descritta attraverso lo sguardo di grizzly, granchi, cani, scimmie. Ci troviamo davanti ad una situazione in cui i media perdono il loro ruolo centrale per entrare a far parte di una vera e propria ecologia della comunicazione, laddove biologia e tecnologia fanno parte di uno stesso sistema.

Lo spettatore non assiste a dialoghi o narrazioni di tipo tradizionale bensì a un’esperienza visiva e sensoriale che stimola riflessioni sulla percezione non umana. Si vuole in qualche modo invitare gli spettatori a esperire il mondo attraverso lo sguardo degli animali considerando il loro agire in modo inconsapevole come una vera e propria forma di “pensiero non umano”. Si vuole in qualche modo dimostrare come, consegnando degli strumenti media agli animali, questi ultimi siano in grado di prendere l’iniziativa in modo autonomo senza che vi siano interventi diretti. Si vuole anche sottolineare come vi sia una interconnessione tra estetica e tecnologia, con una riflessione profonda sul ruolo che la tecnologia può avere nell’alterazione della realtà, mettendo in evidenza chiaramente come le macchine possano essere in grado di realizzare dei contenuti in cui non vi sia alcun intervento umano.

Vavarella presenta una visione non convenzionale del mondo in cui l’interazione tra umano, animale e tecnologia è in grado di creare una percezione ampliata. L’arte diviene una sorta di spazio in cui è possibile esplorare delle nuove modalità di essere e sentire, dove il confine tra umano e non umano sembra dissolversi quasi del tutto.

Osserviamo, per esempio, il comportamento dei grizzly. Con la loro forza e imponenza, gli orsi sono i co-creatori inconsapevoli di immagini e di riprese che descrivono il loro punto di vista e catturano il mondo attraverso i loro movimenti quotidiani: esplorazioni, passeggiate, interazioni con l’ambiente circostante. Le inquadrature sono disordinate ma allo stesso tempo autentiche e riproducono le oscillazioni tipiche del loro camminare energico. Vi sono delle scene in cui i grizzly si avvicinano alle telecamere e registrano inconsapevolmente e con naturalezza gli attimi in cui mordono, annusano o giocano con le apparecchiature tecnologiche.

Altre scene molto suggestive ed emozionanti sono quelle riprese dal granchio, che è in grado di catturare delle immagini molto ravvicinate dell’ambiente in cui vive attraverso i movimenti laterali tipici del suo modo di camminare. Manipolando le telecamere con le sue chele è stato in grado di effettuare delle riprese ravvicinate di dettagli marini, come la sabbia. Molto interessanti sono anche le scene “montate” dai polpi che, con i loro tentacoli, hanno ripreso l’habitat marino circostante; scorci di cielo, terreno, alberi e vegetazione circostante sono osservabili da vicino grazie a stralci di video creati dal macaco che utilizza inconsapevolmente le GoPro. L’aquila è anche lei protagonista di alcune scene mostrando, con il dispiegamento delle proprie ali, ampi scorci di cielo azzurro e pezzi di montagne.

Grazie a queste riprese, Emilio Vavarella è stato in grado di portare l’occhio umano più vicino alla percezione animale della realtà; Animal Cinema apre una nuova frontiera dell’immagine, caratterizzata da casualità e imprevedibilità, trascendente la centralità e l’intenzione umana.
Giorgia Mocci

Riferimenti e contatti
Emilio Vavarella official website
Copyright
Tutte le immagini e i video © Emilio Vavarella