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Avere uno scopo – Mostra Collettiva
giovedì 27 Aprile 2017 - mercoledì 10 Maggio 2017
sede: Centro Culturale Zerouno (Barletta);
cura: Anna Soricaro.
Il mezzo più noto per avvicinarsi agli altri è la parola.
Si conoscono diversi mezzi di espressione e l’arte è, da sempre, uno di essi.
E’ un film storico come Taxi Driver, dal testo essenziale, ad ispirare un’esposizione di arte contemporanea che è la concreta prova di come nella vita si possa cercare di avvicinarsi alle persone attraverso l’arte.
Uno dei capolavori del cinema contemporaneo lascia riflettere sulla necessità di non essere soli, di avvicinarsi agli altri e di avere obiettivi, estremi indispensabili per le opere d’arte e per chi le crea.
Con diverse tecniche e svariate cromie si è cercato di lasciare un segno in un’esposizione molto particolare in cui non si assiste ad una netta differenza tra figurazione ed astrazione, ogni concettualità riconosce identificazioni figurate in un intrigo tonale grandioso, tra gesti, striate di colore e losanghe nette.
Silvano De Bernardi, Carloluigi Colombo, Nicola Schiraldi e Silvia Senna mostrano come ‘avere uno scopo’ sia fondamentale per raggiungere obiettivi ed avvicinarsi agli osservatori.
Il titolo della mostra è un estratto della citazione del film che lascia intendere facilmente il fine dell’evento, ma non lascia campo di intendimenti alla grandezza estetica che si potrà godere sono con le opere in esposizione.
E’ una mostra, questa, in cui si può dire tanto, in una descrizione attenta e puntuale, in realtà non c’è sunto che potrà mai enucleare la magia di quei tratteggi e la grandezza di quei gesti.
Silvano De Bernardi è un’artista che ama le grandi dimensioni e solo con esse riesce a dire sapientemente.
Conosciuto attraverso una concettualità coinvolgente fatta di colori intensi, sempre uguali, in cui tracce nere di pneumatici facevano da protagoniste, ora si presenta con la figurazione e lo fa grandemente.
Usare figure ed oggetti su grandi formati evidenzia una sapienza che pochi hanno, poiché in tele grandi tre metri lo sguardo passa da un lato all’altro identificando personaggi, luoghi, dettagli.
Sagomare in spazi così larghi è possibile solo se si ha una grande padronanza della pittura, solo De Bernardi sa e può farlo.
Colori fervidi campeggiano sulle superfici in soluzioni apprezzabili più da lontano che da vicino.
Unica nello stile dell’artista è l’incuria che non è un deterrente ma un elemento caratterizzante, ppere non intelaiate, attaccaglie inesistenti, rifiniture assenti sono tutti segni identificativi di un’arte che sa fare la differenza proprio in questo.
Non conta la presenza ma la passione, il fervore, l’estro che emerge chiaro, vincente ed avvincente in ogni lavoro.
Carloluigi Colombo è un artista poliedrico che si avvale di tanti imput per dipingere.
Tutto può fungere da stimolo che viene recepito, lasciato riposare e poi elaborato per la creazione.
Lontano da una pittura di impatto Colombo è in grado di attendere anche anni prima di giungere alla definitiva creazione; stimolato dalla lettura dei libri d’arte vengono fuori le idee che a lungo sono custodite nell’animo e nella mente prima della finale creazione.
Un’arte meditata e riflessiva lascia che i colori chiamino l’artista, disposti in fila si scelgono per la nascita sebbene siano prediletti i toni vivi, fervidi, intensi.
Scarsamente utilizzato il nero poiché tende a rappresentare l’ignoto lo si ritrova nel tratteggio delle forme in cui i colori campeggiano dopo da protagonisti.
Tanta pacatezza si palesa nella precisione delle forme, l’artista pare librarsi nella pittura e quell’aleggiare e quella leggerezza si percepiscono in tutta la rappresentazione che lascia l’osservatore come sospeso tra sogno e realtà in una dimensione surreale in cui godere magnificamente di una leggiadrìa cromatica e di tratto.
Nicola Schiraldi è, per eccellenza, l’artista poliedrico ispirato da tutto e talmente padrone della sua passione artistica che saprebbe e potrebbe creare con e su tutto.
L’originalità espressiva dello Schiraldi non sta nella tecnica, ma nel supporto che ispira sempre diversamente l’artista.
Carta, cartoni, poliuretano espanso, manifesti divengono piano di appunto ed appoggio del color e delle forme; non un tratto di riconoscimento, non un’opera uguale ad un’altra, ora figurazione ed ora astrazione.
In questo evento sono le linee a prendere il sopravvento identificando paesaggi e situazioni visibili solo a sguardi attenti e mente avvezze.
Realizzare profondità paesaggistiche utilizzando larghe e lunghe losanghe di colore può essere solo frutto di una mano sapiente, c’è ben poco altro da dire.
Non voler identificare uno stile e non poterlo inquadrare artisticamente consente a Schiraldi di godere della sua grandezza poiché lontano dalla comune concettualista gestuale o sgocciolante l’artista riesce a rendere i suoi paesaggi con una grandezza imparagonabile.
L’arte di Silvia Senna si distende e si allarga sulla superficie e imponendosi per il sapiente uso dei cromatismi.
Maturata nel tempo Senna allunga il colore con saggezza, la si immagina chinata con la testa a tirare il pennello finchè il colore lo consente.
Invadono il campo le cromie, grandemente gestite, creando spazi quasi infiniti in cui lo sguardo dell’osservatore si perde, si dettaglia e si libra, inevitabilmente, in grandezze così tanto invadenti.
Un’arte accattivante, avvincente, intrigante e misteriosa perché si celano sagome e pensieri in un dipanarsi continuo e in un vagare dello sguardo allargato.
Sa coinvolgere con le cromie Senna e sa farlo con una classe ed una raffinatezza che mostra un grande carattere ed una grande maturità acquisita negli anni.
“[. …] io ho sempre sentito il bisogno di avere uno scopo nella vita, non credo che uno possa dedicarsi solo a se stesso, al proprio benessere. Secondo me uno deve cercare di avvicinarsi alle altre persone. “
(Taxi Driver, 1976, diretto da Martin Scorsese)
Espongono: Silvano De Bernardi, Carloluigi Colombo, Nicola Schiraldi, Silvia Senna.