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Caorle Sea Festival – Il mare raccontato da 9 grandi murales

Caorle Sea Festival - Il mare raccontato da 9 grandi murales

12 street artist, 9 grandi murales e qualche gradita opera “fuori programma”. È questo il bilancio della prima edizione di Caorle Sea Festival, la kermesse di street art che dal 23 maggio al 5 giugno ha visto l’arte mettersi al servizio della riqualificazione urbana e della valorizzazione delle ricchezze paesaggistiche e naturalistiche della nota meta balneare del veneziano.

Alessandra Carloni, Alessio-B, Anna Conda, Any, Bolo, La Crémerie, Paolo Psiko, Shife, Tony Gallo e Zero Mentale hanno realizzato 9 grandi opere sul tema “Mare, pesca e tradizioni”.
A ospitare i colorati lavori sono superfici messe a disposizione da soggetti pubblici e privati sul territorio caorlotto: la vedetta sede dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, tre palazzine di proprietà comunale in via del Rombo, la Palestra Alighieri vicina alla Casa della Musica, due Hotel (il Marzia e lo Stoccarda), il punto vendita di Alí Supermercati in via degli Aironi e una facciata del PalaExpoMar.

Ogni artista ha declinato il tema a seconda della propria sensibilità e verve creativa.
Alessandra Carloni con L’uomo del mare vuole omaggiare la dimensione portuale e caratteristica della cittadina. Un viaggiatore fanciullo è seduto su un enorme gabbiano, animale caratteristico dei litorali marini, come se questo fosse più che un uccello, una grande macchina da viaggio, con le tipiche peculiarità di un animale meccanico, dotato di bulloni e sulla testa un grande cappello ad elica. Il gabbiano poggia su un tipico tronco d’acqua, che in chiave surreale è contenuto in una grande barca di pescatori, dove all’interno si trovano tutta una serie di piccole case colorate, un chiaro riferimento alle abitazioni del centro storico caorlotto. In questa immagine metafisica e fiabesca, tipica del suo stile, l’artista vuole raccontare l’anima del mare e il culto della pesca e della vita da pescatori.
Per Alessio-B l’ispirazione per realizzare la sua Into the sea è arrivata riflettendo su una frase di Jim Morrison: “Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare”. La sua bambina-angelo sorride e, con fanciullesca innocenza, invita a credere nelle proprie capacità e a non limitarsi nel cercare di realizzare i propri sogni, consapevoli che per raggiungere i propri obiettivi non bisogna mai scoraggiarsi di fronte agli ostacoli. Impreziosisce l’opera la delicata tessitura di linee creata da Zero Mentale per enfatizzare questo importante messaggio: si tratta di sinapsi, che vogliono essere la rappresentazione “fisica” dei sogni della bimba che si diramano in tutte le direzioni, protendendosi verso il futuro.
Si chiama Lyre, invece, l’opera della francese Anna Conda all’Hotel Stoccarda, che vuole rappresentare quell’energia potente che dà vita e protegge tutti gli esseri umani, l’acqua come bene fondamentale che va rispettato e protetto alla stregua di un essere vivente. L’artista, ritraendo una donna che suona la lira, allude al suono dell’acqua, che ascoltata attentamente è una musica che ammorbidisce le nostre emozioni e ci pone in uno stato meditativo capace di purificare la nostra mente. Quest’opera è un invito ad ascoltare e interiorizzare la musica dell’acqua, un suono che ci connette alla sua energia vitale e che rigenera il nostro spirito.
Any, con The Fisherman ritrae un giovane pescatore che getta la sua rete in mare. Un gesto semplice e molto comune della tradizione marinara assume qui un alto valore simbolico: è un invito a voler agguantare il futuro, raccogliendo ogni giorno ciò che la vita ci dona rimanendo con i piedi per terra, ben ancorati alla realtà.
