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Diego Dutto. Repertum
sabato 3 Marzo 2018 - domenica 15 Aprile 2018
sede: MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (Lissone).
La mostra personale di Diego Dutto, dal titolo Repertum, presenta una serie di sculture che fanno parte di un nuovo ciclo di opere a cui l’artista sta lavorando e che costituiscono per lui una nuova sfida, oltre che un cambio profondo e radicale dalla sua precedente produzione scultorea, che appare quasi in antitesi rispetto all’attuale.
Accantonata la ricerca quasi meccanica, tipica dell’industrial design, Dutto approda ora a elementi ossiformi la cui natura è indicativa di una grande versatilità, sia sotto il profilo tecnico, sia per i concetti sottesi.
Questo nuovo ciclo di opere appartiene alla famiglia denominata Scheletrica, che comprende i Reperti, gli Ossimori, gli Scheletranti e altri gruppi scultorei, ciascuno dei quali è caratterizzato da configurazioni e nuances osteologiche. Si tratta di conformazioni impossibili, decisamente fantastiche, che finiscono per rimescolare il reale nell’artificiale, risignificando inoltre il nostro presente alla luce di un passato remoto. Talvolta i singoli ritrovamenti vengono presentati all’interno di teche in vetro, nell’intento di metterci in relazione e a stretto contatto con autentici reperti da museo; in altri casi il ritrovamento è costituito da diverse parti che fanno pensare a qualche animale ormai estinto, o a gigantesche creature che sembrano appartenere alla mitologia.
È come se una fenditura si fosse aperta nella nostra dimensione spaziotemporale per permetterci di osservare un mondo parallelo, un altrodove e un altroquando disseminato da un’infinità di cimeli, tanto misteriosi quanto affascinanti.
Il sostantivo repertum [“reperti”] ha una duplice accezione: “ritrovamento” e “trovata, invenzione”. Il titolo della mostra assume quindi una lettura ambivalente, che la lingua latina già contemplava; da un lato un oggetto presumibilmente antico che, restituito alla nostra attenzione, è in attesa di essere sottoposto a più accurate indagini, dall’altro lato una vera e propria scoperta, ossia l’invenzione di qualcosa che è in grado di destabilizzare la nostra concezione della vita e di tutta la storia, soprattutto quella biologica.