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Alessandro Casetti. On my skin

venerdì 21 Febbraio 2020 - sabato 4 Aprile 2020

Alessandro Casetti. On my skin

sede: Cubo Gallery (Parma).
cura: Giorgia Chicarella, Elena Saccardi.

Essere ruvidi e primordiali nella tecnica e raffinati, quasi eterei, nel risultato finale: una discesa negli inferi e una risalita verso la luce.
Equivale ad immergersi negli abissi più profondi ed inesplorati dell’anima e uscirne imbrattati fino al collo ma con un diamante nel palmo della mano.

Conversazione tra contrari, creazione prepotente, poetica elegante: l’uno non esclude l’altro, convivono, a volte fanno a botte, altre si baciano; l’esito è sempre la risultante espressiva di un atto di coraggio lucidamente folle.

Alessandro Casetti ha cominciato questo viaggio partendo da se stesso, dalla ribellione interiore impressa sulla propria pelle, appunto da On My Skin.
Il primo approccio all’arte da adolescente, poi la noia, la scelta di esplorare altre strade, fino all’amore che gli mette davanti otto tele bianche e lo esorta: “Esci dalla tana e crea”.
Lui lo fa tenendo insieme inquietudine e sogni; comincia, affina la tecnica, inventa.
L’esito è superbo, è arte che non si crogiola nel fare bene, ma sperimenta, dice qualcosa che supera la vista ed accede alla sfera del sentire.
I suoi numi sono volti ed espressioni: li incontra camminando per strada, navigando in rete o, semplicemente, osservando figlia e compagna.
Il perno di tutto è l’interiorità dell’essere umano ma anche animale, la natura; o meglio, la loro trasformazione, decomposizione ed evoluzione.
Il come gli dà voce e struttura è atto creativo.
Cola per gravità su tavola e tela vernici industriali, prevalentemente smalti ad acqua, drena con l’acquaragia, mescola, incalza.
Osserva il colore più e più volte mentre si espande, si restringe, muta.
Tampona, aggiunge, modula, stressa.
Tutto è rigorosamente posato sul terreno, lui ci danza intorno come una tribù davanti al fuoco.
Non è un caso se nelle sue opere riecheggiano lontani i profumi delle terre d’Africa e d’Oriente, si sente il vigore delle radici, l’intensità delle spezie, la violenza dell’atto …per un finale dalla delicatezza quasi angelica.

“È un’azione primordiale ma anche strategica – racconta -. Primordiale perché la gestualità di far cadere grosse quantità di colore per gravità verso terra è un’azione grezza e rapida che compio con una postura ricurva o in ginocchio. È quasi un rituale. Realizzo questo lavoro almeno su tre o quattro supporti simultaneamente se sono grandi, o su quindici, sedici se sono piccoli. Ma è anche un’azione strategica perché è fondamentale l’uso delle cromie, l’accostamento dei colori: devo immaginare già dove ci sarà una parte scura ed una parte chiara, dove saranno le luci e dove le ombre”.

Accudisce le sue opere come fossero bambini: le nutre, le segue passo dopo passo, le fa andare a gattoni fino a quando non imparano a stare dritte sulle proprie gambe.

“Sono sempre molto nervoso durante questa fase di gestazione, perché il 75% della buona riuscita di un’opera dipende da come viene realizzato e pilotato questo processo”.

E poi dalla colata si arriva alla pittura per dare profondità e forma alle opere.
Opere fatte di Pelle: come pagine di un libro che raccontano l’io con tutte le sue crepe.
Osservando con attenzione si notano la perdita di elasticità, gli ispessimenti e le ruvidezze, ma anche quel candore e quella freschezza che non scompaiono mai del tutto.
Un dialogo serrato tra passato, presente e futuro che resta impresso sull’epidermide grazie a passaggi di colore audaci, a volte esasperati, e un utilizzo magistrale della luce.

“Con la mostra On My Skin presento metaforicamente attraverso la pelle tutti i processi emotivi che accadono dentro e fuori di noi. Una pelle che racconta come una mappa geografica le latitudini inesplorate del nostro io più intimo e profondo”.

Inaugurazione: venerdì 21 Febbraio 2020 dalle ore 18

Dettagli

Inizio:
venerdì 21 Febbraio 2020
Fine:
sabato 4 Aprile 2020
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

CUBO GALLERY
via La Spezia, 90
Parma, 43125 Italia
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