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Attorno al Vetro e il suo riflesso nella pittura
sabato 16 Dicembre 2017 - domenica 27 Maggio 2018
sede: Centro Culturale Candiani (Mestre).
cura: Chiara Squarcina; progetto di Gabriella Belli.
Un inedito parallelismo tra vetro e pittura è al centro dell’esposizione “Attorno al Vetro e il suo riflesso nella pittura”: i capolavori dell’arte vetraria – oltre 100 pezzi, creazioni dalle tecniche più diverse che hanno attraversato i secoli, il costume e il gusto, scelti nelle magnifiche collezioni del Museo del Vetro di Murano – trovano il loro riflesso e soprattutto un rinnovato valore artistico e simbolico nei circa 30 dipinti opportunamente selezionati nelle raccolte civiche, in particolare in quelle della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, ma anche in prestigiose collezioni pubbliche e private, dalla Pinacoteca di Barletta al MAXXI di Roma, dai Musei Civici di Pesaro alla Fondazione CRTrieste.
Un dialogo serrato e raffinato, che mostra come il vetro nella narrazione pittorica si sia conquistato – dal Cinquecento in poi e grazie anche al virtuosismo creativo dei maestri vetrai di Murano – un ruolo di primo piano nella composizione, punto focale dell’impianto compositivo, elemento estetico dall’autonoma identità artistica e viatico verso allusivi significati, magari sul senso dell’esistenza o sulla fragilità della vita umana o della società attuale.
“I vetri nelle nature morte – scrive nel catalogo della mostra Jean Blancheart – sono delle finestre che prendono la luce, la portano nel quadro e la rimandano sugli oggetti del dipinto stesso, illuminandoli. La magia del riflesso (… ) ci consente di vedere in un vaso, in una bottiglia, in uno specchio, qualcosa che sta dietro, qualcosa di lontano.
E quante volte i vetri nelle nature morte sono dipinti proprio per aumentare la potenzialità di luce del quadro”.
Non solo dunque un banale elemento di contestualizzazione o la strumentale occasione per dimostrare l’abilità del pittore nella resa coloristica o luministica di un materiale così complesso.
“Questa mostra – scrive Gabriella Belli – svelerà come i pittori di ogni epoca abbiano identificato nel vetro un preferenziale riferimento estetico capace di “riflettere” in modo originale personali sviluppi concettuali. Così dal vetro trasparente a quello colorato e filigranato, dagli esemplari dove la leggerezza materica rende quasi impalpabile l’oggetto fino alla fisicità materica delle lavorazioni novecentesche, si comprenderà l’evoluzione innovativa dell’arte muranese vetraria e come la pittura abbia saputo trasferire sulla tela la duttile personalità del vetro e il suo progredire nei secoli obbligandoci a guardarlo attraverso inedite prospettive”.
Autori come Berents, De Nittis, De Maria, Morandi – che per esempio vestiva di colore le sue bottiglie accordando loro una matericità diversa dagli originali – non si sono dunque limitati alla riproduzione su tela dell’oggetto ma, accentuando ora questo ora quell’aspetto estetico o valore intrinseco, ne hanno proposto una “trasposizione visionaria” seguendo il proprio personalissimo percorso artistico.
Così la mostra, curata da Chiara Squarcina, è fatta di giochi sottili, di rimandi quanto mai affascinanti tra opera dipinta e opera reale, a suggerire una rilettura della storia del vetro di Murano dal XVI secolo fino all’attualità, mediata dalla personalità del pittore che racconta un’altra storia. Tutta da scoprire.