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Avellino – Eventi e luoghi di interesse

lunedì 1 Gennaio 2018 - giovedì 31 Dicembre 2020

Avellino - Eventi e luoghi di interesse

sede: Varie Sedi (Avellino).

Avellino è un comune italiano di 54 307 abitanti, capoluogo della provincia omonima in Campania. L’insediamento nacque dopo che l’Avellino romana, Abellinum, nel territorio di Atripalda, fu abbandonata

Sito istituzionale
http://www.comune.avellino.it/

Musei

Galleria nazionale dei Selachoidei
La Galleria nazionale dei Selachoidei è un museo dedicato esclusivamente agli squali Attualmente chiuso al pubblico.

Museo d’arte
Il Museo d’arte, fondato nel 1995 presenta una collezione di opere del Settecento, dell’Ottocento e del Novecento, di autori fra i quali si ricordano: Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Atanasio Soldati, Pierre Laprade, Francesco Cangiullo, Renato Guttuso, Ernesto Treccani, Michelangelo Pistoletto, Vincenzo Irolli, Gabriele Carelli, Raffaele Tafuri, Gaetano Gigante, Pietro Bouvier, Francesco Casanova, Ubaldo Gandolfi ed altri.
Particolare è la collezione di artisti irpini dell’Ottocento, fra cui si ricordano gli autori: Giovanni Battista, Giuseppe Buscaglione, Achille Carrillo, Cesare Uva, Mariano Uva, Angelo Volpe, Vincenzo Volpe, etc.

Museo Provinciale Irpino
Il Museo provinciale irpino è dislocato presso il Palazzo Provinciale della Cultura (Corso Europa) e il complesso dell’ex Carcere Borbonico (Piazza de Marsico), quest’ultimo chiuso al pubblico.
Nato dalla Collezione privata “Zigarelli”, donata al Comune di Avellino nel 1889, si è arricchito nel tempo grazie a donazioni e acquisizioni e, soprattutto, a campagne di scavi condotte nel territorio irpino dalle locali Soprintendenze. Trasferito per competenza alla provincia di Avellino nel secondo dopoguerra, nel 1965 viene collocato al piano terra del Palazzo Provinciale della Cultura in Corso Europa, nato dal progetto dall’architetto Francesco Fariello del 1951, dove rimane la sezione archeologica, che espone importanti reperti ritrovati nella provincia di Avellino, tra i quali si segnala la preziosa raccolta collegata al culto della dea Mefite.
Negli anni Duemila la collezione di quadri viene trasferita presso l’ex Carcere Borbonico, nel quale viene istituita la “Pinacoteca Provinciale”.
Sempre nel Carcere Borbonico sono stati collocati anche i depositi del Museo Irpino e un’esposizione di strumenti scientifici dell’800.

Museo irpino del Risorgimento
Ospitato nel complesso del carcere borbonico, venne riaperto nel 2011 in occasione delle celebrazioni per il 150º anniversario dell’unificazione nazionale. Accoglie reperti dell’Ottocento riguardanti i processi e la società che resero possibile la moderna Italia. I reperti sono organizzati cronologicamente dal 1799 (anno di proclamazione della Repubblica Napoletana) al 1861.

Museo Zoologico degli Invertebrati “Carbone Lauretana”
Il Museo Zoologico degli invertebrati è dedicato alla malacologa irpina Lauretana Carbone. È situato in Corso Umberto I, è uno dei maggiori musei dedicati agli invertebrati in Italia, aperto nel luglio del 2002. L’esposizione del museo è suddivisa in tre sezioni, che rappresentano le classi zoologiche degli animali a cui è dedicato: nella prima sezione si espone al pubblico la specie dei celenterati e dei poriferi; nella seconda: gli artropodi, i tentacolati, gli anellidi, gli echinodermi, gli aschelminiti, i rizopodi, i sipinculidi e i tunicati. La terza area del museo è completamente dedicata ai molluschi.
Il museo custodisce collezioni comparative di molluschi ascritti ai generi: Acavus, Allonautilus, Aporrhais, Argonauta, Harpa, Nautilus, di livello internazionale, con tutte le specie viventi e descritte. Di rilievo la collezione di Tentacolati, l’unica presente sul territorio campano.
Fra le specie ormai estinte si segnalano alcune chiocciole arboricole del Madagascar del genere Tropidophora, delle Isole Mauritius del genere Gibbus, dell’isola di Madera del genere Geomitra, dell’isola di Kauali (Hawaii) del genere Camelia, dell’Isola di Raiatea (Polinesia Francese) del genere Partula. Oltre al gasteropode d’acqua dolce planorbide carinato del Nord America (Neoplanorbis carinatus) proveniente dall’Alabama (USA) ed all’igromiide di Picard (Trochoidea picardi) da Tel Aviv (Israele).

