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Ascoli Piceno – Eventi e luoghi di interesse

lunedì 1 Gennaio 2018 - giovedì 31 Dicembre 2020

Ascoli Piceno - Eventi e luoghi di interesse

sede: Varie Sedi (Ascoli Piceno).

Ascoli Piceno è un comune italiano di 48 621 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia nelle Marche. Rappresenta il quarto comune in regione per popolazione dopo Ancona, Pesaro e Fano.
Il suo centro storico, il più esteso delle Marche, è costruito quasi interamente in travertino ed è tra i più ammirati della regione e del Centro Italia, in virtù della sua ricchezza artistica e architettonica. Conserva diverse torri gentilizie e campanarie e per questo è chiamata la Città delle cento torri. In esso si trova la rinascimentale Piazza del Popolo, considerata tra le più belle piazze d’Italia. È l’unica città delle Marche ad avere due teatri storici, il Ventidio Basso e il Filarmonici.
Ogni anno si svolge la celebre Quintana che consiste principalmente in due tornei cavallereschi medievali che si disputano nel periodo estivo. Entrambi sono preceduti e seguiti da un imponente corteo con circa millequattrocento figuranti con costumi d’epoca. Si rinnova dal 1955 senza interruzioni ed è basata su antichi statuti che risalgono al XIV secolo.
La città è anche conosciuta per la famosa oliva ascolana, specialità gastronomica nata ad Ascoli Piceno e diffusa in tutto il territorio italiano e anche al di fuori dei confini nazionali. Le olive vengono generalmente servite a tavola assieme ad altri prodotti fritti come antipasto.

Sito istituzionale
https://www.comune.ap.it/

Eventi ad Ascoli Piceno
https://www.comune.ap.it/

Musei

Pinacoteca civica – Conserva opere pittoriche su tela e su tavola realizzate dal XIV al XX secolo. Tra gli artisti più famosi presenti: Tiziano, Guido Reni, Carlo Crivelli, Pietro Alemanno e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Di notevole pregio anche il piviale di manifattura inglese, del XIII secolo, che il papa ascolano Niccolò IV donò alla cattedrale della città.
Galleria d’arte contemporanea “Osvaldo Licini” – Ospitata presso il complesso del Polo di Sant’Agostino espone al suo interno la maggiore collezione pubblica mondiale del pittore Osvaldo Licini e comprende, inoltre, dipinti di Lucio Fontana, de Pisis, Roberto Matta, Gino Severini, Tullio Pericoli ed altri.
Museo dell’arte ceramica – Inaugurato nel 2007, conserva al suo interno ceramiche dell’antica tradizione ascolana, dal XIV secolo fino al XX secolo, oltre una sezione dedicata alle ceramiche italiane come Castelli, Deruta, Faenza, Montelupo Fiorentino ed altre.
Museo dell’Alto Medioevo – Situato all’ultimo piano del Forte Malatesta, accoglie l’esposizione dei corredi in oro di due delle circa 260 tombe longobarde scoperte nel 1893 presso la necropoli di Castel Trosino. La Sala degli Ori di Castel Trosino, per l’importanza dei reperti è l’elemento principale dell’esposizione. Il museo è stato inaugurato nel 2014.
Musei della Cartiera papale – Complesso architettonico che ha sempre ospitato mulini ad acqua e che ben rappresenta un esempio di archeologia industriale. Si sviluppa su più livelli edificati in diversi periodi, attualmente utilizzato come spazio museale ospita il Museo di storia naturale “Antonio Orsini” che accoglie reperti di rocce, minerali fossili, erbari e conchiglie, il Museo high – tech dell’acqua, il Museo della carta e la Sala delle macine.
Museo archeologico statale – Ospitato nei locali di Palazzo Panichi espone rinvenimenti del territorio ascolano e di tutto il Piceno in generale. È diviso in tre sezioni: preistoria, protostoria e romana.
Museo diocesano – Inaugurato nell’anno 1961 dal vescovo Marcello Morgante raccoglie pregevoli opere di arte sacra.
Museo d’arte sacra “L’Annunciazione a Maria” – Conserva opere come incisioni, xilografie, acqueforti, quadri e sculture in travertino, dal cinquecento fino ai nostri giorni. Si trova nel complesso della chiesa di San Pietro Martire.
Emygdius museum – Il museo dedicato a Sant’Emidio patrono della città e protettore dei terremotati, si trova nel piano superiore della chiesa di Sant’Ilario ed è composto da pannelli illustrativi, testimonianze, reperti e altri oggetti che narrano la storia, il culto e la diffusione nel mondo del Santo Patrono.
Museo – biblioteca “Francesco Antonio Marcucci” – Inaugurato nel 1994 ha sede nell’appartamento di monsignor Marcucci dove sono custoditi oggetti e memorie riguardanti la congregazione da lui stesso fondata, oltre la biblioteca e la cappellina.
Museo della stampa d’arte – Si trova all’interno del Liceo Artistico “O. Licini” nel quartiere di Porta Maggiore. Raccoglie strumenti e macchine da stampa in disuso.

