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Chiara Bedello. Walk of life

sede: Galleria Ghetto Et Cetera (Venezia).
In questa nuova mostra personale Donatella Chiara Bedello presenta un limitato numero di opere che si snodano eleganti in un percorso di vita vissuta in una New York che a sorpresa non viene connotata come cosmopolita e instancabilmente indaffarata come siamo abituati, bensì viene dipinta come “familiare”, “di vicinato”: sono i negozi a gestione familiare, piccole rivendite di caramelle, di abiti, di dischi, fumetti, cibo, in cui tutti siamo entrati almeno una volta e ci siamo sentiti a casa, chiamati per nome dal rivenditore che conosce i nostri genitori, i nostri gusti, ci dà del tu.
Presenti in mostra le due opere più recenti dell’artista: “Gina’s Flowers” e “Caffè Roma”. Per “Gina’s Flowers” Donatella ha scelto una tela delle dimensioni dei suoi primi originali, 60×50 cm, quella che forse riesce ad esprimere al meglio la sua poetica. Poetica della quale non manca niente a prima vista: una vetrina stipata di fiori, la porta aperta, una botola spalancata e un tipico palazzo newyorchese. Ci sono i riflessi sui vetri, riflessi che nella vita quotidiana neanche notiamo ma che qui lei rende quasi protagonisti, e ci restituiscono visioni d’interno e d’esterno in un colpo solo, come se l’opera non avesse solo due dimensioni, ma ne includesse una terza, che non è la profondità bensì ciò che si svolge dietro le nostre spalle e non possiamo vedere. C’è persino un sacco nero, tanto amato dal suo pubblico perché sembra essere appena stato appoggiato lì, sembra ancora assestarsi tanto è preciso in ogni suo dettaglio. E prima di tutto, prima dei sacchi, prima degli elementi in vendita, ci sono loro: i particolari che catturano lo sguardo e non lo lasciano se non dopo molto tempo. In questo caso la tenda blu, il numero civico, il sacco nero sulla sinistra, la lavagnetta con i “fiori del giorno” scritti a mano col gesso come se fosse un bar. Come sempre con le opere di Donatella, ed è opinione condivisa con tutti i suoi spettatori, questi particolari ci catturano, ci lasciano guardare intorno ma poi tornano a chiamarci e non ci lasciano più, e questa tela nei discorsi diventa “la tenda blu” o “il civico 759” o “la botola aperta”, come se gli articoli del negozio fossero solo un espediente per una sineddoche perfettamente riuscita.
L’altra tela appena terminata è “Caffè Roma”. Anche qui ritroviamo tutti gli elementi della sua poetica in una tela di dimensioni leggermente maggiori. È caratterizzata da un uso importante del colore nero, non dominante com’era stato in “Mellis” del 2024, ma ben presente. Non sarà forse un nero “Anish Kapoor” ma è un nero profondo, in cui le ombre si fondono e catalizzano lo sguardo in uno spazio rilassante e contenitivo. Anche in quest’opera la vita scorre: chi lavora dietro al bancone, chi consuma una tazza di caffè fumante, chi abita nel palazzo prospiciente. La straordinaria sensibilità di narratrice di Donatella ci rende protagonisti della scena e non banali spettatori: stavamo percorrendo la nostra strada, a New York, e in senso più ampio nella nostra vita, quando ecco che il Caffè Roma ci invita ad entrare e prendere un “coffee to go”, un caffè da asporto, per alleggerire e accompagnare meglio il nostro camminare, proprio come fa Donatella con le sue tele.
Immagine in evidenza
Donatella Chiara Bedello – Gina’s Flowers – acrilico su tela – 60x50cm (part.)