Pinacoteca Provinciale Irpina
La Pinacoteca Provinciale Irpina è situata all’interno del “Carcere Borbonico”, in un intero braccio, nei pressi del Corso Vittorio Emanuele (ingresso Piazza de Marsico). Propone dipinti e ceramiche, principalmente di autori locali e di interesse provinciale. Degna di nota è la sezione di dipinti napoletani dell’Ottocento con Domenico Morelli, Lord Mancini, Vincenzo Caprile, Federico Maldarelli. Dal 2008 la pinacoteca è chiusa al pubblico per lavori di ritrutturazione.

Museo civico
Raccoglie vario materiale donato ed è ospitato nel complesso di Villa Amendola.

Altri musei
Lapidario Provinciale, Carcere Borbonico (collezione proveniente dalla Sezione Archeologica del Museo Irpino in Corso Europa)
Esposizione di reperti della Soprintendenza Archeologica, Carcere Borbonico (Via Dalmazia)
Esposizione Provinciale di attrezzature scientifiche del XIX secolo, presso il Museo Irpino del Risorgimento, Carcere Borbonico
Museo e Lapidario Diocesano
MateMuseum (Museo della Matematica)

Architetture civili

Dogana
La dogana assunse le forme architettoniche dopo che il principe Francesco Marino Bracciolo ne commissionò il restauro a Cosino Fanzago dopo che lo stabile era caduto in abbandono in seguito alla peste del 1656.
La facciata è divisa in cinque moduli su due livelli di cui solo quello inferiore ospita lunette che danno luce all’interno.
Il piano terreno è diviso da cinque archi dei quali quello centrali e i due esterni sono portoni, mentre in passato solo quello centrale era aperto come documentato da varie immagini d’epoca. A sottolineare la maggiore importanza del portale centrale vi sono due mensole che un tempo ospitavano due statue antiche: Diana e Efebo. Ai due lati della facciata erano presenti due leoni reggenti lo stemma del Principato Ultra, posti ai lati del portale di Palazzo Caracciolo.
Il piano superiore si divide in riquadri che riflettono i cinque archi sottostanti. Quello centrale ospita una lapide in ricordo del restauro del Fanzago. Gli altri quattro riquadri ospitavano in nicchie circolari busti di: Augusto, Adriano, Pericle e Antonino Pio. Tra questi due nicchie ospitavano una Venere Anadiomene e la statua di Francesco Marino Caracciolo. Agli estremi vi sono gli stemmi della famiglia.
A coronamento del tetto una balaustra ospitava altre statue provenienti da Abellinum.
Dopo il terremoto del 1980 la dogana subì molti danni, ma il colpo di grazia fu l’incendio degli anni novanta, periodo in cui la dogana ospitava un cinema e che ha fatto rimanere in piedi solo la facciata e la base delle mura perimetrali. Da allora è abbandonata.

Palazzo de Conciliis
Opera dell’architetto Maria Luigi de Conciliis nel corso del Settecento, ha accolto il giovane Victor Hugo in occasione del ricongiungimento col padre (il colonnello Joseph Léopold Sigisbert Hugo) ad Avellino, ivi trasferitosi in seguito alla nomina a Governatore militare della provincia, in sostituzione del Digonet, avvenuta agli inizi del 1808.

Casa della Gioventù Italiana del Littorio
Inaugurata da Renato Ricci nel pomeriggio del 10 aprile 1937, la Casa della GIL è stata realizzata su progetto del noto architetto Enrico Del Debbio, già autore degli edifici del Foro Italico di Roma. Il palazzo, dopo essere stato abbandonato nel dopoguerra, fu riconvertito in una sala cinematografica (“Cinema Risorgimento”); sopravvissuto al terremoto del 1980, è stato ristrutturato negli anni novanta per ospitare una nuova sala cinematografica, il Cinema Eliseo.

