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Campobasso – Eventi e luoghi di interesse
lunedì 1 Gennaio 2018 - giovedì 31 Dicembre 2020
sede: Varie Sedi (Campobasso).
Campobasso è un comune italiano, capoluogo dell’omonima provincia e della regione Molise.
Prima città della regione per popolazione, sorge a 701 m s.l.m. (a m. 792 il castello Monforte), risultando così il terzo capoluogo di regione più alto d’Italia dopo Potenza e L’Aquila e il quarto di provincia dopo anche Enna.
La città, di probabile origine longobarda, si trova nella zona compresa tra i fiumi Biferno e Fortore. Il centro storico raccoglie numerose testimonianze delle diverse epoche storiche, dalla duecentesca chiesa di San Leonardo, al quattrocentesco castello Monforte, e alla neoclassica cattedrale della Santissima Trinità.
La città è sede dell’Università degli Studi del Molise, dell’Arcidiocesi Metropolitana di Campobasso-Boiano, di una Scuola Allievi Carabinieri e di una Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato.
Recentemente la città è stata insignita dal Ministero dei Beni Culturali dell’importante titolo di borgo di notevole interesse storico. Un riconoscimento sancito nei Decreti 23 e 24/2018.
Sito istituzionale
http://www.comune.campobasso.it/
Eventi a Campobasso
http://www.comune.campobasso.it/
Eventi
Festival dei Misteri
Ogni anno, nella domenica del Corpus Domini, nelle vie della città sfilano i “Misteri”, strutture in una lega ferrea flessibile e resistente create dal campobassano Paolo Saverio di Zinno nel XVIII secolo. Si presentano come dei carri allegorici su cui sono esposti i misteri della Bibbia. I “Misteri” sono anche nominati quadri viventi, infatti bambini, anziani e adulti, si trasformano in santi, angeli e demoni ancorati alle strutture in acciaio e legno appositamente rivestite offrendo una visione surreale e generando l’impressione che i personaggi aleggino nell’aria. Le strutture sono portate a spalla da gruppi di portatori che avanzano al ritmo scandito dal capo mistero e cadenzato dalla banda musicale che propone una marcia tratta dal Mosè di Rossini.
Il Venerdì Santo
L’origine della processione del venerdì Santo a Campobasso risale probabilmente alle sacre rappresentazioni del XIII secolo. La notizia storica più sicura risale al 1626 quando in un “istrumento di concordia tra i Crociati e i Trinitari” si accenna a tale manifestazione.
Nella chiesa di Santa Maria della Croce vengono custodite le statue dell’Addolorata e del Cristo morto. Tutta la cittadinanza si ritrova in questa chiesa nelle sere del settenario, raccolta in silenzio mentre viene cantato l’inno che viene chiamato dai campobassani “lo zuchetezù”, una specie di “botta e risposta”, che il suo compositore chiamò: “Oh di Gerico beata”.
La processione del venerdì Santo si colloca all’interno delle manifestazioni processionali legate alla passione. Il corteo solitamente inizia alle ore 17.00 del Venerdì Santo da Santa Maria della Croce e vede la partecipazione della quasi totalità della città che segue mestamente il Cristo morto. La statua dell’Addolorata viene posta tradizionalmente dietro il Cristo e viene accompagnata da donne vestite di nero che reggono nastri che partono dalla statua. La musica del “Coro” che accompagna la processione del venerdì Santo è del maestro Michele De Nigris. Il coro inizialmente era formato da un centinaio di cantori e dalla banda musicale, oggi sono oltre settecento persone quelle che vi partecipano.
