
sede: Bar.lina (Roma).
cura: Dani Martiri.
La mostra di Eva Maleen cerca di evidenziare le contraddizioni per coloro che vivono identità fem (ad esempio, lo stereotipo del femminile come equivalente all’emotività da riconciliare col bisogno di contatto con emozioni crude e con l’inconscio durante il processo creativo).
L’inconscio può essere la sede stessa del fem, simbolico quanto il lato femminile represso della nostra societa` e sintomatico quanto l’aspetto emotivo della nostra consapevolezza.
Ma entrambi, il “lato fem represso” e “l’aspetto emotivo della consapevolezza” sono concetti traballanti e possono essere illusioni, proprio come il femminile.
Il lavoro di Eva Maleen può essere visto come una ricerca di un luogo, parallelo, onirico, dove esistere in quanto fem, dove trovare quiete nel costante muoversi dell’identità e della performance e celebrare il fem sia come illusione che come una componente dell’umanità riappropriabile e (occasionalmente) riappropriata.
Usando sia la pittura che la ceramica, Eva Maleen attinge alla sua psiche, che contiene tutto il potenziale generativo necessario, come un “uovo”, che dà il titolo alla mostra.
Ricerca, amore e femminismo si fondono tra loro durante la composizione di un femminile che giace chissà dove nel subconscio.
Non c’è un unico spazio, un’unica modalità per il fem, come non c’è un soggetto fisso nelle raffigurazioni di Eva Maleen.
Inaugurazione
17 maggio 2024 ore 18:30
Immagine in evidenza
Eva Maleen – Ovale – texture – 2024 (part.)