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Carla Pugliano. Mimesis
martedì 24 Ottobre 2023 - domenica 29 Ottobre 2023
sede: Palazzo Velli (Roma).
cura: Carmen D’Antonino.
“Palazzo Velli Expo di Roma ospita nelle sue sale la mostra dal titolo Mimesis; termine filosofico utilizzato dai Greci per definire l’origine e l’essenza dell’arte nelle sue molteplici estrinsecazioni (suoni, parole, figure), e che, in linea con gli studiosi contemporanei, sottintende la rappresentazione nel senso di “mettere in scena” uno stato d’animo che implica da un lato la dimensione produttiva della raffigurazione, dall’altro la dimensione ermeneutico-interpretativa di una fruizione che è al tempo stesso contemplativa e partecipativa, tale cioè da determinare un’identificazione dell’osservatore con la rappresentazione stessa.
Ed è in questo scenario che prende vita una mostra d’arte che ci induce ad esplorare angoli nascosti, dimensioni sconosciute ma intrinseche nella realtà senza mai riuscire a trovare risposte definitive alle tante domande.
Se la meraviglia dell’arte risiede in uno spazio sospeso e misterioso, con le opere di Carla Pugliano il mistero si infittisce e, al tempo stesso, non pretende soluzioni.
Le sue opere rispecchiano appieno le teorie di Andrea Breton per il quale il surreale è uno stato elusivo in cui la differenza tra sogno e realtà diventa impercettibile”.
(Carmen D’Antonino)
Nelle opere di Pugliano si evidenzia irrefrenabile la smania di raccontare i silenzi, le ansie, le fragilità, la solitudine, ma anche la volontà del riscatto, tematiche universali che trascendono il tempo e restano sospese sul filo dell’eternità. In una sorta di melanconica riflessione sul senso del tutto, emerge il desiderio ossessivo di dare una scolpitura ai pensieri, fissandoli nella pelle madreperlacea delle figure, nella sottile inquietudine degli sguardi dove maschile e femminile si mescolano formando figure arcane, sprigionanti corrosiva passione. La nudità è un pentagramma su cui l’artista compone la sua melodia, il contrappunto e l’armonia, cercando a volte cromatismi arditi, che graffiano la mente e insegnano che la bellezza è inganno e a volte sofferenza, e impone una profonda e dolorosa immersione dentro sé stessi, un’analisi spietata che conduce ai confini del tempo. La ricerca intimista si concentra sui corpi, sui volti, quale tramite di un messaggio che si dissolve talvolta in scenari onirico- mitologici, altri in contesti surreali che presentano un carattere più astratto. In alcune tele emerge infatti il conflitto tra la tradizione e la contemporaneità tra la pazienza di chi costruisce un incarnato velatura su velatura e l’istinto che porta a liberare spatolate materiche e pennellate indisciplinate, alla ricerca di un viscerale “punto di rottura”.