Torre dell’Orologio
La Torre dell’Orologio, simbolo di Avellino, è un monumento in stile barocco che sovrasta la Piazza Amendola, dove si trova il Palazzo della Dogana.
La torre è alta circa 36 metri e presenta un basamento a bugne riquadre. In origine presentava due piani, con quello più elevato aperto. Successivamente, venne aggiunto un terzo livello dotato di un orologio a campane e della “diana” che suonava a martello in caso di pericolo.
Data la sua altezza e la sua collocazione, la Torre dell’Orologio sovrastava gli edifici circostanti e la sua sommità è visibile da lontano, persino dalla fine di via Francesco Tedesco e del Corso Vittorio Emanuele II.
Voluta per volontà del principe Francesco Marino Caracciolo, fu progettata dall’architetto Cosimo Fanzago a metà del XVII secolo.
Come tutti i monumenti secolari, la Torre dell’Orologio ha vissuto le conseguenze dei vari terremoti successivi alla sua costruzione, nel XVII e XVIII secolo. Perciò, venne restaurata nel 1782, impiegando danaro pubblico, secondo quanto recita una lapide, dove si leggono i nomi del Sindaco, Pietro Rossi, e dell’Architetto, Luigi Maria de Conciliis.
La Torre crollò quasi interamente a seguito del terremoto del 23 novembre 1980, il che rese necessaria una ricostruzione con alcuni elementi originali.

Carcere Borbonico
Venne iniziato nel 1819. Nel 1826 fu approvato il progetto del carcere di Giuliano de Falco. I lavori vennero iniziati nel 1827, i primi due padiglioni ultimati entro gli anni trenta dell’Ottocento. Il carcere è stato attivo fino al 1987 per poi essere sottoposto a lunghe attività di restauro e riqualificazione, fino alla sua funzione di principale polo museale della provincia.
I suoi padiglioni sono sede del Museo Provinciale Irpino, in particolare del Museo del Risorgimento (nuova sezione inaugurata il 17 marzo 2011), della Pinacoteca Provinciale (in riallestimento) e del Lapidario Provinciale (nel cortile aperto). La struttura ospita sale dedicate a mostre e attività didattiche e un auditorium di circa 100 posti. Molti gli spazi spazi concessi periodicamente ad associazioni ed enti privati per attività culturali. È sede degli uffici della Soprintendenza di Avellino, dell’Archivio di Stato e di alcuni uffici della Provincia di Avellino.

Casino del Principe
Residenza nobiliare in stile rinascimentale commissionata da uno dei Principi della dinastia Caracciolo, Camillo, nel 1591. In seguito al restauro è stata adibita a centro espositivo. Tra le mostre presentate vi sono quelle dedicate a Caravaggio, Leonardo Da Vinci, Andrea Pazienza e Picasso.
La Casina del Principe costituiva l’accesso al Parco attiguo al castello.
Fu fatto edificare intorno alla metà del 1700 da Maria Antonia Carafa, moglie del principe di Avellino, Francesco Marino IV.
La struttura sorse proprio nei pressi della porta monumentale che segnava l’ingresso del giardino, la parte inferiore del magnifico e immenso parco che fu voluto dal principe Camillo Caracciolo.
Il parco fu chiamato “Parco Donnico” dal principe Caracciolo.
Esso era la riserva di caccia del principe che fu ampliata, acquistando ettari di terra dai privati, diventando una delle “sette meraviglie del Regno di Napoli” (titolo che gli fu attribuito da Carlo Borbone durante una sua visita ad Avellino e che fu ospite alla corte dei Caracciolo per qualche giorno).
Era talmente ampio che occupava tutta la zona dell’attuale Rione Parco (quartiere che sorse in epoca più moderna dove era situato, appunto, il parco del principe) fino ad arrivare nella zona della frazione di Picarelli.
Nel parco si trovavano animali come cervi, caprioli e tanti altri.
C’erano anche dei bellissimi giardini ricchi di tulipani, narcisi, anemoni e tante altre tipologie di fiori e piante, anche esotiche, che all’epoca erano sconosciute nel Regno e in gran parte d’Italia.
Il parco era famoso per le fontane e i giochi d’acqua, per la cui realizzazione venne chiamato un ingegnere idraulico di origini fiorentine, Antonio Nigrone.
La Casina, infatti, fu un luogo di svago per il Principe e per i suoi concittadini.
Dopo i lavori di restauro fatti al Casino, fu scoperto nei sotterranei un ipogeo che risulta, secondo varie ricerche ed ipotesi, avere una datazione ancora più antica del Casino stesso.
Si ipotizza che fu realizzato durante i lavori di restauro del castello dopo che fu devastato dai soldati spagnoli nel 1528 e per il matrimonio della contessa di Avellino Maria de Cardona con Francesco d’Este, figlio del Duca Alfonso I d’Este e di Lucrezia Borgia, nel 1539.
Dell’ipogeo si possono ammirare: elementi decorativi emergenti su un piccolo specchio di acqua, una fontana a parete dal classico stile cinquecentesco con due figure statuarie (una maschile e una femminile), decorazioni con spugne marine e conchiglie e un germaul.

