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Degustazioni visive – Mostra collettiva
sabato 7 Settembre 2024 - domenica 8 Settembre 2024
sede: Castello Visconteo di Abbiategrasso (Abbiategrasso, Milano).
cura: Valentina Cavera.
All’interno del Castello Visconteo di Abbiategrasso durante l’evento “Artigiani al Castello e fiori d’autunno”, espongono in una delle stanze quattro artisti estremamente differenti tra loro: Gretaeta, Germano Casone, Maurizio Dell’Orto, Andrea Randi.
Con Gretaeta entriamo in un mondo intimo, femminile rappresentato dal suo inconfondibile stile fumettistico. «Penso ci si trovi in presenza di “arte” quando la realtà viene ingoiata e risputata traslata nel proprio punto di vista. – spiega Gretaeta – Nella mia visuale il perno è la donna attorno alla quale aleggiano fissazioni incentrate sul corpo ed il sesso. » L’originalità è una delle sue carte da giocare per sfidare il mondo dell’arte che oggi più che mai necessita di persone che sappiano ascoltarsi e percepire gli altri. Osservando i suoi disegni pare che ci si graffi per poi curarsi le ferite, perché solo con il dolore ci si può evolvere, si può crescere. Si nota una profondità che sfocia in un diramarsi di emozioni contrastanti oltre lo schiaffo della cruda realtà del quotidiano, tra tematiche di favole rivisitate, dietro le immagini tragicomiche e i tremori contemporanei. «Nei miei lavori tratto una sensualità che può scivolare nel grottesco (piedoni, occhiaie, dentoni etc) o nel feticismo. – racconta l’artista lombarda – La mia donna é imperfetta, non in pace con se stessa, bella e brutta, che non finisce mai di giudicarsi allo specchio e che non viene capita da tutti poiché non aderisce ad un quieto modello».
Il viaggio nel mondo dell’arte di Germano Casone inizia da molto lontano, si è introdotto nei vicoli e nelle stradine delle città, ha avuto colori di pittura e immagini sacre, per poi rivoluzionarsi e diventare creta che viene plasmata, modellata, realizzata. «Nella mia vita mi sono occupato di ogni genere di arte figurativa: ho realizzato murales per le strade di varie città, ho dipinto chiese, edicole e cappelle cimiteriali. L’arte del madonnaro mi ha consentito di girare per l’Europa e visitare molte città italiane ed estere. – ricorda Germano Casone- Poi la scultura… mi sono immerso in quest’arte, apprendendone la tecnica, come plasmare l’argilla, come ammorbidirla, come assoggettarla e trasformarla al mio piacere. » Le tematiche rappresentate dalle sculture di Germano Casone ci riportano in un’epoca pretecnologica, con una certa nostalgia come a farci capire che in quell’universo temporale in cui i libri accompagnavano l’uomo nella crescita ci sia qualcosa che non debba andare perso. Le sue costruzioni dall’innocente bellezza, dal precario equilibrio nascondono un segreto generazionale che viene tramandato nonostante tutto. I titoli delle sue opere vengono così concretizzati: “Un bambino che legge sarà un adulto che pensa” (Creta policroma – cm 16×12), “Il rifugio della mente” (Creta policroma – cm 15×21), “La scalata del sapere” (Creta rosa e pigmenti naturali – cm 30×15), “La conquista del sapere” (Creta rosa e pigmenti naturali – cm 14×14).
Andrea Randi attraverso le sue opere racconta un po’ del quotidiano, rappresentato da quel suo stile iperrealista che ci dona il colore proprio della realtà vissuta come in quella melagrana ad olio dove i chicchi scandiscono il tempo del giorno; un po’ narra, attraverso la poesia velata d’un ricordo estemporaneo, i momenti indimenticabili che sanno come riaffiorare sempre alla memoria seppur in un’immagine sfumata, delicata, allusiva. La pittura fiamminga del ‘500, del ‘600 a lui tanto cara, lo incoraggia a realizzare ciò che il presente nasconde agli occhi. Nonostante questo, Andrea Randi ci confida: «La realtà è un mistero che abbiamo costantemente sotto gli occhi, ma contiene la verità delle cose, così credo non si debba far troppo conto sul ricordo, che col passar del tempo si trasforma ed è spesso infedele». Una pittura colta, la sua, nella quale osservando le immagini si ha la parvenza di leggere una storia, in cui si nascondono le lettere di un alfabeto umano in cui riscoprirsi.
Maurizio Dell’Orto ci colpisce per la varietà con cui presenta il suo lavoro. Davvero ammirabili le sue opere su porcellana dove il disegno pur mantenendo un soggetto reale, come animali tropicali o pesci in acquari naturali, ci conduce nell’irrealtà presentata da una testa di drago, dagli avventurosi personaggi che si incontrano nel percorso. Un itinerario della fantasia si fa vivo nella circolarità di un piatto. Anche nei disegni pittorici su tela, dove il protagonista assoluto si materializza in una forma istintiva, come quella del mare o della testa di un personaggio legato alla natura, la realtà sembra giocare sempre con l’uomo, forse per non dimenticare mai il lato ludico della vita. Come sottolinea Maurizio Dell’Orto: «Il mondo della fantasia…. è l’inesplorato, la novità, il pensiero creativo e la sua creazione, il desiderio nella realtà quotidiana ed in qualunque altra realtà riusciamo a considerare. »
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Melagrana aperta