Crociati e Trinitari
Crociati e Trinitari – La vita cittadina del XVI – XVII è animata da alcune confraternite delle quali le 2 principali, quella dei Crociati e dei Trinitari, sono in forte contrasto fra loro. Le rivalità nascevano dalla volontà di affermare la supremazia di una classe sociale sull’altra. Diversi e violenti furono gli scontri fra queste fazioni che insanguinarono, per buona parte del secolo, le strade della città. Le due confraternite posero fine alle lotte fratricide solo nel Corpus Domini 1587, con la mediazione di Fra Geronimo da Sorbo. In queste drammatiche vicende si inserisce la tragica storia d’amore tra la trinitaria Delicata Civerra, e il crociato Fonzo Mastrangelo, una sorta di Giulietta e Romeo ante litteram documentata da vari testi. Il loro matrimonio, come nella famosa opera di William Shakespeare, viene impedito dalle rispettive famiglie. Fonzo fugge e si arruola nella milizia. Delicata Civerra per il dolore si ammala nella Torre Terzano dove è imprigionata e muore proprio nel giorno in cui le parti avverse fanno pace. Il Mastrangelo, ricevuta la triste notizia della morte dell’amata, abbandona tutto ed entra nell’ordine francescano. Ancora oggi un sontuoso corteo con i costumi dell’epoca rievoca la pace fra Crociati e Trinitari.
Altri eventi
Il 31 maggio, in occasione della Festività della Madonna dei Monti, si realizza, lungo le strette vie del borgo antico, un’infiorata con la quale si illustrano scene sacre e simboliche.
Dal 1996 il capoluogo molisano ospita la Mostra d’Arte Contemporanea internazionale “Fuoriluogo”, promossa dall’Amministrazione Provinciale di Campobasso e dall’Associazione Culturale Limiti-Inchiusi Arte Contemporanea.
Dal 2002 la città ospita un Festival Internazionale del cinema, ideato dall’Assessorato alle Politiche Sociali e Giovanili del Comune e dal Cineclub Kimera di Termoli, dal nome di “Kimera Film Festival” ex “La Notte dei Corti Viventi”. Il Festival è l’unico evento internazionale legato al cinema che la regione possa vantare, oltre ad essere la manifestazione cinematografica con la massima anzianità regionale e con la migliore continuità.
Sant’Antonio abate. Il 17 gennaio comincia ufficialmente il Carnevale. La festa ha il suo scenario obbligato nella chiesa e sul sagrato dedicata a Sant’ Antonio abate. È qui che c’è la benedizione degli animali, ed è qui che si ammassano i ciocchi di legna che arderanno fino a ora tarda.
Musei
Museo sannitico di Campobasso
Museo dei misteri
Museo internazionale del presepio in miniatura Guido Colitti
Museo della scuola e dell’educazione popolare
Aratro Centro di arte contemporanea
Palazzo Pistilli[
Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture civili
Palazzo San Giorgio: palazzo del Municipio, costruito nel 1879 sulla chiesa medievale di Santa Maria della Libera. Il palazzo presenta un ampio porticato con archi a tutto sesto e grandi pilastri quadrati. L’elegante facciata è suddivisa in tre piani ed è sormontata da un quadrante d’orologio alla cui base è riportata la scritta “MUNICIPIO”. Al centro del primo piano è posto un balconcino a colonnine di marmo sorretto da due colonne dal fusto liscio e dal capitello ionico. Le finestre del primo piano si possono dividere in due gruppi: su quindici totali, cinque di esse presentano un arco a tutto sesto alla sommità, e le restanti dieci sono sormontate da un tamburo a forma triangolare; mentre al secondo piano tutte le quindici finestre non presentano tamburo ma un semplice ordine orizzontale. Particolari le paraste che al secondo piano separano le finestre e si raddoppiano in alcuni punti sezionando la facciata in cinque parti verticali, quasi volessero evidenziare anche la divisione interna della struttura.