Siti archeologici

Teatro romano – Addossato alle pendici del colle dell’Annunziata, è stato rinvenuto durante gli scavi condotti nell’anno 1932, e successivi del 1951 e del 1959. Presenta l’emiciclo delle gradinate esposto verso nord, la sua costruzione risalirebbe al I secolo a.C. con successivi restauri ed ampliamenti nella prima metà del I e II secolo dopo Cristo.
Grotte dell’Annunziata – Costruzioni monumentali realizzate tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C., all’epoca in cui l’antica Asculum era divenuta colonia di diritto romano. Si tratta di una vasta opera di sostruzione costituita da una serie di camere coperte a volta. Era in funzione di un edificio monumentale che si affacciava sulla città dal pianoro del colle, con grande effetto scenografico. Si ipotizza che si trattasse di un tempio[31].
Percorso archeologico interno a palazzo dei Capitani – Si tratta di un’area archeologica urbana musealizzata nel 1987 che si snoda all’interno del piano terra del palazzo dei Capitani e che mostra la stratigrafia di piani di pavimentazioni della piazza, che coprono l’arco di tempo compreso tra l’epoca romana e l’epoca contemporanea, con particolare interesse per le stratificazioni del periodo romano dalla fase repubblicana a quella tardoimperiale.

Architetture civili

Palazzi

Palazzo del Governo detto anche palazzo san Filippo, è considerato tra gli edifici di maggiori dimensioni della città. La sua facciata occupa l’intero lato est di piazza Fausto Simonetti ed ospita al suo interno la sede della Prefettura e dell’Amministrazione Provinciale.
Palazzo dell’Arengo – Sede principale del Comune, il palazzo, che risale alla fine del XII secolo, quando vennero eretti nella stessa area il palazzo del Comune e dell’Arringo, venne totalmente rimaneggiato in epoca barocca con le due nuove facciate realizzate da vari esponenti della dinastia dei Giosafatti, caratterizzate da due ordini di finestre. La facciata su piazza Arringo ha nel corpo centrale un portico di cinque alte arcate e con il doppio ordine di finestre inquadrate da figure femminili e maschili. All’interno ha sede la Pinacoteca ed alcuni uffici comunali, tra cui quello del Sindaco.
Palazzo dei Capitani del Popolo – Affacciato su piazza del Popolo si distingue per la sua elegante torre merlata medioevale a fianco dello storico caffè Meletti. Costruito fra il XIII ed il XIV secolo dall’unione di tre piccoli edifici separati da due rue, di cui uno provvisto di torre poi riutilizzata, venne rimaneggiato a seguito dell’incendio che nel 1535 distrusse quasi interamente l’interno. A quell’epoca risalgono il portale centrale, preceduto da una scalinata e sormontato dal monumento a Paolo III, il cortile a tre ordini di logge e lo scalone, questi ultimi realizzati da Camillo Merli attorno al 1550. La facciata posteriore, prospettante su Via del Trivio, eretta tra il 1518 ed il 1520, rappresenta la prima grande opera architettonica di Cola dell’Amatrice. L’ultimo piano dell’edificio ospita la Sala della Ragione, che ospita le sedute del Consiglio Comunale.
