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Alfabeto Obic. Mangiare l’arte contemplare il cibo
venerdì 22 Marzo 2024 - mercoledì 24 Aprile 2024
sede: Micro Arti Visive (Roma).
cura: Anna Paola Lo Presti, Gianluca Marziani.
Obic è un rivoluzionario progetto culturale, editoriale ed espositivo. Un alfabeto che nasce per creare una nuova dimensione dell’opera d’arte, una nuova lettura, una nuova codifica, qualcosa di non ancora interpretato, ma che esiste e, soprattutto, che può regalare allo spettatore uno strumento inatteso con cui osservare e leggere l’arte.
L’arte e il cibo sono il binomio che in assoluto rappresenta quel patrimonio di idee tutto italiano. Un patrimonio che finora non ha trovato spazi dove dialogare con intensità creativa.
Obic, un progetto che nel suo specchio riflette la parola Cibo, è lo spazio creativo dove è nato il processo di contaminazione e sperimentazione tra arte e cibo, dove la relazione tra chef e artisti, ricette e opere, si posa su una piattaforma inusuale dove il cibo si può contemplare e l’arte si può mangiare.
Nell’impasto tra arte e cibo non bisogna dimenticare come tradizionalmente, e in particolare nel passato, i pittori componevano i loro colori a tempera e olio utilizzando molte sostanze organiche, tant’è che oggi, attraverso la fluorescenza, laddove il colore è totalmente svanito, l’opera si rivela attraverso le materie organiche utilizzate dall’artista come, ad esempio, nei contorni delle figure dove Giotto aveva utilizzato il bianco dell’uovo come amalgama.
Le alchimie fanno parte di questi due mondi, così come i segreti, e i legami diventano liquide fusioni tra il pensiero metafisico dell’arte e la natura corporea del mangiare. Un complesso dialogo che OBIC elabora in maniera innovativa, esteticamente elevata, tecnicamente funzionale, concettualmente profonda.
“L’opera d’arte, si sa, possiede un’anima, una dimensione interiore che è l’anello di congiunzione tra la sua radice estetica e poetica e l’indissolubile legame con la mano di chi l’ha creata. Obic è alla ricerca di quest’anima, da toccare e mettere in trasparenza attraverso la ricomposizione del gusto dell’opera. Rendere visibile l’anima dell’opera e gustarla, perché mai fatto prima, è il concept di OBIC. Catturare l’anima, anche connaturata nella forma e nei colori che la compongono, e renderla tangibile attraverso lo scatto fotografico, è il compimento del progetto”. Questa è la base dell’Alfabeto Obic secondo Anna Paola Lo Presti, una food project manager con la passione del cibo e dell’arte affiancata da Gianluca Marziani per la parte storico-critica del progetto e nella selezione delle opere e degli artisti per il volume e per la mostra
“Quando osserviamo un’opera d’arte non dobbiamo fermarci esclusivamente all’aspetto visivo, alla lettura poetica o storica o alla mera superficie della stessa. L’opera d’arte penetra lo spettatore attraverso molti codici sensoriali, e lo fa anche attraverso il gusto e l’impronta olfattiva che la compongono. Ciò significa che si può mangiare un’opera d’arte? In un certo senso sì, se ne può mangiare l’anima se attraverso la sua composizione si può leggere il codice gustativo e da questo trarne una ricetta che, eseguita, ci consente di sentire letteralmente il gusto dell’opera, sia di un’opera specifica sia dell’opera universale di un artista”. Dice Anna Paola Lo Presti.
La rassegna sarà preceduta giovedì 21 marzo alle ore 18:00 al Teatro Casa Manfredi di Roma da una Live Performance e dall’esposizione straordinaria delle opere e delle immagini della Obic Photo Collection.
Informazioni
obicart.it