Palazzo Magno: Il palazzo prende il nome da Mercurio Magno, che ottenne la proprietà dalla famiglia napoletana dei De Tilla i quali utilizzavano l’immobile come residenza privata estiva. Magno rimase proprietario fino al 1936, quando la Provincia lo acquistò per stabilirvi la propria sede. Durante la seconda guerra mondiale, la città di Campobasso dovette subire la requisizione di diversi edifici, e tra questi vi fu anche Palazzo Magno. Dai locali del palazzo furono ricavati un ospedale ed un obitorio da parte dei Polacchi; con lo spostarsi del fronte al di là della linea Gustav, il Genio militare italiano ottenne il permesso di insediare nel complesso il Comando Zona Bonifica Campi Minati del Molise, organizzando così già nel 1944 il primo corso per rastrellatori di mine. Fu solo nel 1946 infine che l’edificio fu restituito alla Provincia e da allora ne funge ancora da sede.
Convitto nazionale Mario Pagano: All’inizio fu denominato “collegio Sannitico” con decreto del 12 marzo 1816, con sede presso il monastero degli Antoniani poiché non idoneo ad edificio scolastico. Compiuti i necessari lavori di adattamento del locale, il collegio venne inaugurato il 16 novembre 1817, assumendo il prefisso Real con regio decreto del 25 gennaio 1854. La direzione del Real Collegio Sannitico fu affidata ai Padri Barnabiti che portarono avanti un progetto per la costruzione di un nuovo edificio per le scuole e per il convitto. Ottenute le nuove strutture, chiesero ed ottennero di lasciare la gestione dell’Istituto. Il collegio rimase chiuso fino al principio dell’anno 1857, quando venne chiamato a dirigerlo il canonico Berardo Palombieri, sotto la cui amministrazione in quell’anno stesso il collegio venne elevato a Liceo.
Palazzo della Banca d’Italia: L’edificio della Banca d’Italia venne inaugurato nel 1925; la sua costruzione comportò l’abbattimento di molte case, compresa quella del Vecchio Dazio.
Palazzo Mazzarotta: Il palazzo risale al XVI secolo come sede di una confraternita religiosa e solo nel XVIII secolo diviene residenza della famiglia nobiliare napoletana dei Mazzarotta, le cui origini risalgono all’epoca aragonese. Un ramo di tale famiglia si trasferì infatti a Campobasso e si stabilì nel palazzo, dove è ancora visibile lo stemma con il delfino sul mare ondoso, variante dell’originale in cui era presente un serpente.. La parte interna ospita il Museo Sannitico.
Palazzo Cannavina: La sua edificazione va collocata tra il XVII e il XVIII secolo, fu poi ampiamente rimaneggiato nel corso del XIX secolo. Lo stabile appartenne prima ai Carafa, duchi di Jelsi e feudatari di Campobasso, poi, non avendo questi eredi, passò ai baroni di Campobasso che lo tennero in proprietà fino al 1742 . Fu bene demaniale fino al 1783, quando venne acquistato dalla famiglia Salottolo; passò infine alla famiglia Cannavina, il cui nome è rimasto all’edificio. Nel 2011 gli arredamenti e il palazzo sono stati messi in vendita dagli eredi.
Palazzo dell’ex GIL: Il Palazzo ex GIL fu costruito fra il 1936 e il 1938 su progetto dell’architetto napoletano Domenico Filippone (1903-1970), «un’architettura che ricevette unanime apprezzamento per la chiarezza distributiva e per l’attenzione con cui il progettista aveva risposto all’effettiva consistenza dell’ambiente paesistico e architettonico circostante, evitando risoluzioni auliche e altisonanti». Dopo essere stato sede delle attività della locale Gioventù italiana del littorio, poi dei sindacati e alla fine di una scuola superiore, nel 1975 le competenze sull’edificio passarono dallo Stato alla Regione Molise che però la abbandonò all’incuria e al degrado finché, nel settembre 1989, il palazzo fu riconosciuto di interesse storico artistico e sottoposto a vincolo della Soprintendenza. La Regione Molise, intenzionata a demolire la costruzione, si rivolse allora al Ministero per i beni culturali e ambientali ottenendo la revoca del vincolo. I contrasti continuarono e, nonostante il ripristino del vincolo nel 1992, in quegli anni le due ali dell’edificio furono demolite.
