Edgar Degas: un artista francese dal cuore napoletano

di Teresa Lanna.

Edgar Degas: un artista francese dal cuore napoletano

«Per produrre buoni frutti, bisogna mettersi in spalliera; si resta là tutta la vita, le braccia distese, la bocca aperta, per assimilare quel che passa, quello che è intorno a noi, e viverne».
È quanto scriveva Edgar Degas (Parigi, 19 luglio 1834 – Parigi, 27 settembre 1917), in una lettera all’amico pittore Lorentz Frölich.

Chissà quante volte gli sarà capitato di guardarsi intorno e rimanere senza parole, mentre passeggiava nei vicoli di Napoli, scoprendo la vivacità e simpatia dei residenti, tutti intenti a renderlo partecipe degli infiniti aneddoti, leggende, curiosità e meraviglie (culturali e culinarie) che ancora oggi rendono il capoluogo partenopeo una città unica nel suo genere.

Il legame con Napoli è uno dei tratti meno conosciuti della vita di Degas; esso fu reso possibile grazie al nonno del pittore, il francese René-Hilaire De Gas, stabilitosi a Napoli per mettersi al riparo dai moti rivoluzionari parigini.
Il periodo napoletano dell’artista francese copre un arco temporale di due anni, dal 1854 al 1856, in un momento in cui il fervore culturale del capoluogo campano era ai massimi livelli.

Edgar Degas - Vista di Sant' Elmo, Capodimonte, Napoli
Edgar Degas – Vista di Castel Sant’Elmo, Capodimonte, Napoli (Wikimedia Commons)

Italianizzato in Degas, il nonno paterno di Edgar era un nobile che, durante i tumultuosi eventi causati dalla rivoluzione francese, malvisto dalla fazione repubblicana, dopo esser riuscito a sfuggire alla ghigliottina, si trasferì a Napoli, chiedendovi asilo in qualità di aristocratico e di perseguitato politico.
Nella città partenopea, egli riuscì a consolidare la propria situazione economica, fondando un istituto bancario di successo e diventando, tra l’altro, anche banchiere personale di Gioacchino Murat. Dopo aver accumulato un consistente patrimonio finanziario, René-Hilaire acquistò l’intero palazzo Pignatelli di Monteleone, un immobile di cento stanze sito nel cuore del centro storico di Napoli. Al contempo, intrecciò e mantenne saldi rapporti con diverse famiglie nobili napoletane, riuscendo così a superare, senza particolari conseguenze, i burrascosi accadimenti e sovvertimenti politici che, nel corso dell’ottocento, coinvolsero la città partenopea e l’intera penisola italiana.

Nel capoluogo campano, De Gas sposò la livornese Giovanna Teresa Freppa, che lo rese padre di sette figli, tre femmine e quattro maschi, fra i quali il primogenito Auguste (1809-1879), futuro padre del pittore, che andò a vivere a Parigi, insieme ai suoi fratelli maschi, mentre le sorelle rimasero a Napoli.

Auguste ebbe cinque figli, tra cui Edgar che, pur spinto dal papà ad intraprendere la carriera di banchiere, preferì dedicarsi alla pittura anche se osteggiato, inizialmente, dalla famiglia.

Edgar Degas (1834-1917) è uno dei padri fondatori dell’Impressionismo, un movimento artistico che nacque in Francia negli anni sessanta del diciannovesimo secolo in reazione alla pittura accademica dell’epoca. Gli artisti che ne facevano parte, come Claude Monet, Paul Cézanne, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Mary Cassatt, Berthe Morisot e Camille Pissarro, stanchi di essere regolarmente rifiutati al Salone Ufficiale, si erano riuniti in una società anonima per mostrare la loro arte al pubblico. A grandi linee, le caratteristiche principali dell’arte impressionista sono il nuovo uso della luce ed i soggetti all’aperto. Gli impressionisti riuscirono a rivoluzionare la pittura, in quanto si accorsero che l’occhio umano non riceve dalla realtà un’immagine dettagliata, bensì un insieme di colori che, successivamente, la mente rielabora in forme distinte. Fu così che la prima impressione visiva divenne fondamento e scopo dell’Impressionismo. Questi artisti, infatti, lavoravano “en plein air”; ciò consentiva di riportare subito sulla tela la realtà visiva percepita. La tecnica pittorica consisteva in rapide pennellate di colore, che non fissavano i dettagli, ma davano un effetto cromatico – luminoso dell’insieme. Nella scelta dei temi, prevalsero le situazioni in cui le vibrazioni luminose erano più percepibili perché accentuate dal movimento. Questi tratti distintivi, non trovarono sempre riscontro nell’opera di Degas; ai dipinti all’aperto, infatti, egli preferiva «ciò che non si vede più nella memoria». Un giorno, infatti, disse a Pissarro: «Voi avete bisogno di una vita naturale; io di una fittizia.»

Edgar Degas - Scène de maison close
Edgar Degas – Scène de maison close (Wikimedia Commons)

Malgrado il suo modernismo imbarazzante venisse messo in evidenza dai critici dell’epoca, Edgar Degas fu comunque il meno controverso degli artisti francesi dell’Ottocento.

La Famille Cardinal, realizzata per illustrare il romanzo dell’amico scrittore Ludovic Halévy, racconta la vita di una famiglia borghese nella Parigi di fine Ottocento ed è considerata uno dei capolavori di Degas per la qualità del segno e per la precisione nella descrizione dei personaggi, in cui si riconosce lo stesso Halévy.

