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Andrea Lelario. Nomadi del sogno

sede: Mattatoio (Roma).
cura: Nicoletta Provenzano.
La mostra, curata da Nicoletta Provenzano, presenta un corpus di opere grafiche, matrici, disegni e fotoincisioni dell’artista romano Andrea Lelario (Roma, 1965).
Seicentosedici disegni su taccuini ā in parte provenienti dal nucleo acquisito dalle collezioni degli Uffizi, Gabinetto dei Disegni e della Stampe e in parte realizzati per la mostra ā trentatrĆ© incisioni e diciotto matrici, costituiscono l’insieme dell’esposizione antologica che abbraccia un arco temporale che va dai primi lavori dell’artista, risalenti agli anni Novanta, fino alle ultime opere dedicate alla Luna, create appositamente per gli spazi del Mattatoio.
L’esposizione ĆØ un viaggio attraverso la poetica di Andrea Lelario, che la curatrice, Nicoletta Provenzano, descrive nei termini di un’immaginazione onirica e di una elegia cosmica.
Un’arte che include e oltrepassa la realtĆ sensibile, inoltrandosi negli spazi della mente e nello sconfinato spazio siderale.
Una ricerca artistica nella quale sedimenti di una cosmogonia interiore procedono dal grande al piccolo e dal piccolo al grande, attraverso l’elezione di due tecniche tra le più nobili e antiche, come il disegno e la calcografia.
Il percorso in mostra conduce l’osservatore all’esplorazione di una molteplicitĆ di mondi emersi tra sogno e spazio, luce e ombra, microcosmo e macrocosmo, attraverso rimandi storici e letterari, memoria e mito, trasmessi nei paesaggi della campagna dei Castelli Romani, evocanti il Grand Tour o i luoghi pasoliniani, o trasfigurati in forma astratta come enigma da decifrare all’interno di un dedalo di segni.
Il racconto attraverso le opere ĆØ come un itinerario alla scoperta di isole tematiche, il cui nucleo centrale ĆØ rappresentato dai taccuini, punto di congiunzione e scrigno di un immaginario che coniuga universo e mondo onirico, forme zoomorfiche e figure fantasmatiche.
La presenza di questa mostra al Mattatoio trova un corrispettivo concettuale e si pone in sintonia con le trasformazioni subite nel tempo della sede espositiva, con il sapore e il fascino dell’archeologia industriale, con i percorsi di Pier Paolo Pasolini e la stratificazione creatrice del Monte Testaccio che custodisce l’antico e si mescola al moderno.
Il progetto espositivo ĆØ accompagnato da un catalogo, a cura di Nicoletta Provenzano, edito da Dario Cimorelli Editore, con il supporto dell’Accademia di Belle Arti di Roma.
Immagine in evidenza
Andrea Lelario, Taccuino II, 2019_20, penna punta micron 003 su carta, cm. 10,5 X 6, photo Andrea Lelario