Palazzo Malaspina – Uno degli edifici monumentali della città di Ascoli. Elegante costruzione della seconda metà del Cinquecento, ottenuta con la fusione di edifici trecenteschi con tracce di una torre gentilizia presenti e visibili sul fianco (in via dei Malaspina). L’architettura del palazzo è attribuita da Baldassare Orsini a Cola dell’Amatrice. La facciata è animata da due portali a bugnato che riportano gli stemmi delle famiglie Malaspina e Guiderocchi, anticamente legate. Il prospetto, cadenzato da un triplice ordine di finestre, di cui quelle del piano nobile sono della tipologia “a tabernacolo”, è caratterizzato da un originale loggiato in alto, sostenuto da fusti privi di capitelli e imitanti tronchi d’albero con i rami mozzi. Nel cortile vi è una caratteristica fontana cinquecentesca, molto ornata. Le sale del piano nobile, decorate con affreschi realizzati da Biagio Miniera nella prima metà del XVIII secolo raffiguranti scene mitologiche, ospitavano la civica Galleria d’Arte Grafica moderna, ora Galleria d’Arte contemporanea, trasferita nel Complesso di Sant’Agostino. Palazzo Malaspina resta ad oggi uno dei più importanti palazzi privati della regione, ancora abitato dalla famiglia Malaspina.
Palazzo Bonaparte – Completamente diverso da tutti i palazzi gentilizi coevi della città rappresenta uno dei migliori esempi dell’architettura rinascimentale ascolana. Le sue mura esterne sono riccamente intessute da pietre intagliate che adornano sia le porte d’ingresso che tutte le finestre.
Palazzetto Longobardo – Contiguo alla Torre degli Ercolani che ne è parte integrante, è un pregevole esempio di casa gentilizia con torre annessa. Il complesso risale al XIII secolo. Rappresenta un rarissimo esempio di edilizia residenziale del Medioevo perfettamente conservato.
Caffè Meletti – Annoverato nell’elenco dei locali storici italiani è da sempre considerato il ritrovo dei personaggi più illustri della città, punto di incontro di cultura e di vita mondana. Si affaccia direttamente su piazza del Popolo preceduto da un portico con arcate e soffitto affrescato. La vita del Caffè iniziò il 18 maggio 1907, giorno della sua inaugurazione.
Cartiera papale – Complesso architettonico ubicato nel quartiere di Porta Cartara vicino al torrente Castellano. La vocazione polifunzionale del fabbricato ha accolto, nel corso del tempo, varie attività lavorative quali: la cartiera, i mulini ad acqua, la concia delle stoffe e la ferriera, tutte svolte con l’inseparabile e preziosa simbiosi della forza motrice delle acque del vicino torrente Castellano.

Torri
La città medioevale aveva circa duecento torri gentilizie, la cui erezione iniziò subito dopo il Mille. Tuttavia, già Federico II nel 1242 ne fece distruggere novanta, e la loro riduzione e demolizione proseguì in maniera progressiva anche nel Rinascimento, tanto che dalla pianta del Ferretti (1646) se ne possono rintracciare 43 in piedi. Allo stato attuale se ne possono rintracciare almeno una cinquantina, di cui sette integre, tra le quali le due trasformate nel corso del XIII secolo nei campanili delle chiese di San Pietro Martire e San Venanzio; le restanti sono state ridimensionate ed inglobate nelle abitazioni. Esse, diffuse nell’intero centro storico cittadino, appaiono soprattutto concentrate nell’area Nord – Ovest, corrispondente al Quartiere di San Giacomo, tra Porta Solestà, Via dei Soderini e Sant’Agostino.

