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Claudia Comte. Home sweet home
mercoledì 10 Aprile 2024 - sabato 8 Giugno 2024

sede: Vistamare (Milano).
cura: Ben Broome.
Attraverso una serie di sculture e dipinti che si inseriscono in un’ambiziosa installazione site specific, Home Sweet Home intende instaurare una connessione fisica tra la galleria Vistamare di Milano e le colline nei dintorni di Basilea, dove Comte vive e lavora, mettendo in contrasto la natura, dove sono state create le opere, con il contesto metropolitano in cui sono esposte.
Al centro della mostra, una serie di sculture realizzate nel 2023, a partire da un singolo antico albero di Sequoia caduto vicino alla casa dell’artista. Francesca, la più alta di tre fratelli, nella stanza centrale, raggiunge oltre tre metri di altezza ed è scolpita da un unico pezzo di legno, prendendo la sua forma dalla foglia di Sequoia. L’artista concepisce le sue sculture con qualità antropomorfe, avendo ciascuna una personalità distinta che porta Comte a chiamare le opere con i nomi di amici, familiari e colleghi.
Queste forme levigate ricordano foglie e cactus – collegando i biomi europei locali con i deserti e le barriere coralline e portando avanti l’esplorazione dell’artista tra i delicati equilibri del mondo naturale e il declino degli ecosistemi causati dall’uomo.
Storicamente, le mostre di Comte hanno sempre rispecchiato gli ambienti in cui le opere sono state esposte: la sua mostra del 2023 a Casa Wabi, Oaxaca, intitolata From Where We Rise, è stata prodotta interamente con la terra e l’argilla della regione, utilizzando materiali locali per una serie di ceramiche e murales. Per Home Sweet Home, Comte espone invece opere in diretto contrasto con il luogo della mostra; ricoprendo l’intera galleria con la terra raccolta nel suo giardino. Dalla terra e sulla terra, l’opera site-specific Earth Work(2024) esiste in netto contrasto con la metropoli di Milano; coniugando ancora una volta le forme in legno di Comte con il suolo in cui sono cresciute.
La terra orizzontale e la scultura verticale si fondono con le opere a parete. Queste sono leggibili come dei dipinti, dove però l’artista utilizza il terreno (anch’esso proveniente dal suo giardino) al posto del pigmento. La terra posta in primo piano su queste tele e articolata in simmetriche oscillazioni riflette gli schemi e i processi propri della natura. Al contrasto tra le pareti bianche della galleria Vistamare e la terra scura che ricopre il pavimento, risponde l’opposizione tra il fondo bianco della tela e il terreno scuro e fertile su di essa.
L’uso della terra come mezzo artistico è stato reso popolare dal movimento dell’Arte Povera negli anni ’60 in Italia e contemporaneamente negli Stati Uniti con la Land art, ma, mentre opere iconiche (come Earth Room di Walter De Maria) sono minimaliste e non provocatorie nella loro estetica spaziale, Home Sweet Home è massimalista e conflittuale. Le linee orizzontali della terra a pavimento sono interrotte dalla verticalità delle opere scultoree e dei dipinti a parete. Per Earth Work (2024), l’artista invita lo spettatore al contatto fisico tra la terra e il proprio corpo; un gesto che completa l’invito dell’artista a considerare la propria posizione sia nella partecipazione all’opera che nel complesso rapporto tra natura e umanità.
Ben Broome