Casa della Scuola: edificio scolastico costruito nel XX secolo, in stile neoclassico.
Palazzo delle Poste e Telegrafi: venne costruito tra il 1923 e il 1927. Progettato dall’ing. Giambattista de Capoa esso si sviluppa su un pian terreno e due piani più un altro sovrapposto successivamente. Le tre porte d’ingresso principali sono abbellite da robuste inferriate su cui sono presenti, in quella a sinistra, lo stemma della Città di Campobasso e, in quella a destra, lo stemma della Provincia di Campobasso. Nella porta laterale di sinistra, sotto la scritta “Direzione”, è presente un bassorilievo in bronzo raffigurante Mercurio che tiene nella mano destra le saette, simbolo della velocità, e nella sinistra il caduceo (bastone con due serpenti attorcigliati).
Palazzo di Giustizia: fu costruito su progetto dell’ing. Silverio Pappalardo tra il 1930 e il 1936 in uno stile che risente dell’austerità del stile dorico a significare la serietà della legge per la difesa del cittadino.
Palazzo del Governo: nacque all’inizio del XVIII secolo per volere di Agostino Santellis per destinarlo a monastero delle suore carmelitane. Questo desiderio non fu mai realizzato e, nel tempo, fu destinato a parecchi usi. Nel 1810 divenne sede di luogo di pena fino al 1862 quando i detenuti vennero trasferiti nell’apposita costruzione poco lontana. Nel 1856 il Consiglio della Provincia di Molise affidò all’architetto Oscar Capocci l’incarico di presentare un progetto di ristrutturazione al fine di destinarlo a palazzo degli uffici. Esso fu consegnato nel 1861 e lo completò, con modifiche, nel 1862.
Palazzo Japoce: Costruito nel XVIII secolo dalla famiglia Japoce, probabilmente su preesistenti costruzioni trecentesche e quattrocentesche, è stato tra gli anni Ottanta e Novanta del XX secolo oggetto di notevoli opere di ristrutturazione e consolidamento. È sede della Soprintendenza Regionale ai Beni Culturali del Molise.
Architetture religiose
Cattedrale della Santissima Trinità: Nel 1504, per volere del feudatario Andrea de Capoa, fu edificata al di fuori della cerchia muraria feudale la chiesa della SS. Trinità. In essa ebbe sede la confraternita della Trinità, soppressa nel 1809, divenuta celebre nel XVI secolo per le lotte con quelli Crociati.
Chiesa di Sant’Antonio Abate: La chiesa di Sant’Antonio Abate fu edificata nel 1572 sopra i resti di una preesistente chiesa di modeste dimensioni. È il monumento più rappresentativo dell’arte barocca a Campobasso. L’interno è ad una navata con un magnifico altare maggiore realizzato in marmo nel 1748. Sulle pareti laterali vi sono quattro altari intagliati in legno e rivestiti di oro zecchino. Nella chiesa sono presenti pregevoli dipinti di Guarino da Solofra come la tela di san Benedetto del 1643 e alcune altre opere di piccolo formato che si trovano sull’altare dedicato a sant’Antonio Abate. Numerosi i dipinti sulle pareti del presbiterio di scuola napoletana del XVII e XVIII secolo, tra cui quelli del pittore molisano Michele Scaroina.
Chiesa di Sant’Antonio di Padova: chiesa moderna degli anni ’60. Ha struttura che rispetta abbastanza i canoni classici di una chiesa: pianta rettangolare a navata unica, e campanile turrito. La facciata è scandita da due ordini di sette finestre snelle rettangolari, con al centro di essa un rilievo di Sant’Antonio. L’accesso ha un portico. L’interno ha due colonnati laterali, e un’abside semicircolare, con raggi sulla sommità
Chiesa di San Bartolomeo: La chiesa risale alla metà del XIII sec. e presenta una facciata a coronamento orizzontale, la cui parte centrale è rialzata rispetto a quelle laterali.
