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Bona de Mandiargues. Rifare il mondo

sabato 16 Settembre 2023 - domenica 3 Marzo 2024

Bona de Mandiargues. Rifare il mondo

sede: Museo Nivola (Orani, Nuoro).
cura: Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri, Caterina Ghisu.

Il Museo Nivola presenta la prima grande retrospettiva dell’artista surrealista Bona de Mandiargues (Roma 1926 – Parigi 2000).
Artista e scrittrice, la sua singolare vicenda – mai in precedenza ricostruita – ne fa, insieme a figure come Leonora Carrington, Meret Oppenheim, Dorothea Tanning, Dora Maar o Remedios Varo, una delle protagoniste del panorama di un surrealismo “al femminile” oggi finalmente al centro dell’attenzione di critica e pubblico.

La sua opera scaturisce da una ricerca di sé che trova nei temi della metamorfosi, del totemismo animale e del fantastico i mezzi per esprimere un’identità divisa e frammentata.

“La mia ricerca è alchemica – affermava l’artista – voglio fare dell’oro a partire dagli escrementi. (…) Rifaccio il mondo: là sono altrove, vedo le cose da più lontano.”

Donna affascinante, molto ammirata e generatrice di travolgenti passioni, Bona rifiuta esplicitamente i ruoli di donna-musa e donna-bambina, prevalenti nell’ambito del Surrealismo. Si identifica invece, almeno a partire dagli anni settanta, con la lumaca, animale ermafrodita e figura ambivalente, al tempo stesso amichevole (si pensi alla fata turchina di Pinocchio) e ripugnante, incarnazione dell’informe surrealista. Per l’artista, la lumaca è simbolo dell’androgino, di fragilità e forza, e del continuo arrovellarsi della sua mente inquieta.

Il percorso della mostra

La mostra, basata su estese ricerche d’archivio, ricostruisce l’itinerario di Bona de Mandiargues attraverso 71 opere comprese tra il 1950 e il 1997, provenienti dalla collezione degli eredi dell’artista e da raccolte private e pubbliche fra cui la Fondazione Intesa San Paolo, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.

Il percorso, aperto da un gruppo di preziosi dipinti che segnano l’avvicinamento dell’artista all’immaginario surrealista, prosegue con i fantastici paesaggi infuocati del 1955-56, influenzati da un viaggio nell’Alto Egitto, e le opere astratte dalle paste spesse e materiche dalla seconda metà degli anni cinquanta fino ai primi sessanta, quando la suggestione della cultura messicana aggiunge nuovi elementi al suo immaginario.

Vague à l’âme è il quadro che inaugura nel 1958 la serie dei collage tessili, in cui la sperimentazione tecnica e la ricerca formale sono i veicoli di un’indagine introspettiva che porta alla luce traumi e pulsioni dal profondo. La Lezione sessuale (1962), l’imponente Trittico delle Nascite, (1965), dai toni primitivisti, e La Diana cacciatrice e cacciata (1968) sono tra i dipinti chiave di questa fase.

Un immaginario denso di riferimenti simbolici e una tavolozza dalle tinte psichedeliche caratterizzano un gruppo di tele dipinte intorno al 1968, legate al secondo viaggio in Messico.

Se il ricordo della pittura metafisica riemerge negli anni settanta, con omaggi a De Chirico, Savinio e Magritte (Il gallo Toledo, Celeste Empire, 1975), nel decennio successivo il clima italiano del “ritorno alla pittura” non rimane estraneo a tele come il ritratto dell’attrice erotica e gallerista Sylvia Bourdon (1980) e Il canto della creazione (1980).

La maturità dell’artista vede lo sviluppo dei filoni di ricerca già avviati, mentre si intensifica la presenza dell’immagine simbolo della lumaca, proiezione dell’artista, e quella del tema del ritratto (Omaggio a Unica Zürn, 1980) e dell’autoritratto.

Quest’ultimo, centrale nella ricerca dell’artista, conosce nella mostra diversi importanti esempi, dal piccolo e aggraziato autoritratto giovanile a quello flamboyant del 1968 al volto ieratico e stilizzato di Bona à Mexico (1991), fino a quello del 1994 che mostra il volto di Bona moltiplicato e scomposto in dettagli (naso, bocca, ecc.), specchio della continua tensione, nell’opera dell’artista, tra la frammentazione del soggetto e la sua affermazione, che trova un’eco nelle potenti autorappresentazioni simboliche de La Femme Montagne e Ma Main (1991).

Nipote e allieva di Filippo de Pisis, Bona Tibertelli studia all’Accademia di Belle Arti di Venezia, prima di seguire lo zio a Parigi nel 1947. Qui conosce il critico e scrittore André Pieyre de Mandiargues, che la mette in contatto con gli intellettuali e artisti surrealisti, da André Breton a Max Ernst, da Dorothea Tanning a Meret Oppenheim, da Man Ray a Hans Bellmer, da Leonor Fini a Henri Michaux. Nel 1950 sposa de Mandiargues. Il rapporto con Mandiargues contribuirà ad orientare gli interessi artistici di Bona verso i temi del magico, dell’onirico, dell’eros e dell’occulto.

Inaugurazione
16 settembre, ore 17.00
Informazioni
info@museonivola.it

Immagine in evidenza
Bona de Mandiargues, La donna montagna, 1991
assemblage e olio su tela, cm 73 x 92 © Sibylle de Mandiargues. Foto Andrea Mignogna (part.)

Dettagli

Inizio:
sabato 16 Settembre 2023
Fine:
domenica 3 Marzo 2024
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

MUSEO NIVOLA
Via Gonare, 2
Orani, Nuoro 08026 Italia
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Phone
0784 730063
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