sede: Jamaica Bar (Milano).
Vari elementi che si incontrano tra loro e danno vita alle opere di Albino Rodolfo Boffi che in modo diretto e immediato colpisce chi osserva con un messaggio inequivocabile: chi siamo? Da dove veniamo? Dove vogliamo andare?
Lo strumento è giocoso, materico e legato al quotidiano; si tratta di semplici scarpe, le Converse, di chiodi, bulloni, pacchetti di sigarette, una gabbia, un ombrello o un elmetto.
Non solo i materiali ma soprattutto i colori raccontano due mondi che si incontrano, esteriore ed interiore e si esprimono sulle tele dell’artista dal rosso passione al giallo per rappresentare la spensieratezza scanzonata; il rosa per la delicatezza del mondo femminile; il nero per il mistero delle ombre calanti e il bianco che raffigura la luce, il cammino.
Tutta questa ludica semplicità racconta, però, qualcosa di intimo e profondo. Un’umanità sempre in rapporto con l’altro a sé, sia esso umano o naturale. Si vive nel rapportarsi con il mondo, con gli altri esseri. Perfino nella solitudine si percepisce una ricerca costante di apertura, di contatto, di espiazione attraverso la ricerca di sé stessi nella propria libertà fisica (Mediterraneo, Freedom, Sturmtruppen) ed espressiva (Fuori dal tunnel, No way out, Il funambolo). Si cammina per incontrarsi, anche quando ci si lascia. Le stringhe delle Converse strette ma lasciate cadere sono a rappresentare una tensione al movimento.
Questi elementi li ritroviamo esplicitati nelle tele con bulloni e viti, parole che ci invitano all’autoironia, alla ricerca della consapevolezza e dell’equilibrio personali.
Dunque si gioca, si sospira, e si riflette con queste opere che ci invitano a riflettere sul nostro passato e soprattutto sul nostro futuro, verso la direzione che stiamo decidendo di intraprendere.
Ufficio Stampa: Testori Comunicazione
Inaugurazione: giovedì 13 febbraio dalle ore 19:00