Chiesa del Sacro Cuore di Gesù: Il tempio, ricostruito nel XX secolo, è edificato sull’antico tempio della Pace dedicato alla SS. Annunziata costruito nel XVI secolo. La chiesa possiede una statua settecentesca a mezzobusto di Sant’Anna, unica statua che fu salvata dall’incendio del 1922.
Chiesa di San Giorgio: La chiesa risale al X sec. e sorge sulle rovine di un edificio medievale. Si pensa che le sue origini risalissero a quando il cristianesimo approdò nella regione, infatti le sue più antiche rovine appartenevano presumibilmente ad un tempio pagano. La facciata è a capanna e si nota un tentativo di distinzione tra la navata centrale e quelle laterali attraverso due pilastri con capitello. Sul portale è presente una lunetta che propone il tema dell’agnello crucifero decorato da ornamenti floreali. Perpendicolarmente alla lunetta, posto più in alto è presente anche un piccolo rosone dalla forma a imbuto.
Chiesa di San Giovannello: L’unica informazione circa la datazione della chiesa è fornita dall’architrave che sovrasta il portale d’accesso, che riporta la data 1551, una croce e due figure in adorazione. Testimonianze antiche ci informano che nel 1764 la collina fu adibita a luogo di sepoltura, in vista di una possibile epidemia all’interno della città. Nel passare dei secoli la chiesa è stata sottoposta a più dipendenze: sull’architrave della facciata vi è inserito il simbolo della chiesa di Santa Maria della Croce datato 1846; successivamente fece parte della parrocchia delle chiesa di San Leonardo e di San Giorgio.
Chiesa di San Giuseppe Artigiano: La parrocchia fu istituita l’8 dicembre 1969 per decreto di mons. Alberto Carinci, vescovo di Campobasso. Progettata dall’ing. Enrico Mandolesi fu iniziata nel 1972 e terminata nel 1974. L’ingresso ha una scala in travertino di Tivoli e le porte d’ingresso in vetro sono protette da cancellate in ferro composte da robusti chiodi piramidali a ricordo dei chiodi della crocifissione di Cristo.
Chiesa di San Leonardo: Le componenti strutturali della chiesa sono della fine del sec. XIV: il portale, di ispirazione gotica, ha scarsa strombatura e si compone di stipiti, pilastri e colonnine lisce: gli archi, con modanatura centrale a spirale, racchiudono nella lunetta l’agnello crucifero. Romanica è la monofora, sulla sinistra del portale, delineata da intrecci di rami e motivi floreali.
Chiesa di Santa Maria della Croce: Sorta nel periodo Normanno ad opera dei fedeli che costituirono la confraternita dei “Crociati”, ha subito trasformazioni a seguito di terremoti che ne hanno modificato l’aspetto originario. Presenta un impianto quattrocentesco con una pianta longitudinale a croce latina a tre navate illuminata da una cupola classicheggiante. La facciata evidenzia, con i suoi tre portali, la divisione basilicale dell’interno. Ai lati dell’altare sono presenti la Cappella dell’Addolorata e quella del Sacro Cuore, nelle quali sono conservate la statua lignea ottocentesca dell’Addolorata, di scuola napoletana, e quella del Cristo morto ricostruita in gesso nel 1954.
Chiesa di Santa Maria De Foras: Abbiamo notizie della chiesa e del convento nel XIV secolo a proposito del terremoto del 1348 e degli spostamenti di alcuni abati. La chiesa attuale, rifatta completamente negli anni 1969-1970, è delle stesse proporzioni di quella antecedente, stessa anche la campana fusa ad Agnone nel 1822. Internamente sono visibili le statue dell’Assunta e di San Rocco entrambe opere di Paolo Saverio Di Zinno ed il San Cristoforo di Emilio Labbate del 1890.