Metamorfosi, l’opera di Bolo, vuole invece farci riflettere sul profondo legame che esiste tra il mare e le sue creature. L’opera vuole rimarcare il legame di unione e profondo rispetto che dovrebbe esistere tra l’essere umano e il mondo naturale, rappresentando una fusione ironica e un po’ provocatoria delle due entità.
A la crew de La Crémerie è stata assegnata una delle grandissime facciate del PalaExpoMar. Una sfida che i tre artisti di Rennes, in Francia, hanno accolto con grande entusiasmo, interpretando con la dinamica caratteristica dei graffiti uno dei tanti scorci caratteristici del centro di Caorle con le sue case allegramente dipinte. È come se come una grande ondata (in francese Déferlante, come il titolo dell’opera) avesse spezzato le linee rette delle abitazioni locali trasformandole in onde astratte e colorate, restituendo un’immagine stravolta della classica visione urbana. La città è una tela, ogni casa è una vivace e sgargiante pennellata.
Per la sua opera sul punto vendita Alì Supermercati di via degli Aironi Paolo Psiko ha invece raffigurato Salacia, la dea dell’acqua salata per gli antichi romani, immersa in un mare pieno di plastica. Salacia era venerata non solo come dea del mare, sposa di Nettuno, ma anche come dea del sale, nell’antichità elemento particolarmente prezioso per la sopravvivenza e fondamentale per gli scambi commerciali. Era, inoltre, protettrice dei naviganti, sia pescatori che militari che la imploravano per la loro vita, come Stella Maris, astro lucente del mare. L’opera vuole porre la nostra attenzione sul tema dell’inquinamento del mare, dovuto anche alla presenza massiccia della plastica. L’artista ci invita a riflettere sulle nostre abitudini, convinto che se però agiremo “cum grano salis”, con maggiore intelligenza, potremmo provare a dare un futuro migliore alle prossime generazioni.Noto per la sua abilità nell’usare la tecnica del “glitching”, con cui scompone le immagini imitando gli errori di sistema tipici dell’elettronica, Psiko ha voluto sottolineare “l’errore di sistema” nella gestione delle risorse ambientali, tra cui l’acqua, dipingendo su una parte dell’opera la finestra “critical error” che compare quando un pc rileva un malfunzionamento. Il messaggio è chiaro: l’uomo non ha rispetto del Pianeta, questo sistema va riavviato con un nuovo codice etico.
L’opera di Tony Gallo, Ti insegnerò a nuotare, va ricondotta al mondo onirico e fiabesco in cui l’artista ama muoversi, un mondo di fantasia dove tutto può diventare reale, anche riempire una boccia d’acqua per il primo bagno di una papererella di gomma che si prepara a galleggiare in orizzonti più vasti.
Shife, infine, con la sua Respect our world all’Hotel Marzia, raffigura una sirena che nuota dal fondale marino verso la superficie dell’acqua sostenendo la lettera “C”, l’iniziale della città di Caorle. La accompagna uno degli animali domestici per eccellenza, un gatto, rivisitato in questo contesto come “gatto-sirena”. I colori scelti si ricollegano alle nuances della natura marina con una selezione precisa di scale cromatiche. La posa della sirena e il carattere utilizzato per la lettera-tributo vogliono, invece, riproporre lo stile liberty tanto caro all’autore. La sirena reca sulla spalla destra un tatuaggio con la scritta “Respect our world”: un messaggio che riporta l’attenzione al rispetto e alla conservazione, nonché alla tutela dell’ambiente. L’obiettivo dell’artista è mettere in evidenza come l’azione dell’uomo, se adeguata, sostenibile ed interconnessa con l’ambiente, possa portare ad un benessere generale.

Tra i “fuori programma” ci sono la Wonder Woman di Alessio-B, l’omaggio a Spiderman, Eva Kant e Diabolik di Zero Mentale; la ballerina, il tributo ai grandi del basket e il clarinettista di Any, e il bimbo nascosto dietro all’arcobaleno di Shife.

Caorle Sea Festival è stato curato dal gallerista Carlo Silvestrin della CD Studio d’Arte di Padova

Immagine in evidenza
di Anna Conda – ph credit Manuel Bressan