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Appunti di fotografie – Mostra collettiva

sabato 6 Maggio 2023 - sabato 3 Giugno 2023

Appunti di fotografie - Mostra collettiva

sede: SCD Studio (Perugia).
cura: Giorgio Bonomi.

Una mostra che – scrive Giorgio Bonomi nel testo in catalogo – presenta cinque artiste che operano con la “fotografia” e con il “ricamo” ed è da sottolineare che, come la fotografia ha superato l’essere mera riproduzione della realtà ed è diventata molto di più sia come poetica sia come tecnica, da poter dire che essa è una “materia” e una “modalità” esecutiva come la tela e la pittura o il marmo e la scultura, così il “ricamo” per le/gli artiste/i – il ricamo artigianale, finanche di qualità eccelse, è un’altra cosa – è un procedimento per la creazione dell’opera. Le artiste, al di là di certi aspetti comuni, si presentano ognuna con il suo stile e la sua poetica: abbiamo chi realizza autoritratti, chi fotografa ambienti naturali, chi si serve di fotografie “trovate” (per esempio, cartoline). Nei contenuti espressivi vediamo i luoghi abbandonati, sul genere della Woodman, riflessioni sulla spiritualità sul corpo, proprio e altrui, sulla memoria, sulla comunicazione con se stesse e con gli altri. Ovviamente tutte le artiste intervengono con il filo (e l’ago) sul materiale fotografico prescelto e anche qui notiamo le differenze che sono cromatiche e compositive, infatti alcune usano il ricamo come “segno” altre come “immagine” e questa, in certi casi, può raffigurare elementi fisicamente “reali”.

Il progetto di Federica Bernardi è ispirato all’omonimo film degli anni ’20, “Freaks”, i cui protagonisti erano “freaks on the leash” – i cosiddetti “fenomeni da baraccone” – articolato in una serie di fotografie stampate su tela su cui successivamente l’artista è intervenuta con rilievi e ricami. Qui le donne vengono riportate con alterazioni evidenti del corpo, esagerando alcune caratteristiche che la società ci impone, evidenziando altri dettagli ritenuti invece poco rilevanti.

Con ago e filo, Nadia Frasson racconta invece il suo presente e attraverso la fotografia esplora il suo corpo, ne scruta i cambiamenti stupendosi di trovare poesia in quello che agli occhi della società attuale é un difetto da nascondere. Le pieghe, le rughe, i segni del tempo diventano fulcro della sua ricerca. Sovrappone, strappa, avvicina e ricama. Un gioco che è racconto, che diventa armonia sotto i suoi occhi. Tutto, anche il dolore più grande si appiana e con ago e filo narra una storia che la accompagna e che ama condividere.

Con “La scatola della memoria”, Paola Rizzi propone un dittico nel quale si contrappongono immagini di texture di muri scrostati di luoghi a lei cari ad autoritratti dove la figura della fotografa appare evanescente pronta ad uscire da memorie lontane, da ricordi sbiaditi. Rizzi invita a trattenere i ricordi e a conservali, una sorta di terapia del ricordo che passa attraverso suoi momenti per divenire universali invitando all’azione chi entrerà in possesso del box ad arricchirlo con le sue memorie. Dietro ad ogni dittico, stampato su una delicatissima carta di riso (simbolo stesso della fragilità) e abbinato ad una cartolina in pregiata carta cotone (simbolo del valore materico) sono state poste dieci cartoline vuote dove invita a lasciare i ricordi personali.

Natalia Saurin espone un progetto iniziato durante il lockdown quando in cui è intervenuta su alcune cartoline vintage dedicate all’amore o, meglio, agli stereotipi sull’amore. Queste cartoline incarnano tra l’altro un desiderio di corrispondenza assoluta e unica (“come il nostro amore”), l’ideale di amore romantico che è spesso alla base di relazioni non equilibrate, non sane, talvolta violente. Pur comprendendo anche aspetti positivi, esso ha finito per identificarsi con il patriarcato. Con ago e filo Saurin ha cercato di fare emergere energie sottili in una rappresentazione dove tutto sembra immobile, dove il tempo è congelato come in una fiaba, infinito come l’amore romantico che nell’ideale immaginario a cui fa riferimento non conosce limiti nemmeno dopo la morte.

Ispirata dal Monte Bianco e dalle vette slanciate verso il cielo, Beatrice Speranza ha rintracciato in quel paesaggio la presenza sia della spiritualità maschile che di quella femminile, due modi diversi di esprimersi, di percepire il divino: la prima manifestata negli spazi aerei del cielo, senza forma ne´ confini, al di là della realtà fisica, lontana, perfetta ci invita ad alzare le nostre prospettive; la seconda identificata con la realtà tangibile e visibile, ancorata alla terra di cui è parte, concreta, radicata nella materia e raggiungibile, ci aiuta a connetterci con l’esperienza della vita, a trasferire il sacro nel quotidiano. Due vie spirituali differenti e al tempo stesso complementari. Con le sue foto ricamate, Speranza indaga su questa dualità: il desiderio di elevazione e allo stesso tempo la sacralità della natura, della madre terra. Speranza porta il cielo alla terra, e lega entrambi in un abbraccio nel desiderio di unione.

Espongono: Federica Bernardi, Nadia Frasson, Paola Rizzi, Natalia Saurin, Beatrice Speranza

Inaugurazione
sabato 6 maggio 2023, alle ore 17
Informazioni
scdtextileandartstudio@gmail.com; 347 177 6001

Immagine in evidenza
di Nadia Frasson (part.)

Dettagli

Inizio:
sabato 6 Maggio 2023
Fine:
sabato 3 Giugno 2023
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

SCD STUDIO
via Bramante, 22N
Perugia, 06122 Italia
+ Google Maps
Phone
347 1776001
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