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About Noise / Attorno al Rumore, tributo a Luigi Russolo
sabato 22 Aprile 2017 - lunedì 19 Giugno 2017
sede: Galleria Civica ai Molini (Portogruaro).
Un rumore di fondo distingue la nostra epoca, diceva in un’intervista a La Repubblica il sociologo Edgar Morin, e su questo pavimento si è inteso indagare alcuni passaggi che vanno dalla rottura della figura col cubo-futurismo alla rottura lessico-fonetica della scrittura. Si è ravvisato nel Futurismo il primo elemento storico artistico di un’avanguardia che irrompe nella storia e rompe con il passato di tutti i tipi: figurativo, scultoreo, musicale, grammaticale, e poi visivo e sociale in quanto amanti della velocità, della guerra e dell’industrializzazione. La mostra inizia quindi con un gruppo di opere futuriste di Balla, Severini e Russolo che danno l’idea di questo avvio della rottura artistica, o dei temi a loro cari, come le periferie di Russolo. Proseguendo, poi, nella visione che sviluppa la “ricostruzione dell’universo futurista” con Depero, Crali, Peruzzi, Benedetto, Prampolini e due poesie-manifesto di Filippo. T. Marinetti nel periodo della Grande Guerra che danno l’idea della rottura lessicale in atto allora.
Da qui tutta una serie di diramazioni, sia figurali con le opere di Paul De Vree, o di Giuseppe Chiari, di Anne. James Chaton, o ancora dei grafemi di Henri Chopin, di Mary Bauermeister che vanno parafrasando partiture sia musicali, che fonetiche come il poema recitativo Vaduz di Bernard Heidesiek, o il vinile di Basso & Migliore con Obscines, o il tributo di Simon Ostan Simone con la sua Russoliana 3; mentre Nespolo, Peter Vogel, Joe Jones e Luciano Bertoli costruiscono teorie progettuali e strumenti adatti a interagire con il pubblico per mezzo di suoni animati. Così l’opera scultorea di Italo Antico richiede la manomissione per emettere il suono come un diapason. Mentre Ale Guzzetti riformula la sua sonorità e movimento figurale nella robotica, Andrea Rossi Andrea Ground Plane Antenna ci pone di fronte all’ascolto dopo il suono: in una riflessione interiore, meditativa.
Questa mostra, quindi, è stata pensata come una frontiera dell’Età Ibrida in cui “in una nuova epoca sociotecnologica le tecnologie si fondono fra loro e con esse gli esseri umani, e questi due processi avvengono in simultanea. ” (A. e P. Khanna, Torino 2013). Su questo orizzonte della storia coesistono suoni, rumori, voci, sintetizzatori etc. che imitano la natura e la natura che si fonde nell’elettronica. E tale “ibridismo” dà nuove scritture, nuove modalità espressive compresse fra la pagina musicale e il crittogramma. Per questo si è partiti dal Futurismo, una delle avanguardie artistiche che ha coinvolto tutto il mondo dell’arte. Ecco che mescolando ieri e domani si è voluto “predire” l’Oggi esistente non inventato. La mostra è ideata da Boris Brollo.