Science Art Visions

Daniela de Paulis – Mare Incognito / A Sign in Space

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Daniela de Paulis – Mare Incognito

“Mare Incognito” è un progetto interdisciplinare che esplora gli aspetti poetici e filosofici degli stati di coscienza transitori del sonno. Il progetto consiste in una performance dal vivo che rivela la graduale dissoluzione della coscienza e del processo di pensiero mentre ci si addormenta, passando alternativamente dalla prospettiva soggettiva a quella cosmica. Durante la performance, l’attività cerebrale del sonno viene trasmessa nello spazio in tempo reale, usando un’antenna radio dello Square Kilometre Array di Cambridge, Regno Unito. Il progetto è informato da vari campi di ricerca, tra cui la radioastronomia, le neuroscienze, la performance art, la cosmologia e la storia delle idee. “Mare Incognito” ha una struttura collaborativa che riunisce e stimola lo scambio intellettuale tra ricercatori di rinomate istituzioni internazionali. Il progetto esplora il momento durante il ciclo del sonno in cui la consapevolezza sembra dissolversi e durante il quale il sé si minimizza gradualmente, distaccandosi dalla narrazione continua della vita. La perdita di coscienza percepita durante il sonno è l’unico momento della vita quotidiana in cui il processo di pensiero e l’autoconsapevolezza si dissolvono gradualmente in un vuoto insondabile: un’esperienza plausibilmente simile al momento della morte. “Mare Incognito” riflette sul processo di morte come esperienza quotidiana nella vita umana. La performance collega concettualmente la dissoluzione e la morte simbolica del sé durante il sonno profondo, con l’oscurità, il freddo e il vuoto dello spazio esterno, esplorando come le distese incommensurabili dello spazio profondo possano risuonare poeticamente con il vuoto degli stati di coscienza minima. Il titolo dell’opera allude a un viaggio negli oscuri oceani dello spazio interiore ed esteriore. L’esperienza di addormentarsi coinvolge la mente e il corpo in una forma di dissoluzione che è sia spaventosa che liberatoria. Durante questi momenti, i pensieri si disintegrano, si sovrappongono, svaniscono in ricordi e associazioni tremolanti in una forma non sequenziale, mentre il corpo dissolve la consapevolezza della sua mappa spaziale e dei suoi confini spaziali, fondendosi in un continuum indefinito di spazio. Mentre ci si addormenta, le varie parti del corpo sembrano deformarsi nell’oscurità, mentre le luci della coscienza iniziano a svanire. La mente e il corpo entrano in uno spazio senza tempo e sconfinato in cui il sé biografico si arrende all’insondabile.
In “Mare Incognito”, la trasmissione radio nello spazio è intesa come una dissoluzione simbolica del sé in un ignoto più grande. Nel progetto, le onde radio forniscono un mezzo per trascendere l’identità fisica, rarefacendone sempre di più la materia e i confini mentre si inoltrano nel cosmo.
La mia esperienza della performance al Mullard Radio Astronomy Observatory è stata mistica. Con gli occhi chiusi, addormentandomi gradualmente, immersa nella natura selvaggia circostante, sdraiata sulla sedia reclinabile e con il corpo proiettato verso il cielo, potevo astrarre me stessa dal contesto della performance e delle riprese, arrendendomi allo stato di vulnerabilità in cui stavo gradualmente sprofondando mentre perdevo consapevolezza. Durante questi momenti di esposizione accresciuta all’ignoto, mentre la mia attività cerebrale veniva registrata e trasmessa nello spazio, potevo percepire il mio sé biografico perdere coerenza nella mia mente e dissiparsi nel cosmo sovrastante, con le onde radio che irradiavano i miei pensieri e si fondevano con una materia incommensurabile. Risvegliandomi dal sonno profondo, ho ripercorso l’esperienza della performance, sentendomi profondamente trasformata.
La performance è stata tacitamente supervisionata dal piccolo team del progetto, composto dai neuroscienziati Jarrod Gott, Tristan Bekinschtein, Alejandro Ezquerro-Nassar, dal cosmologo Fabian Schmidt, dall’artista video Mirjam Somers e dal fotografo Bas Czerwinski che hanno filmato l’evento. La natura selvaggia circostante sembrava parte degli spettatori, immobile in una sospensione surreale durante la fredda notte. Il film, girato interamente al tramonto e di notte, presenta le varie fasi del ciclo del sonno, tra cui il momento dell’addormentamento, il sonno profondo, la fase del sogno (sonno REM), per finire con i momenti che anticipano il risveglio, quando la consapevolezza è sulla soglia del sé. Questo è forse il segmento più evocativo del film, poiché la mia intenzione era quella di evidenziare il momento cruciale in cui il sé biografico sta per riemergere, dopo il completo torpore del sonno profondo e le perplessità della fase del sogno. Se il sonno profondo può essere simbolicamente associato alla morte, la fase di veglia può essere interpretata come un momento di sospensione, durante il quale il sé aleggia in uno spazio liminale e si ritrova a un cancello, come se esitasse a riconnettersi con la narrazione biografica del giorno precedente. Questa fase di transizione della coscienza è vibrante di possibilità. Che cosa succederebbe se un giorno mi svegliassi come una persona diversa? Che cosa succederebbe se durante questi momenti liminali, il mio sé biografico fosse incanalato in un’identità diversa o se semplicemente si fosse dissolto del tutto?

