sede: Galleria Plus Arte Puls (Roma).
cura: Francesca Barbi Marinetti.
Scorci impetuosi di paesaggi, frammenti temporali e immobili, immagini rubate da soggetti segnati: i soggetti di Daniela Pungitore sono attimi di quotidianità carichi di irruenza e passione.
Le sue fotografie, accompagnate dalle sue didascalie poetiche, penetrano in chi le guarda, come dardi nel cuore. Come se ci fosse più lei che altro. Perché nelle sue mani la macchina fotografica diventa uno specchio, strumento di analisi e di autocoscienza.
La sua è una visione del tutto e di tutto, scorporato e ricomposto secondo la sua emotività. Dove anche il vuoto diventa incredibilmente carico di significati.
Nelle sue opere fotografiche le categorie di spazio e tempo assumono una dimensione diversa, talvolta rallentata altre accelerata. Le inquadrature, dopo tutto, sono una scusa per raccontare altro. In particolar modo l’inquietudine, come in “The sand man” e “S-legami”, o l’oppressione / ossessione, come in “Evanescence”, la violenza emotiva espressa da un paesaggio, come avviene in “Barcelona” e “Bagnoregio”, o il tempo mutato, in “Mistery time” e “Timeless”.
“Il movimento del mondo, l’energia che vibra nell’aria, la seduzione di alcuni paesaggi, sono un linguaggio che Daniela sapeva comprendere ed elaborare con naturale disinvoltura, insieme alla complessità dei riferimenti simbolici che le permettevano di esprimersi – sottolinea la curatrice Francesca Barbi Marinetti – Animato da uno spirito straordinariamente vitale, lo sguardo fotografico di Daniela Pungitore circoscrive e rielabora pezzi di mondo e del proprio corpo per dar voce all’universo interiore: ammaliante e fragile, offerente e bisognoso, generoso e velato”.
“Nell’opera di Daniela Pungitore – scrive Marco Colletti nel testo critico – immagine e parola non possono prescindere l’una dall’altra. Spesso le sue immagini fotografiche sono accompagnate da un testo poetico, che non ne è una semplice appendice didascalica, una spiegazione o un approfondimento testuale di un contesto visivo. Un corpo nudo, un’anima nuda, ma non per tutti, come la Verità; solo per chi sa guardare attraverso le ombre, attraverso il velo, oltre i ‘pesanti tendaggi’, le ‘filtrate presenze’, le ‘catene spezzate’.
Daniela Pungitore nasce a Roma nel 1966, dove ha prevalentemente lavorato e vissuto. Eredita la passione per la fotografia dal padre insieme con la sua Minolta autocord del 1970. La passione diventa professione dopo i 40 anni, quando si dedica quasi esclusivamente alla fotografia accompagnandola spesso con la scrittura. Fotografa autodidatta, poliedrica e curiosa delle varie tecniche e tematiche, ha prediletto soprattutto il bianco e nero. Partecipa a numerosi contest fotografici ricevendo riconoscimenti per più di uno scatto. Due di questi, “Metaphisical walk” ed “Evanescence”, sono presenti nella selezione di questa sua retrospettiva. La sua precedente personale si è tenuta nel febbraio del 2014 presso la galleria “Il Moro” in Roma.
Ufficio Stampa Uozzart di Salvo Cagnazzo.
Inaugurazione: mercoledì 16 maggio alle ore 18:30