Torre degli Ercolani – La più nota tra le torri gentilizie ascolane superstiti, fu costruita nel XII secolo contestualmente al Palazzetto Longobardo, seguendo i canoni delle torri gentilizie. All’epoca la torre gentilizia urbana era intesa come una trasposizione del castello entro la cerchia delle mura civiche: conciliava funzioni di stoccaggio e di difesa a beneficio delle consorterie che ne promuovevano la costruzione, ma era soprattutto uno strumento di imposizione visiva.
Torre degli Alvitreti – Elevata nel 1925 sulla base quadrata di una torre medievale già esistente, si trova all’incrocio tra Via del Trivio e Corso Mazzini, i due assi principali della città romana, ed è inglobato nella struttura del palazzo Alvitreti, rimaneggiato nel XVI secolo.
Torre del Cucco – Situata isolata sul colle dell’Annunziata fu costruita nel XV secolo. Faceva parte del sistema difensivo della vicina Fortezza Pia. ed è così chiamata per la presenza del monastero, non più esistente, di San Pietro in Cuculo.
Torre dei Grisanti – Situata davanti a Porta Solestà e nei pressi dell’imbocco del Ponte romano, la torre gentilizia fu costruita nel XII secolo.
Torre degli Imbriani – La torre gentilizia risalente al XIII secolo, fa parte strutturalmente del palazzo omonimo. La sua forma fu modificata nel corso dei secoli subendo un ridimensionamento dell’altezza.
Torri gemelle Merli – Furono costruite nel XII secolo con i tipici conci di travertino. Ubicate una a fianco all’altra in via delle Torri nelle vicinanze della Chiesa di Sant’Agostino sono tra i più bei esempi di torri gentilizie ascolane. Entrambi misurano 25 metri di altezza.
Torre di San Venanzio – È la torre campanaria dell’omonima chiesa, riadattata dopo essere stata torre gentilizia. L’esile costruzione vanta di aver conservato la doppia cornice di conci di travertino lungo il perimetro superiore.
Torre di via delle Donne – Torre gentilizia risalente al XII secolo, posta alle spalle di una casa medievale sopraelevata e rinnovata nel XVI secolo. Si trova nelle vicinanze di Piazza Ventidio Basso, adiacente al fianco sinistro della chiesa di San Pietro Martire. Ospita alcune aperture rettangolari, a metà dell’altezza, le cui cornici presentano bassorilievi con decorazioni a motivi a treccia e a zig zag.

Porte cittadine
La città di Ascoli aveva il centro abitato racchiuso all’interno della cinta muraria che delimitava l’area urbana dalla campagna.
Le mura erano aperte da sette varchi che indirizzavano il traffico nei punti segnati dalle porte urbane. La posizione dell’incasato ascolano, raccolto tra i solchi dei fiumi Tronto e Castellano, determinò l’esigenza di costruire un ponte in corrispondenza di ogni porta cittadina ad eccezione delle due che si trovavano nella parte ovest direttamente sul piano stradale. (Porta Gemina e Porta Corbara)