Le opere de La Maison Tellier, realizzate per arricchire visivamente il racconto scritto da Guy de Maupassant, sono considerate tra le più importanti e riuscite di Degas per l’alta qualità della resa, emotiva, delle scene rappresentate, che raccontano in maniera cruda e realista la vita di una “Maison Close” parigina.
Lo sfarzo delle sale “d’accueil” non nasconde la triste vita che si svolgeva al suo interno.
Degas entra senza esitazione tra le mura di una casa di “piacere” per rendere visibile, come in un fotoreportage, la quotidianità di vita al suo interno.

Tra i temi più cari all’artista francese ci sono le ballerine, che costituiscono un tema del tutto personale; inoltre, le scene di teatro. Dal 1860, infatti, il pittore frequenta il teatro dell’Opéra di Parigi; passa molto tempo nel foyer e, soprattutto, dietro le quinte, dove scopre un mondo di soggetti originali, che catalizzano fin da subito la sua attenzione.

Uno dei suoi primi dipinti sul tema delle ballerine è “Lezione di danza” (1863), che mostra una classe di aspiranti ballerine attorno al maestro. In quest’opera, Degas sceglie un momento qualsiasi della lezione e, in questo caso, coglie proprio l’attimo in cui una giovane ballerina sta per eseguire gli esercizi al centro del salone.

All’età di vent’anni, Edgar Degas decise di trasferirsi a Napoli; nella città campana, incoraggiato nella sua passione di pittore dal nonno paterno, iniziò ad intessere rapporti col mondo artistico napoletano e a frequentare, saltuariamente, la locale Accademia di Belle Arti.

Visitò i musei e le città d’arte; Roma, in primis, ma la luce di Napoli e l’intensa vita lì trascorsa lasciarono in lui un sentimento di nostalgia talmente radicato da essere spesso al centro dei suoi racconti nelle serate parigine.

Edgar Degas, Ritratto di Hilaire De Gas
Edgar Degas, Ritratto di Hilaire De Gas, 1857, olio su tela, 53×41 cm, Museo d’Orsay, Parigi (Wikimedia Commons)

Nella città partenopea, l’artista ebbe modo di riabbracciare il nonno René-Hilaire, che lo ospitò nella sua maestosa dimora; il viaggio in Italia, oltre ad arricchire la sua formazione artistica, fu, infatti, per l’artista, anche un modo per ricongiungersi con i familiari, in parte residenti a Napoli, in parte a Firenze.

La vita di Edgar era totalmente devota all’arte; egli, quindi, trascorse il suo soggiorno napoletano affinando ancora di più la sua pittura.
Spettacolare, a tal proposito, il “Ritratto di Hilaire De Gas” (1857), opera che raffigura proprio il nonno e che si può a pieno titolo definire uno dei primi capolavori del giovane artista francese.

A Napoli, Degas frequentò assiduamente l’Accademia Reale di Belle Arti, pur non apprezzandone il taglio decisamente troppo accademico; inoltre, visitò le collezioni del Museo Archeologico Nazionale, rimanendo profondamente colpito da «quella massa inestimabile di tesori di arte che dalla famiglia Farnese passò ai Borboni di Napoli».
Ebbe, poi, modo di ammirare anche i dipinti esposti a Capodimonte, a partire dal Papa Paolo III di Tiziano, dal Leone X di Andrea del Sarto e dalla Santa Caterina del Correggio. Rimase molto colpito dall’arte antica, che a suo giudizio era «più forte e più incantevole» e dalla stimolante scena artistica partenopea, animata, in quegli anni – dopo il definitivo tramonto della scuola di Posillipo – dalla pittura naturalistica di Filippo Palizzi, con il quale intrecciò una solida amicizia.
Trascorse bellissime giornate con il nonno, al quale lo legò sempre un rapporto di reciproca stima e rispetto, e fu profondamente affascinato dal patrimonio naturalistico del capoluogo campano, come si può notare leggendo queste righe:
«Il Castel dell’Ovo si elevava in una massa dorata. Le barche sulla sabbia erano macchie color seppia scura. Il grigio non era quello freddo della Manica, ma piuttosto simile alla gola di un piccione».

Edgar Degas - Castello dell'Ovo
Edgar Degas – Castello dell’Ovo (Wikimedia Commons)

Altrettanto esemplificativa è la lettera che, da Napoli, Degas spedì a Parigi, al fratello René:
«Occupo il mio tempo come meglio posso. Non è d’altronde possibile partire prima di una decina di giorni… Non ho la pazienza e il tempo di scriverti a lungo. Questa mattina vado al museo… Mercoledì sono uscito in vettura con Thérèse e Marguerite. Siamo andati a Posillipo. Sembrava di essere in estate, tanto l’aria era pura. Ho da raccontarti tanto da riempire un intero volume, ma per iscritto non posso che stilare una piccola lettera…».

La presenza in città di Degas, protrattasi sino al 7 ottobre 1856, è commemorata da una lapide affissa sulla facciata di palazzo Pignatelli, che recita così:
«Qui, nel monumentale Palazzo dei Pignatelli di Monteleone, che il nonno René-Hilaire, da parigino fattosi napoletano, aveva acquistato per la sua famiglia, più volte soggiornò EDGAR DEGAS, gloria della pittura moderna».
Teresa Lanna

Immagine in evidenza: “Edgar Degas a passeggio per Napoli”, immagine generata tramite Intelligenza Artificiale (Stable Diffusion 1.21) by Redazione Cultura
Tutte le altre immagini: fonte Wikimedia Commons e Ufficio Stampa della mostra Degas il ritorno a Napoli

Per approfondimenti:
Degas il ritorno a Napoli” (14 Gennaio 2023 – 10 Aprile 2023)
sede: Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore (Napoli).
cura: Vincenzo Sanfo.

Edgar Degas - ritratto
Ritratto di Degas – Fotografia, 36,5×27,5 cm © Collezione Sanfo