Per la descrizione completa dei collaboratori e dei partner tecnici, si prega di visitare il sito web del progetto: http://somnospace.diejungeakademie.de/

Daniela de Paulis, A Sign in Space (2019-ongoing)

Il 24 maggio 2023 un segnale radio extraterrestre simulato è stato trasmesso verso la Terra dal Trace Gas Orbiter (TGO), una sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in orbita attorno a Marte. Il segnale è stato ricevuto dal Green Bank Telescope (GBT), dall’Allen Telescope Array (ATA) e dall’Antenna Radio di Medicina. L’evento è una performance di “Cosmic Theatre”, all’interno del progetto interdisciplinare “A Sign in Space”. Trasmessa in live streaming dal Search for Extraterrestrial Intelligence (SETI) Institute, la performance è stata seguita da migliaia di spettatori in tempo reale.
Ho iniziato “A Sign in Space” alla fine del 2018 e ho sviluppato il progetto in collaborazione con i ricercatori del Green Bank Observatory (GBO), dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), del SETI Institute e dell’Agenzia Spaziale Europea nel corso di quattro anni. Ho inoltre riunito e diretto un gruppo di specialisti provenienti da vari campi e background culturali per la piena riuscita culturale, artistica e scientifica del progetto. Il titolo è preso in prestito dal racconto omonimo dello scrittore Italo Calvino, pubblicato nel suo libro “Cosmicomiche”. Nel romanzo, il primo essere vivente dell’intero universo, decide di tracciare un segno nella vastità del cosmo per affermare la propria esistenza. Dopo molte rotazioni delle galassie e molti milioni di anni, l’essere enigmatico scopre che nel frattempo altre forme di vita hanno iniziato a tracciare segni nel cosmo. Nel romanzo, Calvino sembra accennare alla ricerca di vita extraterrestre con sottile umorismo surreale.
“A Sign in Space” è un’opera visionaria che coinvolge professionisti di diversi settori e il pubblico più ampio nella fruizione partecipativa di un evento teatrale che si estende oltre la Terra, fino all’orbita di Marte. Il progetto presenta la ricezione di un messaggio extraterrestre simulato creato ad hoc, invitando il pubblico di tutto il mondo a decodificarlo e interpretarlo.
“A Sign in Space” mette in scena uno dei possibili scenari di ricezione di un segnale alieno. Nello scenario immaginato e implementato nel progetto, gli scienziati condividono i dati del segnale radio con il pubblico, permettendo a persone con diverse competenze ed esperienze di tentare di decodificare e interpretare il messaggio in esso contenuto. L’intento è di mettere in luce le complesse dinamiche e i limiti della comunicazione e della comprensione umana attraverso uno degli scenari più radicali, ovvero l’evento in cui l’umanità si cimenti nella ricerca di possibili significati di un messaggio elaborato da un’intelligenza extraterrestre.
“A Sign in Space” è una combinazione di teatro, live performance art, letteratura elettronica, Alternate Reality Game (ARG), scienze dello spazio, radioastronomia e SETI. Esplora inoltre discipline come antropologia, filosofia, semiotica, informatica.
