Artrust riparte in questo 2021 proponendo al pubblico la sua prima mostra interamente virtuale. “Composizioni. La linea, il colore, la forma.”, questo il titolo dell’esposizione, raccoglie le opere di alcuni grandi artisti della collezione Artrust, tra cui Valenti, Adami, Vasarely, Appel, Jorn, Lindstrom, Brignoni, Liner, Kadar, Sickboy, El Moot Moot e Bela de Kristo.
La mostra è visitabile all’indirizzo artrust.ch/composizioni.
Al centro dell’allestimento il concetto di composizione, uno dei grandi temi e motivi ricorrenti della storia dell’arte, inteso qui nella sua accezione più ampia: composizione figurativa, astratta, cromatica, ma anche spaziale, strutturale ed emotiva. Protagoniste della mostra le opere di alcuni grandi artisti presenti nella collezione Artrust.
La mostra offre allo spettatore uno sguardo molteplice sulle composizioni protagoniste del ‘900 e appartenenti alla nostra contemporaneità, in un gioco di sovrapposizioni e similitudini sensoriali ed estetiche. Nell’allestimento virtuale, infatti, le composizioni geometriche, visive e matematiche, di Italo Valenti e Victor Vasarely si alternano a quelle surrealiste, oniriche e psicologiche di Serge Brignoni, passando per quelle spontanee, emotive e liberate del Gruppo CoBrA per terminare con quelle strutturali della Street e Urban Art.
“Inauguriamo questa mostra in un periodo delicato, nel pieno di un secondo lockdown che la nostra società sta vivendo, quasi a un anno di distanza dall’inizio della pandemia – afferma Patrizia Cattaneo Moresi, Direttrice di Artrust -. Se fino ad oggi i tour virtuali erano stati per noi uno strumento per prolungare le nostre mostre oltre il loro limite temporale, in questo momento storico il “virtuale” diventa essenziale per portare al nostro pubblico le nostre proposte, anche con le porte della galleria forzatamente chiuse. Per questo motivo, lanciamo oggi questa mostra, che pur essendo realizzata e fruibile solo in modo virtuale, non è ambientata in uno spersonalizzato ambiente renderizzato, ma sempre all’interno dei nostri spazi. Spazi che i nostri visitatori e clienti abituali potranno dunque riconoscere, e nei quali potranno, anche se in modo diverso, sentirsi accolti.”