Porta Gemina – È considerata fra le più vetuste ed importanti porte cittadine ascolane, attraverso i suoi fornici si immetteva la via Salaria all’interno della città provenendo da Roma. Con la sua monumentalità è architettonicamente classificabile come una tipica costruzione romana del I secolo a. C.
Porta Corbara – Si apriva all’altezza del piano stradale, nella zona ovest della città, lateralmente al Cassero (Fortezza Pia).
Porta Solestà – Fu costruita nell’anno 1230, all’inizio del ponte Romano, per volere di Fidemilio da Mogliano utilizzando probabilmente materiali di risulta di una preesistente porta romana. Mostra al di sopra del fornice lo stemma del comune di Ascoli.
Porta Tufilla – Eretta tra il 1552 ed il 1555, come testimonia l’epigrafe della linea marcapiano: “PAULO IIII PONT MAX MDLV”, dall’architetto Camillo Merli, sulle fondamenta di una più antica.
Porta Maggiore – Varco del lato est della città che mediante ponte Maggiore congiungeva il territorio urbano con l’altra sponda del Castellano. Demolita con l’Unità d’Italia, era stata realizzata nell’anno 1587 come monumentale arco onorario in travertino, per il quale lavorò lo scalpellino Antonio Giosafatti: esordio ascolano della dinastia artistica dei Giosafatti.
Porta Cartara – La porta ebbe come primo nome Santo Spirito. Conduceva in città con l’attraversamento del ponte di San Nicola in Ponticello, costruito sul Castellano nella seconda metà dell’XI secolo. Successivamente all’edificazione della cartiera, voluta da papa Giulio II nel 1512, fu rinominata Cartara. Era detta anche Molinara perché molto vicina a un mulino azionato dal fiume.
Porta Torricella – Era collegata all’altra sponda del Castellano da un ponte non più esistente. Del varco rimane il profilo, ormai murato, visibile sul muraglione di sostegno del Lungo Castellano Sisto V.

