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Archiviare l’impossibile – Mostra collettiva

sabato 12 Marzo 2022 - martedì 12 Luglio 2022

Archiviare l’impossibile - Mostra collettiva

sede: Galleria Erica Ravenna (Roma).

La galleria Erica Ravenna presenta “Archiviare l’impossibile” una mostra in cui sono esposte una selezione di opere di Gianfranco Baruchello, Joseph Cornell e per la prima volta a Roma anche le tassonomie fantastiche di Mark Dion.

La mostra, attraverso i lavori di questi tre importanti artisti del ‘900, intende sollevare interrogativi sul caos, sulla storia, sulla memoria e sull’ambiente. Tramite una strategia procedurale che reimpiega criticamente l’archivio e l’archiviazione dei dati, il pensiero rizomatico dei tre artisti si è materializzato in immagini che spingono a riflettere sui limiti delle narrazioni dominanti. Le “enciclopedie” di Baruchello attraversate da minuscole creature che popolano le sue miniature del pensiero, i “reliquiari” mnemonici di Cornell e le tassonomie fantastiche di Dion, tentano di raccogliere il mondo in una narrazione che anticipa e interpreta i nuovi codici della comunicazione del nostro tempo, mettendone in luce le contraddizioni.

Il progetto espositivo

Nel solco della linea di ricerca tematica e transgenerazionale che la galleria ha privilegiato nel corso degli anni, il progetto espositivo “Archiviare l’impossibile” è focalizzato sulla possibilità, da parte dei linguaggi dell’arte, di sintetizzare attraverso le immagini i dati della conoscenza, della storia e della memoria.
In questo senso, esemplare è il lavoro degli artisti selezionati: Gianfranco Baruchello, Joseph Cornell, Mark Dion, tra coloro che più efficacemente hanno tentato di contenere il “caos” del mondo e l’accumulo d’informazioni e oggetti in una narrazione visuale.

Joseph Cornell, nato nel 1908 a Nyack, fu un assiduo frequentatore dei mercatini dell’usato e lavorò durante la sua prima gioventù come venditore porta a porta.
A poco a poco iniziò a coltivare un interesse per il collezionismo di oggetti vari che influì emblematicamente nella sua produzione artistica.
Grazie all’incontro con Julian Levy, proprietario di una galleria d’arte, espose nel 1932 a New York a quella che fu la prima mostra surrealista.

Cornell partecipò ad alcune tra le mostre maggiormente rappresentative del panorama avanguardistico della prima meta` del Novecento e le sue opere sono oggi presenti nelle collezioni di alcuni tra i più` importanti musei del mondo, come il MoMA, il Guggenheim e il Metropolitan Museum di New York, la Tate Modern di Londra e il Museo Reina Sofia di Madrid. È proprio tramite l’assonanza con la poetica che Andrè Breton avrebbe definito dell’object trouvè, che Cornell fu accostato al Surrealismo, sebbene egli non abbia mai abbracciato ufficialmente il movimento.

Gli oggetti che si dispongono delicatamente all’interno delle sue scatole, più che avere un funzionamento simbolico, sono residui della memoria dell’artista che si addensano in piccoli reliquiari animati da una tensione poetica.
Da assiduo lettore di Keplero, Cornell era affascinato dall’idea del movimento dei pianeti mosso da un principio sovrannaturale oltre che fisico, in cui la scienza si confondeva con il sentimento.

Anche nelle opere di Mark Dion, artista nato nel 1961 a New Bedford, nel Massachusetts, la rigidità del pensiero scientifico viene messa in dubbio e aperta a nuovi esperimenti narrativi sospesi tra il reale e il fantastico. Il lavoro dell’artista esamina i modi in cui le ideologie dominanti e le istituzioni pubbliche hanno influito in maniera decisiva sulla nostra comprensione della storia, della conoscenza e del mondo naturale.
Attraverso l’appropriazione di metodologie scientifiche di raccolta dei dati, inerenti mondi quali quelli dell’archeologia, della zoologia e dell’ecologia, l’artista mette in discussione il ruolo della scienza quale voce autorevole e obiettiva nella società contemporanea. Proprio perseguendo queste finalità collabora con musei di storia naturale, acquari e zoo o realizza spesso spettacolari gabinetti delle curiosità, modellati sulle tipologie delle Wunderkammern.

