altri risultati...
Trova le Mostre e gli Eventi nella tua Città | Segnala il tuo Evento

- Questo evento è passato.
Fortuna instabile quasi possibile – Mostra collettiva
giovedì 7 Ottobre 2021 - domenica 17 Ottobre 2021

sede: Artcurial (Milano).
cura: Luca Zuccala, Andrea Tinterri.
L’esposizione – nel cui titolo riecheggiano gli “equilibri instabili quasi impossibili” dell’opera di Eliseo Mattiacci, ribaltandone il significato e conferendo una visione di speranza – si configura come un atto di restituzione al territorio e alla comunità e verte sui temi che sono stati affrontati durante il periodo di residenza, come il concetto di finestra rinascimentale, la misura architettonica, il Rinascimento come laboratorio, la ricerca dell’altrove, il paesaggio come opera d’arte, la terra dipinta, connotativa della collina dell’entroterra fanese, l’unicità del linguaggio locale, il tema del ritorno, la riflessione sulla comunità, il dialogo e la feconda contaminazione tra artisti, linguaggi, pratiche artistiche, ibridazione e interdisciplinarità della ricerca, la residenza come resistenza dalla spettacolarizzazione del sistema dell’arte e dalla schizofrenia del mercato, il silenzio come stato, il rapporto fertile tra centro e periferia.
Lidia Bianchi (1992) esplora il paesaggio fanese eludendo la spettacolarizzazione della bellezza, fotografando quinte teatrali quasi monocrome (Muri di sambuco in fiore) che le permettono di disinnescare l’orizzonte ed elaborare un nuovo racconto. In Sonotornate le lucciole, Paolo, la narrazione è incentrata sul dualismo pubblico/privato – storia/biografia, che richiama reminiscenze familiari e il famoso scritto corsaro di Pierpaolo Pasolini che denunciava la scomparsa delle lucciole dal paesaggio italiano.
Silvia Bigi (1985) nel progetto “Phasmatodea” innesca un inedito rapporto tra sonno e algoritmo, un dialogo notturno, serrato, in scala di grigi. Come sottolinea lei stessa “partendo dai miei diari notturni, comincio a intrattenere veri e propri dialoghi con un algoritmo text-to-image, progettato per tradurre input testuali in immagini. Gli racconto cosa si suppone dovrei vedere intorno a me, ma anche ciò che sento, nella solitudine della notte.”
Oscar Contreras Rojas (1986) si focalizza su una pittura dalle tonalità morbide della terra, da cui emergono figure dai tratti incerti, fisionomie che vengono cancellate. Evocazioni di memorie storiche che caratterizzano il territorio, episodi della storia fanese, ricordi di elefanti cartaginesi, ritrovamenti bronzei, moderni pescatori.
Jingge Dong (1989) lavora sull’evocazione. La sua ricerca pittorica non restituisce il reale, piuttosto ne altera i connotati presentando un paesaggio caotico, interiorizzato, fatto a pezzi e rincollato a propria immagine e somiglianza.
La fotografa Rachele Maistrello (1986), da oltre un anno, sta coinvolgendo biologi marini, ingegneri del suono ed apneisti professionisti per raccogliere dati e testimonianze da cui ispirarsi per realizzare una serie di opere sul rapporto dell’uomo col mondo marino. La relazione uomo-mare, nell’opera-progetto Blue diamond è fatta di attrazione per l’ignoto, ricerche di pattern ricorrenti dal significato sconosciuto e desiderio di superamento dei propri limiti e della propria natura.
Sophie Westerlind (1985) guarda alla pittura con una sensibilità nordica e adatta la sua poetica al paesaggio fanese. Durante la residenza ha tenuto una sorta di diario di bordo, un taccuino su cui ha disegnato e appuntato ciò che si è trovata davanti. Parallelamente dipinge all’aperto, una pittura veloce, in cui l’imprecisione è parte dell’opera, delle condizioni atmosferiche. Colline, alberi, ritratti, una quotidianità atemporale, estatica.
Come afferma Luca Zuccala, “Una moltitudine di stimoli ha visto gli artisti perennemente in cammino e al lavoro sul territorio: dalle pietre millenarie dei borghi medievali alle armonie delle prospettive rinascimentali; dall’Adriatico all’Appennino, passando per il fiume Metauro, l’antica Via Flaminia e la Gola del Furlo. Dalla visita a preziosi tesori locali, i Bronzi di Cartoceto nella città di Pergola, allo studio della storia secolare della marineria fanese; dalla morfologia delle coste di Fiorenzuola di Focara ai silenzi dell’Eremo di Monte Giove e del Monastero di Fonte Avellana, solo per citarne alcuni. Epicentro del “viaggio” la città di Fano, con la sua densa stratificazione storica, sociale e culturale”.
“Attraverso il contributo – prosegue Luca Zuccala – di un ventaglio eterogeneo di professionisti – storici, archeologi, botanici, docenti universitari, storici dell’arte e della letteratura, biologi marini e curatori di arte contemporanea – è stato possibile mettere a disposizione degli artisti un multiforme e trasversale bagaglio di conoscenza e indagine delle peculiarità del luogo. Un territorio “che parla” quello della marca fanese, nel quale il paesaggio è stratificazione culturale, memoria iconografica. È in questo contesto che prende forma il processo di appropriazione/restituzione che gli artisti hanno messo in atto utilizzando diversi linguaggi, apparentemente antitetici, che problematizzano il paesaggio e la sua storia”.
Inaugurazione
giovedì 7 ottobre, ore 18.00
- Silvia Bigi
- Jingge Dong
- Oscar Contreras Rojas