Fontana di Bellerofonte
La Fontana di Bellerofonte (secolo XVII), conosciuta anche come “fontana dei tre cannuòli” per la sua conformazione, è un’opera dello scultore bergamasco Cosimo Fanzago, sita nel centro storico nella parte alta di corso Umberto I, già via di Costantinopoli.

Fontana Tecta
Posta sulle sponde del Fenestrelle risale al 1050 ed è stata restaurata nel 2017.
Oltre al corpo principale, sotto una tettoia in muratura sono ospitati vari lavatoi in pietra.

Ville Comunali
Vi sono nella città due Ville Comunali, la più grande e storica sita in adiacenza al Corso Vittorio Emanuele II, mentre un’altra, inaugurata nel 2006, si trova in via Cristoforo Colombo, nei pressi dell’edificio del distretto militare.

Altri edifici storici
Palazzo del Governo
Palazzo Amoretti
Palazzo Balestrieri
Palazzo Caracciolo
Palazzo De Conciliis
Palazzo De Peruta
Palazzo Festa
Palazzo Greco
Palazzo Testa
Palazzo Trevisani
Caserma Litto
Villa Salomone

Architetture religiose
L’insediamento nacque dopo che l’Avellino romana, Abellinum, nel territorio di Atripalda, fu abbandonata.
In città le architetture religiose hanno subito distruzioni e sostanziali modifiche in seguito ai vari terremoti che hanno sconvolto il territorio in vari periodi storici determinando il rifacimento delle strutture che non sempre ha rispettato la precedente condizione degli stessi. Fino alla fine degli anni trenta sorgevano, nel Largo dei Tribunali (ora Piazza della Libertà), la chiesa di San Francesco d’Assisi ed il convento dei Frati Minori Conventuali, fondato dallo stesso santo, e la chiesa dell’Annunziata, con il convento dei padri Domenicani, ora sede della prefettura. Il podestà fascista di allora, ritenne opportuno demolire le due chiese, con il convento francescano, cancellando per sempre due importanti luoghi storici ed artistici.

Duomo
Il Duomo della diocesi di Avellino, dedicato alla Vergine Assunta, sorge approssimativamente dove insisteva l’antichissima Chiesa di Santa Maria, sul Colle della Terra. In particolare, i blocchi in pietra alla base del campanile sono quanto resta dell’originaria costruzione di epoca longobarda / normanna. La Facciata è ottocentesca. L’interno è a tre navate e conserva tante opere d’arte come affreschi, dipinti e arredi sacri. Nel Duomo vi è tanto da ammirare, di rilievo vi è anche l’antichissima Cripta dove si trovano sepolti i corpi di alcuni Vescovi di Avellino. Particolarmente bella ed importante è la cappella di San Modestino, patrono di Avellino, che contiene tanti reliquiari, tra i quali quelli dei Santi Modestino, Fiorentino e Flaviano. Nella cappella è collocata in una nicchia la statua argentea di San Modestino. Di particolare bellezza ed importanza è anche la cappellina che contiene il simulacro della Madonna Assunta (compatrona della città di Avellino), un’opera lignea scolpita dall’artista Nicolò Fumo nel lontano 1718, una statua tanto cara agli avellinesi, che viene portata in una lunga processione tra migliaia e migliaia di fedeli per le strade cittadine il 15 agosto.

Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori (Cripta del Duomo)
È in stile romanico, ed è composta da tre navate con eleganti colonne di spoglio dai capitelli di ordine diverso. In essa sono sepolti alcuni vescovi di Avellino. La databilità della cripta del Duomo è da identificarsi con lo stesso periodo di costruzione della Cattedrale stessa.

Chiesa di Santa Maria del Rifugio (detta di Sant’Anna)
È situata nella centrale Piazza del Popolo, per secoli luogo di scambi commerciali e mercati ortofrutticoli. La chiesa fu edificata nel 1712, ed è conosciuta per il culto particolare verso Sant’Anna. Il 26 luglio, giorno in cui cade la festa della santa, la chiesa è meta di pellegrinaggio in modo particolare da parte delle gestanti, e delle neo – mamme. Al fianco del Portale d’accesso vi è il monumento dedicato alle vittime dei bombardamenti del 1943 che proprio in Piazza del Popolo fecero più vittime.

Chiesa e convento di Santa Maria delle Grazie
In cima alla collina dei Cappuccini si trova la Chiesa – Santuario di S. Maria delle Grazie, affiancata dal Convento dei Cappuccini in un corpo unico, entrambi del 1580. L’interno, a due navate, conserva una pregevole pala d’altare in legno e vari affreschi. Il simulacro della Vergine che viene portato annualmente in processione è basato sulla raffigurazione presente nella parte centrale della pala d’altare.

Chiesa e Conservatorio delle Oblate
È situata nei pressi della centralissima Piazza della Libertà. La costruzione del complesso monastico delle Oblate Sacramentine avvenne nel Settecento. La chiesa è dedicata a Gesù Sacramentato, ed è a navata unica, con due altari laterali. Il soffitto ligneo fu dipinto ne 1729 da Michele Ricciardi.

La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
La chiesa è documentata fin dal XVI secolo, ed era abbellita da un soffitto dipinto da Francesco Guarini, andato distrutto durante il terremoto del 1688. La chiesa, restaurata nel 1732, si presenta così come è da allora. Inoltre è dotata di una doppia scalinata, con al centro l’accesso verso l’ipogeo. Presso questa chiesa fu istituito dall’Arciconfraternita di Santa Maria di Costantinopoli nel 1583, il Monte di Pietà, rimasto attivo fino al 1966.
La chiesa è situata di fronte la Fontana di Bellerofonte lungo l’antica strada delle Puglie e funge da palco per il Principe Caracciolo durante la rievocazione storica del “Palio della Botte”.

Chiesa e Convento di San Generoso
Il complesso apparteneva all’Ordine Agostiniano, ed è situato sull’antica via Regia delle Puglie. La chiesa fu completata nel 1751 e contiene le reliquie di San Generoso Martire, è a navata unica con transetto e una piccola cupola. Sulla facciata ai lati del portale sono poste due nicchie in cui sono collocati mezzi busti. Ora il convento è sede della Polizia Municipale, mentre la chiesa è ancora officiata la domenica.

Chiesa della Santissima Trinità
Di piccole dimensioni, ma con arredi ed opere d’arte di un certo valore, come un’acquasantiera barocca del 1640, il soffitto dipinto da Michele Ricciardi, ed una tela di Angelo Solimena firmata dallo stesso, e datata 1672. Dopo il terremoto del 1980, cadde in disuso. Ora la chiesa è adibita a sala conferenze dell’Istituto di Scienze Religiose di Avellino.

