sede: Palazzo Pretorio di Cittadella (Cittadella).
Il 26 maggio 2018 alle ore 18.00 la sala conferenze di Palazzo Pretorio ospiterà la proiezione Fluxfilm Anthology di Nam June Paik, Dick Higgins, GeorgMaciunas, Yoko Ono, George Brecht, Robert Watts, Wolf Vostell, Ben Vautier e altri. L’evento si inserisce nella ricca rassegna di proiezioni di film sperimentali e d’artista, nell’ambito della mostra “Sirio Luginbühl: film sperimentali”.
La rassegna è a cura di Guido Bartorelli e Lisa Parolo che presentano le proiezioni con la collaborazione di Marco Santi e Federica Stevanin.
Ingresso gratuito.
Fluxus, gruppo di artisti provenienti dagli Stati Uniti, Europa e Asia e fondato negli anni Sessanta dal lituano George Maciunas (Kaunas, 1931 – Boston, 1978), poggia su una radicale fluidità di programma e partecipazioni. È un’aggregazione aperta, un coordinamento di iniziative a cui aderiscono personalità che rimangono indipendenti, libere di far convergere il proprio percorso individuale su uno, pochi o molti progetti collettivi. Fluxus ha accolto in sé musicisti e poeti prima ancora che artisti. Tutti hanno risentito dell’influenza di John Cage, Marcel Duchamp e del Buddhismo Zen, portandoli a formare un pensiero poetico condiviso che si sintetizza nella coincidenza tra vita e arte, o meglio nell’urgenza di dissolvere questa in quella.
George Maciunas, Nam June Paik, Dick Higgins, Yoko Ono, George Brecht, Robert Watts, Wolf Vostell, Ben Vautier e molti altri artisti più o meno vicini a Fluxus, hanno realizzato Fluxfilms, cinema d’artista prodotti in tempi diversi, dal 1962 al 1970. Le singole opere d’arte venivano presentate una dopo l’altra o proiettate singolarmente a ciclo continuo con la pellicola appositamente giuntata a loop.
I Fluxfilms sono caratterizzati da gag o eventi, alcuni si soffermano su un gesto, un accadimento ricorrendo al rallentamento estremo. In altri casi l’accadimento è tutto interno alla pellicola, secondo la logica del “concretismo” che Maciunas ricava dall’ambito della sperimentazione musicale: col tempo su una pellicola trasparente si accumulano polvere e segni di usura (Paik), oppure si possono alternare singoli fotogrammi trasparenti ad altri completamente opachi col risultato di uno psichedelico effetto flicker (John Cavanough); o ancora, come nel caso dei Fluxfilms di Riddle e dello stesso Maciunas, si constata la testualità della pellicola nel suo essere segmentata in tanti fotogrammi e se ne fa un misuratore del tempo e dello spazio.
Ufficio Stampa: Culturalia di Norma Waltmann