Architetture religiose

Chiese

Battistero di San Giovanni – Semplice ed austero nella sua forma di architettura sacra di gusto romanico è costruito interamente in travertino ed annoverato tra i monumenti nazionali italiani. Rimaneggiato nella sua forma attuale verso la metà del XII secolo, presenta la base esterna di forma quadrata costituita per buona parte di blocchi squadrati di epoca romana. L’ interno ha al centro la vasca circolare, del V secolo, per il battesimo ad immersione, costituita anch’essa di blocchi romani di recupero, ed un fonte battesimale gotico impostato su di una colonna tortile.
Cattedrale di Sant’Emidio – Duomo della città, dedicato al santo patrono, sorge sul luogo di un edificio pubblico romano, forse la Basilica del Foro, ed è il risultato di molteplici vicende costruttive che vanno sostanzialmente dall’XI secolo al XVI secolo. Su piazza Arringo si apre la facciata principale realizzata da Cola dell’Amatrice, mentre le due facciate laterali risalgono alla fine del XV secolo. L’interno, a tre navate divise da pilastri poligonali, della fine del XV secolo, ospita, tra le varie opere, nell’abside centrale un coro ligneo tardogotico della prima metà del Quattrocento, un pulpito ligneo del 1660 circa; nella Cappella del Sacramento il Polittico di Sant’Emidio di Carlo Crivelli, l’imponente ciclo decorativo di Cesare Mariani, e la cripta di Sant’Emidio, costruita verso la metà dell’XI secolo che ospita, in un sarcofago del IV secolo, le reliquie del Patrono della città.
Chiesa del Cuore Immacolato di Maria – Realizzata negli anni cinquanta, è stata istituita come parrocchia dal vescovo monsignor Marcello Morgante nell’anno 1955. Al suo interno custodisce un prezioso crocifisso ligneo, del 1636, intagliato dal francescano Innocenzo da Petralia. Lo storico Giuseppe Fabiani racconta della grande devozione del religioso che lo aveva lavorato solo nei giorni di venerdì, a digiuno ed in ginocchio.
Chiesa della Madonna del Ponte – Caratteristica per la sua forma cilindrica e per le modestissime dimensioni, è considerata una tra le più piccole chiese della città. Edificata nell’anno 1689 testimonia l’antica consuetudine di costruire edicole votive in prossimità dei passaggi e degli ingressi alle città.
Chiesa di Sant’Agostino – Edificata in stile romanico nella prima metà del XIII secolo, fu inizialmente a navata unica. Rimaneggiata a partire dal 1317 fu ruotata nel corso del XV secolo, quando fu anche ampliata a tre navate. La facciata sulla piazza è caratterizzata da tre finestre circolari e dal portale del 1547. L’interno, diviso a pilastri cruciformi, presenta sulla navata destra tre monumentali altari realizzati da Giuseppe e Lazzaro Giosafatti tra la fine del XVII e la prima metà del successivo. L’altare della Madonna della Pace ospita una Madonna del Latte, tavola della seconda metà del Trecento, attribuita al pittore di scuola fabrianese Francescuccio di Cecco Ghissi.
Chiesa di Sant’Angelo Magno – Situata nell’antico rione della Piazzarola spicca per la sua stratificazione storica che va dallo stile romanico passando per il medievale ed il barocco.
Chiesa della Santissima Annunziata – Un tempo di grande importanza per la cittadinanza ascolana, si inserisce in un vasto complesso edificato in epoca medievale sui resti di antiche costruzioni romane e nato con la funzione di ospedale (oggi sede della SAD-Unicam), si erige sul Colle dell’Annunziata, dal quale si può vedere il bellissimo panorama di tutta Ascoli Piceno.
Chiesa di San Cristoforo – Fu ricostruita su un’altra chiesa preesistente nel 1593-98 dalla Confraternita Orazione e Morte, che tuttora la gestisce, e fu completata nel 1790. Al suo interno sono presenti tre altari barocchi di Giuseppe Giosafatti e tele di Ludovico Trasi e Nicola Monti. In controfacciata, il più antico organo esistente realizzato da Gaetano Callido (1763).
Chiesa di San Francesco – Questa chiesa è considerata una delle migliori opere italiane di architettura francescana, nonché l’edificio religioso francescano più rappresentativo della regione Marche. Fu iniziata, con l’annesso convento nel 1258, consacrata nel 1371 e completata con la cupola nel XVI secolo. Sulla facciata principale, in Via del Trivio, si aprono tre portali gotici, mentre il fianco destro fa da scenico fondale alla Piazza del Popolo ed è caratterizzato dalle dinamiche absidi quattrocentesche, dal portale laterale trecentesco sormontato dal monumento a Giulio II del 1510 e termina con un gruppo absidale di raro modello architettonico. L’interno, a tre navate e diviso da dieci pilastri poligonali, presenta uno stile di transizione tra il romanico ed il gotico. La chiesa è il fulcro di un complesso monumentale cui si aggiungono anche due chiostri.
