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Angelo Falmi. La sedia del Castello
domenica 8 Settembre 2019 - lunedì 30 Settembre 2019

sede: Castello Ginori di Querceto (Montecatini Val di Cecina, Pisa).
La sedia di Vincent, La sedia di Gauguin.La vita condivisa, i caratteri tormentati e poi il vuoto.
Il sodalizio e poi il fallimento di un’amicizia impossibile, di un’utopia di cambiamento del mondo, lasciata al mistero eterno dell’innovazione della forma e del colore.
Porta alle conseguenze attuali la straordinaria modernità della luce cromatica di Vincent Van Gogh, a cominciare dal messaggio riassunto in oggetti e soggetti assolutamente rustici.
Angelo Falmi, professore a Brera, sceglie un luogo dove la storia attraversa i secoli, anche il tardo Ottocento dei due artisti proto-espressionisti ed innovatori, per una mostra personale presso lo Spazio enoteca del Castello Ginori di Querceto.
Ultima esposizione della rassegna “Suoni diVini”, presenta gli esiti pittorici della passione e dello studio di Falmi, su uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, in contesto antico e conciliante.
Attrattore di senso del caos, già instabili ma saldate nel colore, le sedute e sedie del tormentato pittore olandese, acquisiscono, dagli azzardi cosmici e in caleidoscopiche sovrapposizioni e intersezioni di luce e cromie, un movimento musicale, un’oscillazione e replicazione importanti, dove la scena è contesa fra il protagonista apparente e il grande attore: il vuoto abitato da misteriose figure che, come le sedie, sfidano un informale elegante, acido e acquoreo. Materia attiva, corrosiva e cristallina, per ricordi remoti rimandati dal tempo.
Verde, rosso e il giallo Van Gogh, frantumati, quasi del tutto sganciati dalla forma, come in Chagall, manifestano, accesi da una misteriosa ed algida luce, la forza di un sentimento ancora intenso.
Dalla densa pennellata “agreste” di Van Gogh, ad un raffinato futurismo espressionista dalla luce elettronica (genialmente anticipata) per salienti momenti esistenziali. Fino al blu totale. Quello di Van Gogh, inimitabile anticipazione del futuro per antiche speranze ed eterne solitudini.
Elena Capone