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Alessandro Pellegrini. Segni parole sogno

sede: GARD Galleria Arte Roma Design (Roma).
cura: Sonia Mazzoli , Marina Zatta.
Nel suo testo “L’Artista, il Colore, la Materia” Marina Zatta scrive di Pellegrini: “la scelta della Materia è più che mai determinante, sia che generi le trasparenze dell’acquerello, sia che venga proposta la corposa lucentezza dell’olio e, ancor più, nelle opere in cui Alessandro stesso crea il sostrato con cui realizza parte dei suoi lavori.
Il leitmotiv che unisce queste opere è il creare, attraverso la sperimentazione e un rapporto di interscambio concreto con materia e colore, sensazioni in cui lo sguardo dello spettatore si sperde ipnotizzato.
Una narrazione che sembra scaturire dai meandri del cervello dell’artista per insinuarsi in quello di chi osserva.
Alessandro Pellegrini opera di notte, immerso nel silenzio, per sviscerare le sue sensazioni e trasporle al fruitore, dando vita a un sogno collettivo a cui partecipano, come figure vive, il colore e la materia, in forme che potrebbero sembrare casuali, ma in realtà sono il frutto di un’accurata ricerca.
Negli acquerelli il colore si spande come gocce di pioggia colorata che, nel congiungersi con la carta, diviene fiumi, laghi, onde del mare, creando effetti che ricordano vagamente le sensazioni dei test di Rorschach, ma non speculari, come se Alessandro Pellegrini volesse proiettare i suoi lavori nella mente dello spettatore per carpirne il pensiero.
Certamente però il suo intento non è psicanalizzare chi guarda ma, al contrario, lasciare scie in cui il fruitore può far vagare liberamente le sue sensazioni, anche recondite, per viverle e assaporarle.
Questo si accentua quando Pellegrini genera direttamente la materia con cui opera: amalgamando cemento, gesso, polvere di vetro e sabbia, vernici immaginate e create dall’artista, Alessandro Pellegrini dà vita a labirinti materici, in cui ciò che sporge sembra riassorbire sè stesso in cunicoli di colore, caos magmatico che cattura la percezione visiva e sensoriale.
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(part.)