Chiesa di Santa Maria della Libera: La chiesa è inglobata in Palazzo San Giorgio, è priva di qualunque segno nella facciata esterna che richiami ad un luogo sacro.
Chiesa di Santa Maria di Loreto: si trova in contrada Santo Stefano: L’attuale chiesa di S. Maria di Loreto fu costruita nel 1890 e completata nel 1922. Andava a sostituire la precedente, costruita nel XVIII secolo e distrutta a seguito della frana del 1902. In essa sono contenuti un quadro di autore ignoto raffigurante la Vergine Addolorata e le statue della Madonna Addolorata, di S. Stefano e di S. Lucia più un crocifisso del XV secolo.
Chiesa di Santa Maria Maggiore – Santa Maria del Monte: si trova presso il Castello Monforte. La chiesa di Santa Maria Maggiore, prospiciente il castello Monforte, è l’antica Santa Maria del Monte. La prima notizia sicura della sua esistenza risale al 1354. Era sorta infatti come semplice cappella gentilizia dedicata alla Vergine e, nel tempo, adibita anche a luogo di sepoltura delle famiglie feudatarie. Nel 1905 la chiesa venne affidata ai Padri Cappuccini che ancora oggi la custodiscono. L’intero edificio di culto è stato restaurato; la facciata ha un paramento murario in pietre di Vinchiaturo con bugne scabre collocate irregolarmente. All’interno ha un pregevole altare in marmi policromi. Particolarmente interessante è la statua della SS. Vergine del 1334, devotamente venerata.
Chiesa di Maria Mater Ecclesiae: Il fabbricato per l’abitazione dei religiosi e per le opere sociali ebbe inizio nel 1975. La cura venne affidata ai Padri Marianisti che avevano avuto l’incarico, già dal 1965, di interessarsi del rione Vazzieri nel quale non vi era nessun edificio di culto. Il luogo di culto ha forma semicircolare ed ha al centro il fonte battesimale.
Chiesa di San Paolo: La prima chiesa di san Paolo, ancor oggi esistente, risale al XVII secolo ed è situata alla fine di viale del Castello. Costruito in una sola navata servì, inizialmente, ad officiarvi messa per quegli abitanti che si erano stabiliti appena fuori il borgo o che vivevano nella zona detta, appunto, di san Paolo e che non volevano, specialmente durante il periodo invernale, correre il rischio di ruzzoloni sulle strade di accesso alle altre chiese poste più in alto dell’abitato
Chiesa di San Pietro: chiesa moderna degli anni ’60, con struttura rettangolare, dal cui estremo lato destro sorge la chiesa vera e propria, innalzandosi con cupola trapezoidale scandita da costoloni, e da cui sorge un piccolo campanile.
Chiesa e convento di San Giovanni del Gelsi: chiesa del XII secolo, restaurata nel 1415, che venne data in affidamento al Beato Giovanni da Stroncone, divenendo uno dei centri conventuali più noti del Molise. Dopo la chiusura per volere di Murat, venne restituito alla comunità dei frati nel 1892, a poi chiuso nuovamente. Nel ‘900 è stato riaperto e restaurato. Ha facciata barocca con architrave classica, ed edificio rettangolare del convento, con portico e chiostro interno. All’interno della chiesa lo stile liberty è molto forte, poiché è stata restaurata nel primo ‘900, essendo in cattivo stato di conservazione.
Ex chiesa di San Mercurio: chiesa di interesse artistico, risalente all’XI secolo. Ha pianta a navata unica, con facciata in pietra a capanna, decorata da semplice portale e un rosone centrale. L’interno è perfettamente conservato nella forma romanica, ed un auditorium.
Chiesa evangelica battista
Chiesa evangelica della Riconciliazione
Chiesa evangelica valdese.
Campobasso. (29 settembre 2018). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 14 ottobre 2018, 09:29 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Campobasso&oldid=99949289.