Alessandro Gabbia. Il buio del presente

sede: Galleria di SpazioAref (Brescia).

In mostra sono esposte dodici opere di formati molto diversi, da quelle grandi e imponenti alle miniature ricercate e raffinate che trasferiscono, sul piccolo formato, la peculiare qualità pittorica di Alessandro Gabbia.
I dipinti rappresentano principalmente dei ritratti, volti umani in un muto dialogo: da una parte quelli dell’uomo occidentale, ieratico, impenetrabile, sicuro di sé e poco incline al confronto; di fronte coloro che in Occidente si trovano a vivere, lontani dalla cultura indiana millenaria alla quale appartengono, che si rivolgono all’osservatore con sguardi intensi, penetranti e nostalgici.

L’artista suggerisce al pubblico di riflettere su uno dei fenomeni più controversi e discussi degli ultimi decenni, ma anche uno degli avvenimenti più atavici e istintivi della storia dell’uomo: la migrazione di persone, lo spostamento di intere popolazioni, il fondersi di etnie diverse.

Alessandro Gabbia (Brescia, 1976) muove i primi passi nel mondo della pittura fin da piccolo, sotto la guida del padre Domenico. Inizia l’attività espositiva nel 1997, partecipando a numerose collettive in gallerie di rilevanza nazionale. Nel 2010 vince la prima edizione del premio artistico Maurizio Martolini: espone l’opera vincitrice nella sede di Finarte Antichi Dipinti di Roma in via Margutta, entrando nella scuderia del gruppo Telemarket, con cui lavora in esclusiva fino al 2015. Diverse le personali di rilievo: nel 2008 “The mirror of life” al Museo Heritage di Malta; nel 2015 “Viaggio ai confini dell’anima”, a cura di Floriano De Santi e Marco Vinetti, presso il Salone Vanvitelliano di Palazzo della Loggia a Brescia, patrocinata dal Comune di Brescia e dal Ministero per i beni e le attività culturali. Nel 2015 la rivista Artein gli dedica la copertina con un ampio servizio a cura di Luciano Caprile, presentato in anteprima ad Artefiera di Bologna.

Presentazione di Marco Vinetti.