Il progetto estende lo spazio del palcoscenico fino all’orbita di Marte, utilizzando un veicolo spaziale dell’ESA come sorgente cosmica del segnale radio trasmesso verso la Terra. Oltre ai tre telescopi già menzionati, il segnale è stato ricevuto autonomamente da altri tre radiotelescopi: il Raege Radio Telescope a Yebes, in Spagna, il Raege Radio Telescope nell’isola di Santa Maria nelle Azzorre e l’Antenna Radio a Bochum in Germania. I dati del segnale ricevuti dai radio telescopi che collaborano al progetto sono stati resi pubblici sulla piattaforma Discord subito dopo l’evento.
“A Sign in Space” ha raggiunto un vasto pubblico sin dalle fasi iniziali. Il progetto ha messo in scena un evento fortemente evocativo che vive per un periodo di tempo indeterminato nella mente di persone di tutto il mondo. Ogni partecipante al progetto, che sia un membro del team o che sia un membro del pubblico, è anche un performer. Le persone attive nel processo di decodifica sul canale Discord, definite “citizen scientists”, sono membri di una micro-società, impegnate nella creazione di significati. I citizen scientists diventano attori del processo di comunicazione e interpretazione, condividendo tra di loro e con il pubblico idee, opinioni, conoscenze tecniche, scientifiche e culturali. Questo approccio consente ai partecipanti di sviluppare gradualmente la propria voce e la propria identità performativa all’interno del progetto. Insieme, i partecipanti costruiscono una vivace narrativa teatrale, dove i concetti vengono presentati e discussi in un contesto di ricerca animato da dinamiche umane, talvolta drammatiche, talvolta esilaranti, talvolta riflessive. Ogni partecipante diventa un personaggio teatrale ben riconoscibile.
La creazione di una narrativa collettiva e partecipativa all’interno del canale Discord è resa possibile da un metodo di decodifica collaborativo, anziché competitivo. Il processo promuove auto-riflessione, ragionamenti critici e feedback tra pari.
“A Sign in Space” è un lavoro di “Cosmic Theatre” radicato nella tradizione artistica della network art, che collega varie persone e comunità attraverso il cyberspazio e, in questo caso, anche attraverso le tecnologie radio e spaziali e la divulgazione scientifica. Il progetto è lo sviluppo dei miei lavori precedenti, sviluppati tra il 2009 e il 2022, che sperimentano con le trasmissioni radio interstellari nella live performance art, in collaborazione con il pubblico globale e con radiotelescopi internazionali. Il progetto prende spunto dal mio background di danzatrice contemporanea, infatti come nell’improvvisazione libera, lo spazio teatrale è concepito come aperto e flessibile, avvolgendo l’intero pianeta e estendendosi nel cosmo fino all’orbita di Marte.
“A Sign in Space” mostra il processo di creazione di significato come una narrazione collettiva e fluida, attraverso la quale i concetti vengono continuamente rimodellati e ristrutturati. Oggi che le varie culture terrestri sono sempre più interconnesse e reciprocamente contaminate, anche il processo di creazione di significati diventa sempre più complesso e diversificato.