In questo senso è esemplare l’opera in mostra Between Voltaire and Poe, un’installazione del 2016 realizzata a partire da un mobile in legno, di quelli usati per esporre le collezioni di oggetti dei musei di storia naturale, riempito però con oggetti che rievocano le traiettorie di ricerca nomadiche dell’artista, che partecipa spesso a spedizioni con team di esperti archeologi o studiosi di biodiversità, scatole di ogni tipo che contengono oggetti come fossili, giocattoli o monete tratti dalle collezioni private di ritrovamenti dell’artista, uova di animali fantastici, creature estinte o immaginarie e surreali microrganismi immersi in grandi provette. La scienza si fonde perciò con la fantasia e l’ironia, quella che all’apparenza sembrerebbe una rigida configurazione museale viene in tal modo destrutturata e reimmaginata.
Dion crea così delle tassonomie surreali, come quella che vediamo ad esempio in Les Oiseaux, un inchiostro e acquerello su carta che oltre che a mostrare l’abilità tecnica dell’artista nel disegno naturalistico, immagina una nuova ornitologia in cui agli uccelli sono accostate delle mani che mimano gli animali tramite la loro gestualità.

Se in Dion i dati della conoscenza vengono però disposti ordinatamente secondo andamenti orizzontali e verticali, come vediamo ad esempio anche in Field Station Honda – A Project for Flora 3, nelle tele e nelle scatole di Baruchello sono invece atomizzati ed espansi, disposti senza un preciso criterio come fossero una porzione di cervello che contiene contemporaneamente svariati dati, memorie e suggestioni.
Tra i maggiori esponenti dell’arte concettuale italiana, la ricerca artistica di Baruchello non è mai stata influenzata dalle tendenze dominanti negli anni in cui ha operato. Nato a Livorno nel 1924, studia legge all’Università La Sapienza di Roma, lavorando per dieci anni nell’azienda biomedica di famiglia. Tuttavia, fortemente attratto dal mondo della cultura, inizia a delineare la sua personalità artistica, decidendo di abbandonare la precedente carriera e dedicarsi completamente a quella di artista.

La sua ricerca affonda nel continuo confronto con il quotidiano, il comune, l’anti- monumentale: una dimensione umana dell’esistenza in cui riscoprire il profondo valore di una conoscenza enciclopedica.
Nel corso degli anni l’artista ha infatti accumulato e collezionato un gran numero di bibliografia concernente temi tra i più disparati, dall’arte alla filosofia, alla scienza, la zootecnica, l’etologia e l’antropologia, un patrimonio librario ampio che restituisce la varietà d’interessi dell’artista e il suo confronto con i più disparati campi del sapere.

Nella mostra, diversi smalti su alluminio, come Sweet Geology, mostrano dunque le minuscole creature che popolano le miniature enciclopediche di Baruchello. L’artista infatti riflette spesso su temi che riguardano il mondo naturale, ma a differenza di Dion, come si evince nel confronto con l’opera Field Station Honda – A Project for Flora 2, i dati del sapere viaggiano in un campo espanso e imprevedibile. Nelle scatole invece, come in L’Altra casa, si dispiega una narrazione che riguarda i temi dell’abitare e dell’addensarsi delle memorie nello spazio privato.
Seppure dunque in epoche e contesti diversi, i tre artisti hanno tentato di raccogliere il mondo in una narrazione che anticipa e interpreta i nuovi codici della comunicazione del nostro tempo, mettendone in luce le specificità e le contraddizioni.

Immagine in evidenza
di Joseph Cornell (part.)

Dettagli

Inizio:
sabato 12 Marzo 2022
Fine:
martedì 12 Luglio 2022
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

GALLERIA ERICA RAVENNA
Via di Sant’Ambrogio 26
Roma, 00186 Italia
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