Chiesa di San Giacomo Apostolo – Chiesa romanica costruita dopo il 1250, sorge al centro di una piazza con intorno edifici storici in travertino, presenta due portali romanico – gotici leggermente strombati e, sulla facciata principale un rosone tardoduecentesco. Il portale laterale sinistro presenta nella lunetta un gruppo scultoreo policromo raffigurante la Vergine tra i Santi Giacomo e Giovanni, mentre quello principale vi è un affresco del 1633 di Sebastiano Ghezzi raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Giacomo ed Emidio. L’interno, a navata unica, presenta tracce di affreschi, tra cui alcuni attribuiti al Maestro di Offida, risalenti alla seconda metà del XIV secolo. Al piano sotterraneo è una cripta, aperta nel Novecento, che ospita una riproduzione della grotta di Lourdes.
Chiesa di San Giuliano – Edificata all’inizio dell’anno 1000 è stata elevata in conci travertino seguendo i canoni dello stile romanico. L’Andreantonelli la ricorda come la IX parrocchia ascolana.
Chiesa di San Gregorio Magno – Costruita probabilmente nell’VIII secolo riutilizzando interamente un tempio romano pagano, edificato tra l’Età tardo Repubblicana, I secolo a.C., e la prima Età Augustea, I secolo d.C., vide l’aggiunta della facciata e del campanile nel corso del XIII secolo. L’interno, a navata unica con le pareti del tempio pagano in opus reticulatum e l’abside in opus latericium, ospita affreschi del XII – XIII secolo, tra cui una delle prime rappresentazioni di San Francesco che predica agli uccelli, risalente alla seconda metà del Duecento.
Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio – Progettata dall’architetto e sculture ascolano Lazzaro Giosafatti è un significativo esempio di stile tardo barocco. Consacrata nel 1786 presenta nell’interno, a navata unica, altari e decorazioni di Agostino Cappelli, allievo del Giosafatti.
Chiesa di Santa Maria della Carità – La chiesa, comunemente chiamata della Scopa, risale al XIV secolo ma fu modificata dal 1532 al 1583 da Cola dell’Amatrice e Conte Conti, secondo lo stile architettonico barocco dell’epoca. L’interno è a navata unica con dieci cappelle laterali, riccamente decorate da pale, affreschi e stucchi, realizzate tra il 1590 e il 1629, che manifestano il passaggio tra l’arte della Controriforma e quella del primo Barocco. La controfacciata e la parte alta delle pareti ospita un ciclo di affreschi raffiguranti episodi del Libro dell’Esodo, realizzati da Girolamo Buratti nel XVII secolo.
Chiesa di Santa Maria del Carmine – In stile barocco, edificata tra il 1651 e il 1663 con annesso convento dei Padri Carmelitani, presenta una facciata disegnata dall’architetto Carlo Rainaldi e realizzata da Giuseppe Giosafatti. L’interno è a navata unica con dieci altari laterali, tra cui alcuni realizzati da Silvio e Giuseppe Giosafatti.
Chiesa di Santa Maria delle Donne – Edificata all’inizio del XIII secolo al di fuori delle mura cittadine oltre porta Romana, nella piana di san Panfilo, e costruita attaccata allo scomparso monastero femminile di clausura.
Chiesa di Santa Maria Intervineas – La chiesa, in stile tardo-romanico e gotico, edificata su un luogo di culto risalente al V secolo, fu rimaneggiata nel corso del XIII secolo ma subì cambiamenti nei secoli successivi, fino alla ricostruzione delle due navate laterali alla metà del XX secolo. Isolato rispetto al corpo dell’edificio è il campanile, originariamente utilizzato come torre di difesa. L’interno, a tre navate, è diviso alternativamente da pilastri e colonne circolari, ed ospita affreschi due – trecenteschi. L’abside destra presenta feritoie originariamente utilizzate come elemento di difesa lungo le mura e la Madonna dell’Impiccato, un’antica immagine della Vergine con l’aureola distaccata dal muro, legata alla leggenda secondo la quale avrebbe sollevato il capo salvando da morte certa un condannato. Sulla controfacciata è il mausoleo tardogotico in onore dell’umanista ascolano Cola Pizzuti.