Daniela de Paulis – Mare Incognito

Mare Incognito is an interdisciplinary project exploring the poetic and philosophical aspects of transitional states of consciousness during sleep. The project consists in a live performance poetically highlighting the gradual dissolution of consciousness and of the thinking process while falling asleep, alternatively shifting from the subjective to the cosmic perspective. During the performance, the brain activity of sleep is transmitted into space, in real time, by a radio antenna of the Square Kilometre Array in Cambridge, United Kingdom. The project crosses various fields of research, including radio astronomy, neuroscience, performance art, cosmology and intellectual history. Mare Incognito is a collaboration bringing together and stimulating intellectual exchange among researchers from renowned international institutions.
The project explores the moment during the sleep cycle while awareness seems to dissolve and during which the self gradually minimizes and detaches from the continuous life narrative. The perceived loss of consciousness during sleep is the only moment in daily life when the thinking process and self-awareness gradually shred into an unfathomable void: an experience plausibly similar to the moment of dying. Mare Incognito thus poetically explores and draws reflection upon the process of dying as a daily experience in human life. The performance conceptually links the dissolution and symbolic death of the self – as experienced during deep sleep – with the darkness, coldness and vacuum of outer space, exploring how immeasurable expanses of space might poetically resonate with the emptiness of minimally conscious states. The title of the work hints at a journey into the obscure oceans of inner and outer space.
The experience of falling asleep engages the mind and the body in a form of dissolution that is both frightening and liberating. During these moments, thoughts disintegrate, overlap, fade into memories and flickering associations in a non-sequential form, while the body dissolves the awareness of its spatial map and spatial boundaries, merging into an indefinite continuum of space. While falling asleep, the bodily limbs melt into darkness, as the lights of consciousness start fading. The mind and the body enter a timeless and boundless space in which the biographical self surrenders to the unfathomable.

In Mare Incognito, the radio transmission into space is intended as a symbolic dissolution of the self into a greater unknown. In the project, radio waves provide a medium for transcending the physical identity, increasingly rarefying its matter and its boundaries while trailing onward into the cosmos.
My experience of the performance at the Mullard Radio Astronomy Observatory was a mystical one. With my eyes closed, gradually falling asleep, immersed in the surrounding wilderness, lying on the reclining chair and with my body projected towards the sky, I could abstract myself from the context of the performance and the filming, surrendering to the state of vulnerability in which I was gradually plunging whilst losing awareness. During these moments of a heightened sense of exposure to the unknown, while my brain activity was been recorded and transmitted into space, I could perceive my biographical self losing coherence in my mind and dissipating into the cosmos above, with the radio waves radiating my thoughts and merging with an immeasurable matter. Awakening from deep sleep, I retained the experience of the performance, feeling profoundly transformed.
The performance was quietly witnessed by the small project team, composed of neuroscientists Jarrod Gott, Tristan Bekinschtein, Alejandro Ezquerro-Nassar, cosmologist Fabian Schmidt, video artist Mirjam Somers and photographer Bas Czerwinski who filmed the event. The surrounding wilderness felt as part of the observers, motionless in a surreal suspension during the cold night.
The film, completely shot at dusk and night, presents the various stages of the sleep cycle, including the moment of falling asleep, deep sleep, the dream stage (REM sleep), ending with the moments that anticipate the awakening, when awareness is at the threshold of the self. This is perhaps the most evocative segment of the film as my intention was to highlight the crucial time when the biographical self is about to re-emerge, after the complete numbness of deep sleep and the nonsensical wonderings of the dream stage. If deep sleep can be symbolically associated with death, the waking stage can be interpreted as a moment of suspension, during which the self-hovers in a liminal space and finds itself at a gate, as if hesitating to reconnect with the biographical narrative of the previous day. This transitional stage of consciousness is vibrant of possibilities. What if one day I woke up as a different person? What if during these liminal moments, my biographical self was channeled into a different identity or what if it simply disappeared altogether?

Daniela de Paulis, A Sign in Space (2019-ongoing)

On 24 May 2023 a simulated extraterrestrial radio signal was transmitted towards Earth by the Trace Gas Orbiter (TGO), a spacecraft of the European Space Agency (ESA) orbiting Mars. The signal was received by the Green Bank Telescope (GBT), the Allen Telescope Array (ATA) and by the Medicina Radio Antenna. The event was part of the interdisciplinary project “A Sign in Space” and was streamed live by the Search for Extraterrestrial Intelligence (SETI) Institute, with thousands of people watching in real time.

