Il progetto Torino Social Impact Art Award – ideato da Artissima e Torino Social Impact e rivolto a talenti con una formazione nel mondo dell’arte contemporanea e background multiculturale e migratorio – annuncia i vincitori della seconda edizione del bando di residenza: Monia Ben Hamouda (Milano, 1991) e il collettivo MRZB.
Selezionati attraverso un bando che ha coinvolto le principali Accademie di Belle Arti pubbliche e private e Università italiane, i vincitori avranno l’opportunità di vivere in residenza a Torino per 20 giorni nel mese di luglio per lavorare alla creazione di una nuova opera video o fotografica, offrendo attraverso l’arte un contributo alla trasformazione della percezione sociale di temi particolarmente urgenti o di storie di vita considerate “lontane”.
Base della residenza sarà Combo, partner hospitality del progetto e format innovativo che unisce all’idea di accoglienza una programmazione artistica e culturale aperta alla sperimentazione.
I video o le fotografie prodotte nel periodo di residenza verranno presentati ad Artissima 2021 (5-7 novembre).
Gli artisti potranno avvalersi di un servizio di tutoring a cura di Matteo Mottin e Ramona Ponzini, fondatori dell’art project Treti Galaxie che, insieme ad Artissima e Torino Social Impact, accompagneranno i vincitori alla scoperta della città e delle sue espressioni culturali e sociali più significative. I talenti selezionati saranno guidati nel percorso di produzione dell’opera e potranno confrontarsi con i curatori del progetto e con la rete di Torino Social Impact attiva sul territorio, scoprendo il mondo dell’imprenditorialità e dell’innovazione sociale.
I due vincitori sono stati selezionati dal Comitato del “Torino Social Impact Art Award” composto da Ilaria Bonacossa, Direttrice di Artissima, Giovanna Melandri, Presidente del MAXXI e Presidente di Social Impact Agenda per l’Italia, Mario Calderini, docente al Politecnico di Milano e Portavoce di Torino Social Impact, Antonio Damasco, Direttore Rete Italiana di Cultura Popolare, Matteo Bergamini, direttore editoriale di Exibart, Matteo Mottin e Ramona Ponzini, fondatori dell’art project Treti Galaxie e tutor della seconda edizione del premio.
Il bando 2021, dal titolo Zoom In / Zoom Out evoca, da un lato il nostro vivere virtuale contemporaneo che ha costretto l’arte a essere fruita quasi esclusivamente da remoto, e dall’altro conduce a una riflessione sulla capacità di acquisire una visione nuova e inaspettata della società se la si osserva da molto vicino o da molto lontano. La specifica storia e formazione dei vincitori offrirà accesso a queste prospettive tanto diverse quanto preziose permettendo loro di raccontare in modo trasversale la società contemporanea di Torino in quanto emblematica di un Paese che si sta trasformando.
Il Torino Social Impact Art Award nasce dal desiderio di mettere in dialogo l’arte e l’innovazione sociale con l’obiettivo di attivare azioni tese a incidere sul presente e sulla società contemporanea. Partendo dalla convinzione che l’arte sia in grado di fornire strumenti e spazi fisici per interrogarsi sulle urgenze sociali della contemporaneità, il progetto mira a sperimentare il campo delle arti come catalizzatore dell’elaborazione di nuove risposte e di soluzioni strutturate. L’obiettivo è offrire la possibilità di accedere alla carriera artistica a giovani che provengono da contesti “altri” per ipotizzare forme di inserimento sociale nel mondo della cultura italiana e la diffusione di messaggi capaci di trasformare positivamente la percezione di ciò che può comunemente apparire come lontano, estraneo o diverso.
La prima edizione del progetto, caratterizzata dal lancio nel 2020 del bando “Quante Italie?”, è stata vinta da Caterina Erica Shanta (Germania, 1986) e Liryc Dela Cruz (Filippine, 1992), che hanno prodotto rispettivamente, nel corso della residenza a Torino, le opere Talking about visibility e Il Mio Filippino: Invisible Bodies, Neglected Movements.
La comune vocazione alla sperimentazione ha portato Artissima e Torino Social Impact a concepire il progetto con l’obiettivo di allargare il perimetro d’azione dell’innovazione sociale all’arte contemporanea. Focalizzandosi sullo spazio che il multiculturalismo ha nella società odierna, il premio vuole proporre nuove relazioni e aprire scenari inaspettati attraverso i linguaggi e lo sguardo degli artisti vincitori.
GLI ARTISTI VINCITORI
Monia Ben Hamouda vince il premio Torino Social Impact Art Award 2021 con Adhan to Dora, un progetto cinematografico che si snoda intorno a una narrazione performativa che ha come obiettivo quello di ritrarre le complessità e le contraddizioni del fenomeno dell’assimilazione culturale. Un film che contamina il presente attraverso le sue stesse origini, per evolversi e autodeterminarsi formulando una contro-narrazione che non nega ma esalta.
Sullo sfondo dei cantieri dei lavori di rinaturalizzazione del fiume Dora Riparia, un performer, cantante professionista, re-interpreterà, attraverso l’utilizzo della musicalità del canto devozionale Islamico con il suo inconfondibile stile canoro (enfatizzato da vocoder ed effetti sonori digitali ad hoc), il testo di Witch Witch dei Florence + the Machine: il performer cercherà di mantenere un equilibrio tra padronanza tecnica e lirismo sensibile, occidente e oriente, paganesimo e religione, sacro e profano. Il brano normalmente ha una durata di 4 minuti, ma così eseguito rallenterà e si allungherà fino a raggiungere 15 minuti, creando un effetto particolarmente suggestivo e straniante. Adhan to Dora vuole stimolare il confronto tra religione ed estetica pagana, comunicare, fondere i linguaggi e portare alla luce le contraddizioni che le “prime generazioni” devono affrontare per comprendersi e autodeterminarsi in una nuova identità.
Il collettivo MRZB (Andrea Parenti, Désirée Nakouzi De Monte, Filippo Tocchi, Pietro Cortona) vince il premio Torino Social Impact Art Award 2021 con il progetto Stili Drama XVIII-XXI. Del collettivo, parteciperà alla residenza Désirée Nakouzi De Monte (1994, IT-LB).
Il lavoro Stili Drama XVIII-XXI fa parte di un progetto in fieri caratterizzato da una produzione frammentaria ed episodica, orientato alla decostruzione di un’opera filmica e intorno alla compressione dell’idea di città contemporanea.
Il lavoro nasce dall’intento di approcciare il processo della produzione filmica e del linguaggio cinematografico in modo laterale, concentrandosi su aspetti ed elementi secondari per orientarne lo sviluppo in modo orizzontale, senza gerarchie interne.
Mentre il primo episodio Stili Drama XVIII-XXI ha visto lo sviluppo di uno studio fotografico e della sceneggiatura di quattro scene in interno centrali al corpo del progetto, ambientate in una realtà domestica caleidoscopica e allucinatoria, nel secondo episodio lavoreranno sui controcampi, ovvero sullo spazio esterno (fisicamente saranno i paesaggi del Lungo Stura), accumulo della marginalità e dello scarto e spazio di proliferazione del fantastico, del mostruoso, del deviante, dell’ibrido e del soprannaturale.
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