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Faventia. Ceramica italiana contemporanea – Lorenza Boisi
martedì 12 Marzo 2024 - giovedì 11 Aprile 2024
sede: Building Box (Milano).
cura: Roberto Lacarbonara, Gaspare Luigi Marcone.
Il terzo appuntamento della rassegna “Faventia. Ceramica italiana contemporanea” è dedicato all’opera Ondulux (2017-2024) di Lorenza Boisi (Milano, 1972) composta, si potrebbe dire, da frammenti biografici colorati, realizzati in questi ultimi anni.
Alla stregua di vecchie lamiere ondulate, adoperate nelle coperture provvisorie o semipermanenti di edifici industriali, le lastre di ceramica di Boisi appaiono logore, consunte e frammentarie, bucate in più parti, come estratte da una originale allocazione a esaurimento della propria funzionalità.
All’origine della scultura, un ricordo d’infanzia: un evento meteorologico violento degli anni Settanta che, tra tetti scoperchiati di case e capannoni, alberi sradicati e la disperazione della gente, segnò la memoria dell’artista “per via dell’inatteso arrivo di una vasta lastra di ondulux tipicamente verde, strappata chissà da quale dove, per atterrare sul nostro giardino pensile”.
Emulando la forma modellata nel tipico profilo “a onda” – concepito nelle lamiere di plastica o metallo per aumentare la resistenza agli sforzi di flessione – Boisi alimenta l’ambiguità visiva e giunge alla sottile contraddizione tra materiali estremamente differenti in termini di impiego e resistenza.
Della fragilità della ceramica sappiamo. Conosciamo gli usi affettivi e domestici, le antiche testimonianze di civiltà che, dalla forgiatura della terra, traevano forme e sostegni, ma anche ornamento e figure.
Boisi attinge, innanzitutto, alla produzione di fabbrica, approdando a un modello, a una soluzione e a una superficie capaci di mostrare tanto la linearità del disegno progettuale e serializzato, quanto l’irregolarità e imperfezione di un fare manuale, irregolare e non funzionale. Da tempo al centro della produzione dell’artista milanese, le sue sculture in ceramica rivelano l’immediata esigenza di plasmare la materia in assoluta autonomia, senza mai demandare alle maestranze.
Un approccio che ben si addice alla ricerca di immediatezza espressiva, esistenziale ed emotiva nel segno pittorico e scultoreo, laddove le forme, le narrazioni, gli echi mitici e gli oggetti della memoria personale compongono un universo plastico dalla forte “emotività concettuale”, come spesso dichiara l’artista. Gesti liberi e cromie accese di gusto genuinamente naïf accanto a un’esibita perizia tecnica e sintesi formale, come nelle opere in mostra che, occupando lo spazio per via di illogiche disposizioni e sovrapposizioni, rivelano la sua connaturata insubordinazione, fuggendo dalla presunta simulazione dell’oggetto verso l’invenzione di un corpo-onda che ostenta la sua pelle smaltata di nuova luce e trasparenza.
“L’ondulux ha un bellissimo nome: Luce ondulata; sì, perché è come guardare, attraverso quelle increspature, dei bassi fondali” ricorda l’artista.
Le particolari cromie dei lavori sono state realizzate nei laboratori del Museo Carlo Zauli di Faenza.
Immagine in evidenza
Lorenza Boisi, Ondulux, 2017-2024, ceramica secondo fuoco installazione, misure complessive variabili