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Eugenio Tibaldi. Architetture dell’isolamento, 2021
sabato 25 Settembre 2021 - domenica 30 Gennaio 2022
sede: Tenuta dello Scompiglio (Vorno, Capannori, Lucca).
cura: Angel Moya Garcia.
Cosa si innesca nella mente delle persone quando imboccano una strada che le porta inevitabilmente verso una sorta di isolamento cognitivo rispetto al resto della società, uno spazio altro in cui diviene impossibile definire una reale volontà dell’individuo nel creare questa stessa condizione?
Un accadimento che può essere assimilato a una frana, destinata a perdurare fino a un riassestamento.
In questo nuovo assetto lo spazio interiore inizia a coincidere e aderire con quello esteriore, senza più distinzioni o confini.
A seguito del primo lockdown a marzo del 2020, Eugenio Tibaldi 1 visita un appartamento signorile abbandonato da un decennio nel centro di Torino.
Il suo interesse a lavorare sulle mutazioni, sui margini, sulle periferie – intese sia in ambito sociale e culturale, sia soprattutto mentale, ideologico e psicologico – lo porta a interrogarsi e a indagare sull’accumulo di oggetti, di ogni tipologia e provenienza, che si trovano completamente impolverati all’interno della casa.
Un’ingente quantità di materiali collezionati in modo ossessivo dalla persona che ha trascorso gli ultimi dieci anni della propria vita confinata in quello spazio, rifiutando ogni contatto con l’esterno.
Nel progetto Architetture dell’isolamento la condizione umana di quella persona non è chiamata a testimone, poco importa chi era e come era fisicamente, emerge invece la costruzione postuma del palinsesto concettuale di una scelta, una via possibile che esiste dentro ognuno di noi in cui si annulla qualunque concezione di spazio esterno, lasciandosi andare verso la totale scomparsa sociale.
Una dimensione esteriore che in questo senso svanisce in un’accezione assoluta e oggettiva.
Questo spazio diventa solo un riferimento semplificato della natura porosa che ci compone, che aggrega luci e ombre in base alla nostra volontà di sguardo e di carica emotiva.
Un progetto in cui affastellamento e privazione camminano insieme e in cui vengono formalizzati l’isolamento, la follia e la necessità di privarsi di qualunque vita sociale.
Durante l’inaugurazione è possibile inoltre visitare le opere permanenti negli spazi della Tenuta Dello Scompiglio: Camera #3, installazione di Cecilia Bertoni e Claire Guerrier con Carl G. Beukman; In sosta di f.marquespenteado; There is not a priori answer to this dilemma (The Dolphin Hotel) di Francesca Banchelli; W18S di Antonio Rovaldi e Ettore Favini; Un Esilio di Valentina Vetturi; L’Attesa di Cecilia Bertoni con Carl G. Beukman; la mostra collettiva Il Cimitero della Memoria; Arie per lo Scompiglio di Alfredo Pirri.
Inaugurazione
25 settembre, ore 11.00-20.00
Informazioni
0583 971125; biglietteria@delloscompiglio.org
Note
- Eugenio Tibaldi (1977) – Artista da sempre attratto dalle dinamiche e dalle estetiche marginali, dal complesso rapporto fra economia e paesaggio contemporaneo. Nato ad Alba, nel 2000 si trasferisce nell’hinterland napoletano dove inizia un lavoro che indaga uno dei territori più plastici e dinamici d’Italia e traccia una sorta di mappa dell’informalità. Il margine, inteso come condizione spesso più mentale che geografica, che rappresenta l’unica via veramente in grado di generare possibilità alternative, altri livelli di lettura, che rappresentano la maggioranza della popolazione umana. Ha lavorato a Istanbul, il Cairo, Roma, Salonicco, Berlino, Verona, l’Avana, Bucarest, Torino, Caracas, Bruxelles, Tirana, Addis Abeba.