I started “A Sign in Space” in late 2018 and developed the project in collaboration with researchers at the Green Bank Observatory (GBO), the Italian National Institute for Astrophysics (INAF), the SETI Institute, and the European Space Agency over a period of four years. I also gathered a team of specialists from various fields and cultural backgrounds to accomplish the full cultural and scientific potential of the project.
The title of the project is borrowed from a short novel by Italian writer Italo Calvino, published in his book “Cosmicomics”. In the novel, the very first living being in the entire universe, decides to draw a sign in the vastness of the cosmos as a way of affirming its own existence. After many rotations of the galaxies and many million years, the mysterious being finds out that in the meantime more life forms started drawing signs in the universe. In the novel, Calvino seems to hint at the search for extraterrestrial life through subtle, surrealist humor.
“A Sign in Space” is a visionary art work involving professionals from different fields and the broader public in the reception, decoding and interpretation of a simulated extraterrestrial message designed for the project.
“A Sign in Space” simulates one of the possible scenarios following the reception of a confirmed signal from an extraterrestrial civilization. In the scenario envisioned and implemented in the project, scientists release the data of the signal in the public domain so that people with different skills and expertise can attempt to decode and interpret the message contained within it. The project questions human communication through one of the possibly most radical events, in which humankind attempts to create meanings around a message crafted by an extraterrestrial intelligence.
“A Sign in Space” is a combination of theatre, live performance art, electronic literature, Alternate Reality Game (ARG), space sciences, radio astronomy and SETI.it crosses disciplines such as anthropology, philosophy, semiotics, computer science.”
“A Sign in Space” extends the space of the performance stage to the Martian orbit, by using an ESA spacecraft as celestial source for transmitting a radio signal towards Earth. In addition to the three telescopes already mentioned, the signal was received independently by three other radio telescopes: the Raege Radio Telescope in Yebes, Spain, the Raege Radio Telescope on the island of Santa Maria in the Azores, and the Radio Antenna in Bochum, Germany. The signal data received by the collaborating radio telescopes were made public on the Discord platform shortly after the event.

“A Sign in Space” reached a wide audience from the very beginning. The project staged a highly evocative event that lives in the minds of people all over the world, for an indeterminate period of time. Every participant in the project, whether a team member or an audience member, is also a performer. People active in the decoding process on the Discord channel – also called “citizen scientists” – are members of a micro-society, engaged in the process of meaning making. Citizen scientists become actors in the process of communication and interpretation, sharing ideas, opinions, technical, scientific and cultural knowledge among themselves and with the public. This approach allows participants to gradually develop their own voice and performative identity within the project. Together, participants build a dynamic theatrical narrative, where concepts are presented and discussed within a research context animated by relational dynamics, including dramatic, hilarious, or reflective moods. Each participant becomes a recognizable theatrical character.
The creation of a collective and participatory narrative within the Discord channel is made possible by a collaborative, rather than competitive, method of decoding. The process promotes self-reflection, in-depth, critical reasoning and peer feedback.
“A Sign in Space” is a work of “Cosmic Theatre” rooted in the artistic tradition of network art, which connects various people and communities through cyberspace and, in this case, also through radio and space technologies and science communication. The project is a development of my previous works, developed between 2009 and 2022, which experiment with interstellar radio transmissions in live performance art, in collaboration with global audiences and international radio telescopes. The project is also informed by my background as a contemporary dancer: here, as in free improvisation, the theatrical space is conceived as open and flexible, enveloping the entire planet and extending into the cosmos, to the Martian orbit.
“A Sign in Space” shows the process of meaning-making as a collective and fluid narrative, through which concepts are continuously reshaped and restructured. With today’s cultures becoming more and more interconnected, the process of meaning-making becomes increasingly challenging and complex.