Chiesa di San Pietro martire – Fu eretta per i frati domenicani nel 1250, in stile gotico, in occasione del passaggio in città di Pietro da Verona. Consacrata a San Pietro Martire, fu costruita su una preesistente chiesa di san Domenico all’interno di una delle aree più densamente urbanizzate della città medievale, tra l’area mercantile di Piazza Ventidio Basso e uno degli assi viari principali cittadini. La facciata principale, su Via delle Torri, a spioventi, è ornata da un portale di Giuseppe Giosafatti, mentre sul fianco sinistro, che chiude un lato della piazza, segnato da contrafforti e finestroni gotici, si apre il portale realizzato nel 1523 da Cola dell’Amatrice. Il monumentale interno (si tratta della più ampia chiesa cittadina), a tre navate divise da pilastri cilindrici e che termina a tre absidi poligonali, è contrassegnato dalla presenza di otto altari realizzati da Giuseppe e Lazzaro Giosafatti tra l’ultimo quarto del XVII e il primo del XVIII. L’abside centrale è dominata da un tabernacolo architettonico secentesco; nell’abside di destra è il Reliquiario della Sacra Spina, che conserva quella che secondo la tradizione sarebbe una delle spine della corona di Cristo.
Chiesa di San Tommaso Apostolo – Chiesa romanica costruita verso il 1064, insieme alla Collegiata dei Canonici Lateranensi dell’Ordine di Sant’Agostino, per iniziativa del vescovo Bernardo II. Sorge al lato dell’omonima piazza che custodisce i resti dell’anfiteatro romano.
Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio – Chiesa romanica edificata nel IX secolo. Il suo aspetto odierno risulta essere l’esito di opere, restauri ed elaborazioni architettoniche sviluppate ed aggiunte durante il corso di almeno seicento anni e concluse nell’anno 1389. La facciata, incompleta, è caratterizzata da 64 riquadri originariamente decorati e dal portale centrale di stile gotico, con all’interno della lunetta il gruppo scultoreo con la Madonna tra i Santi Vincenzo e Anastasio. L’interno, austero, a tre navate, presenta la zona prsbiteriale rialzata, e termina con un’abside poligonale. Al livello sotterraneo è la cripta, caratterizzata da un ciclo di affreschi del Maestro di Offida raffigurante la Leggenda di San Silvestro, solo in minima parte ancora in loco, mentre per la maggior parte è stata staccata conservata nel palazzo vescovile.
Chiesa di San Vittore – Segue i canoni dello stile romanico. Il suo fianco destro, in origine decorato da affreschi, era costeggiato da un’antica strada che raggiungeva il Forte Malatesta e il Ponte di Cecco.
Chiesa di San Serafino da Montegranaro – Detta chiesa dei Cappuccini, fu in origine un monastero benedettino fondato nell’VIII secolo. Dopo aver ospitato vari Ordini religiosi, a partire dal 1569 il luogo venne affidato ai Frati Minori Cappuccini. Circa venti anni dopo giunse nel convento fra Serafino da Montegranaro che vi rimase fino al momento della morte, avvenuta il 12 ottobre 1604. La chiesa attuale, dell’ultimo quarto del XVIII secolo, conserva un notevole ciclo pittorico realizzato a varie riprese tra il 1903 ed il 1915 da Augusto Mussini, frate-pittore del periodo divisionista, dedicato alla vita di San Serafino.
Cripta di Sant’Emidio – Fu costruita all’interno della Cattedrale dal vescovo Bernardo II attorno alla metà dell’XI secolo nell’area corrispondente in buona parte alla Basilica civile del Foro, per accogliere i resti del patrono ascolano e dei suoi discepoli, qui trasportati dalle catacombe di Campo Parignano. Suddivisa in navatelle da 63 colonne romane di spoglio, presenta sulle pareti memorie funebri del periodo barocco. La tomba di Sant’Emidio è collocata nell’area centrale della cripta, rimaneggiata da Giuseppe Giosafatti all’inizio del XVIII secolo, all’interno di un sarcofago di epoca romana, dell’età di Marco Aurelio, ed è sovrastata dalla scultura raffigurante Il Battesimo di Polisia di Lazzaro Giosafatti.
Tempietto di Sant’Emidio Rosso – Il piccolo edificio religioso nasce come ampliamento del capitello votivo voluto dai primi cristiani ascolani. Ha custodito per secoli la “Cona de Santo Migno”: pietra utilizzata per la decapitazione del santo, ancora oggi, conservata nel tempietto al di sotto dell’altare.
Tempietto di Sant’Emidio alle Grotte – Questo tempio è uno dei monumenti più importanti della città e ben rappresenta l’arte barocca delle Marche. Progettato da Giuseppe Giosafatti ed ispirato allo stile di Pietro da Cortona e di Gian Lorenzo Bernini fu eretto come ex voto in onore del patrono di Ascoli per aver preservato la città dai danni del sisma del 1703.

Ascoli Piceno. (13 ottobre 2018). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 14 ottobre 2018, 00:48 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Ascoli_Piceno&oldid=100316844.

Dettagli

Inizio:
lunedì 1 Gennaio 2018
Fine:
giovedì 31 Dicembre 2020
Categoria Evento:
Tag Evento:
, , , , ,
Sito web:
http://www.comuneap.gov.it

Luogo

VARIE SEDI – ASCOLI PICENO
Ascoli Piceno, 63100 Italia + Google Maps