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Confini. Da Turner a Monet a Hopper. Canto con variazioni

sede: Villa Manin (Passariano di Codroipo, Udine).
cura: Marco Goldin.
Qui i confini non sono barriere ma opportunitĆ , ambiti di creative contaminazioni, di scambio, aperture di nuovi orizzonti, stimoli. Si tratti di confini geografici, storici, orografici, psicologici o culturali, su percorsi che spaziano dall’infinitamente grande dell’universo al segreto della propria anima.
Oltre cento opere a raccontarli, quei confini. Opere concesse da una quarantina di musei sia europei sia americani e da gelose collezioni private. La competenza e le relazioni di Goldin, collaudate da decine di mostre di successo, hanno aperto porte “impossibili”.
Questa mostra offrirĆ un insieme di capolavori che lascerĆ il pubblico a bocca aperta. Per la qualitĆ dei dipinti, in un primo momento. Poi, lasciandosi trasportare dall’emozione, dalle assonanze, dalle atmosfere, si resterĆ colpiti dalla profonditĆ degli assunti che vengono sottesi, e poi emergono. Quindi dalla scelta di ciascuna opera e dalla sua relazione con quelle vicine, dai richiami alla letteratura, alla musica, alla psicanalisi. CosƬ che il piacere estetico diventerĆ “solo” il punto di partenza per valicare confini che conducono a viaggi fuori e dentro di sĆ©.
Si tratti di Kiefer o Constable, di Friedrich o Bacon, di Hopper o Nolde, di Van Gogh (il curatore ha scelto di riunire, qui, per la prima volta i due soli ritratti che l’artista ha realizzato ai compagni di vita del manicomio in cui egli stesso era rinchiuso), di Monet, Segantini, Winslow Homer, Frederic Edwin Church, Renoir, Degas, Gauguin, Pissarro, Courbet, Hodler, Nicolas de StaĆ«l, Mondrian, Rothko, Cezanne o Thomas Cole o Sanford Robinson Gifford, Edvard Munch o Henri Matisse e Amedeo Modigliani, Richard Diebenkorn e Andrew Wyeth o Hokusai e Hiroshigeā¦mutano colori, ambienti, modalitĆ di racconto, sensibilitĆ . Ma, quale che sia la scala, dal maestoso al minuscolo, e l’intervallo di tempo, “accade sempre qualcosa, su ogni scala c’ĆØ un’armonia da cogliere, una struttura che si forma o che muore”.
Immagine in evidenza
Paul Cezanne, La montagna Sainte-Victoire, 1878-1879. Cardiff, National Museum Wales (part.)