sede: Temporary Storing – Fondazione Bartoli Felter (Cagliari).
cura: Roberta Vanali.
È un processo prettamente istintivo innescato dalle prime pennellate sulla superficie, secondo un progetto inizialmente occulto dal quale l’artista si lascia inevitabilmente attrarre, il modus operandi di Alfredo Tanchis, che segue l’impeto del momento creativo con l’entusiasmo di un neofita.
Fondata sulle possibilità espressive del colore e del segno, nel suo linguaggio espressivo s’individuano immediatamente due soggetti privilegiati: il paesaggio e l’uomo. In una alternanza continua per una riflessione sulla condizione dell’esistenza umana in rapporto all’immensità della natura, imponente e immutabile.
Quella natura dominante che sovrasta l’uomo rendendolo impotente e come tale si rifà alla seducente fascinazione della pittura nordica che da Turner, passando per Friedrich e Nolde giunge al Gruppo Co.Br.A fino ad arrivare a Gerhard Richter.
Poiché “sublime” è il senso di sgomento che l’uomo prova di fronte alla grandezza della natura sia nell’aspetto pacifico, sia ancor più, nel momento della sua terribile rappresentazione, quando ognuno di noi sente la sua piccolezza, la sua estrema fragilità, la sua finitezza, per dirla con Kant.
L’approccio pittorico di Alfredo Tanchis è potente e grandioso come la magnificenza della natura. Natura suggestiva e malinconica fatta di cieli plumbei, distese infinite di acque ribollenti, lembi di terra che emergono dal nulla, masse rocciose che s’impongono allo sguardo e dove il silenzio e la notte sono improvvisamente squarciati da macchie di colore che lentamente si trasformano in vortici. Immagini trasfigurate del cosmo dalla drammatica forza espressiva dove cielo e nuvole la fanno da protagonisti talvolta fagocitando il resto della rappresentazione.
Ha la capacità di aprire orizzonti, la pittura di Alfredo Tanchis scavando a fondo nell’esistenza umana attraverso la materia pulsante che improvvisamente irrompe. Veloci pennellate, spesso grumose, altre tortuose individuano presenze mentre la luce attraversando irruente la superficie rivela inattese dissolvenze che determinano variazioni ritmiche e strutturali del colore. In un lento processo espressivo che sottende una profonda manipolazione del visibile per esternare i controversi aspetti umani e sociali.
Con quella sensibilità e capacità intuitiva libera da schemi mentali e la profonda attitudine alla sperimentazione che gli consentono di vedere e restituire l’oltre, così come il poeta veggente di Rimbaud che ha la missione di guidare gli uomini.
“Al di là delle nuvole”, titolo preso in prestito della pellicola di Antonioni e Wenders, è un progetto costituito da una serie di opere pittoriche di Alfredo Tanchis e dalla pubblicazione del libro di poesie “Nuvolaglia” di Aldo Tanchis, corredato da tavole dello stesso Alfredo Tanchis in un equilibrio perfettamente armonico che ammalia e seduce.
Roberta Vanali
Inaugurazione
9 novembre alle ore 18