Chiesa di San Francesco Saverio (detta di Santa Rita)
Fu costruita nel 1752 e dedicata al Santissimo Nome di Maria e a San Francesco Saverio. La chiesa è anche conosciuta sotto il nome di Santa Rita da Cascia, verso la quale il popolo avellinese nutre una particolare devozione, ed è meta di imponenti pellegrinaggi durante il periodo della novena e della festa in suo onore. Il portale bronzeo è decorato con un’incisione di Santa Rita e San Francesco Saverio. Nei suoi locali ospita anche il museo diocesano.
La sua posizione la rende ben visibile dal Piazzale della resistenza, capolinea Sita e parcheggio che perciò viene popolarmente chiamato “Piazzetta Santa Rita”

Chiesa e Collegio dei Redentoristi
Il complesso della chiesa e del convento dei Redentoristi, detti anche Liguorini, fu iniziato nella seconda metà del Settecento, dopo una missione predicata ad Avellino da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori fondatore della congregazione del Santissimo Redentore. Il collegio, con l’annesso oratorio dedicato alla Vergine Addolorata, è donazione del Sig. Carmelo Adinolfi, che realizzò il voto dei suoi antenati. Il merito della fondazione va tutto al P. Amabile, il quale trasformò la villa in casa religiosa. I lavori durarono appena due anni e mezzo e l’oratorio primitivo fu trasformato in una bellissima chiesa gotica, consacrata il 16 settembre 1909 al Ss. Redentore e gravemente danneggiata dal terremoto del 1980. Successivamente ristrutturato, non fu riaperto. Le esigenze di spazio, a causa della crescente popolazione del rione San Tommaso, hanno fatto sì che i padri Redentoristi costruissero una nuova e ben più ampia chiesa.

Complesso di San Giovanni Battista
Il complesso è del Cinquecento, ed è situato su quella che un tempo era la via Regia delle Puglie (nota nel ventunesimo secolo come via Francesco Tedesco). La chiesa è dedicata a San Giovanni Battista, e il monastero a Santa Maria di Monserrato. Un tempo il convento apparteneva ai monaci di Montevergine per poi passare alle suore Stimmatine; ospita nel ventunesimo secolo extracomunitari.
La chiesa si presenta con una piccola facciata timpanata con un piccolo giardino antistante chiuso da un cancello che dà sulla strada. All’interno si presenta a navata unica con cupola sopra l’abside. Da un cappellone sulla sinistra si accede ad un corpo secondario con volta a sesto ribassato.

Chiesa del Santissimo Rosario
Fu costruita nel 1942, in onore della Chiesa “dell’Annuntita” precedentemente situata in Piazza libertà e risalente al XVI secolo, su progetto dell’arch. Domenicantonio Mazzei, e dedicata alla Madonna del Rosario. La chiesa è in stile neogotico, a tre navate con unico portale centrale alla sommità di una bassa scalinata leggermente strombato, sulla lunetta c’è un mosaico a fondo oro raffigurante la Vergine del Rosario. All’interno varie vetrate circolari sono poste lungo le navate laterali e raffigurano i vari misteri del Rosario. Ai due lati dell’ingresso due vetrate: una raffigurante una Pietà e l’altra raffigurante il battesimo di Cristo nel Giordano. Il rosone centrale è una vetrata con l’Annunciazione. Nel profondo abside sono quattro tondi con le vetrate dei quattro evangelisti.
Si affaccia sul Corso Vittorio Emanuele II, ed è retta dei padri domenicani, che risiedono nell’attiguo convento. All’interno, varie pregevoli opere e vetrate, restaurate.

Eventi

Palio della Botte
Ad agosto si svolge in città il Palio della Botte, una competizione di stampo medievale che si svolge tra le sette contrade (che coincidono con le sette circoscrizioni) della città di Avellino. La sfida consiste nel far rotolare con una spranga ricurva una botte di circa due quintali, spingendola in salita lungo tutto Corso Umberto I. La vittoria viene assegnata al rione che riesce a raggiungere nel minor tempo possibile la Fontana di Bellerofonte.

Laceno d’oro
Festival cinematografico internazionale dedicato al cinema Neorealista fondato nel 1959 da Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio. Prende il nome dal luogo in cui si svolsero le prime edizioni, il Laceno appunto, frazione di Bagnoli Irpino. Negli ultimi anni il festival è rinato svolgendosi in vari luoghi della provincia.

Avellino. (7 ottobre 2018). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 13 ottobre 2018, 23:35 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Avellino&oldid=100183470.

Dettagli

Inizio:
lunedì 1 Gennaio 2018
Fine:
giovedì 31 Dicembre 2020
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

VARIE SEDI – AVELLINO
Avellino, 83100 Italia + Google Maps