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Francesca Magro e Mario De Leo. Dialogo a due: “Parlami di lei”
domenica 20 Settembre 2020 - venerdì 30 Ottobre 2020

sede: Casa Museo Spazio Tadini (Milano).
Francesca Magro e Mario De Leo presentano una visione del femminile molto particolare sottolineando interrogativi aperti sul maschile e femminile oggi: Mario De Leo lavora sul tema della Figura Amazzonica riflettendo sugli archetipi e Francesca Magro sul corpo e la sua simbologia con la serie di opere Il corpo e la carne.
Mario De Leo, da uomo, rincorre la donna mito, la donna che dialoga con l’Universo e si ammanta di sacralità, mentre Francesca Magro, da donna, parte dal corpo, mette in discussione l’oggetto e soggetto condiviso dagli uomini quanto dalle donne: il corpo femminile, ovvero quel corpo che ognuno di noi ha vissuto, anche solo in parte, nell’arco della sua vita. La donna della Magro è bionica, è una donna di un futuro possibile e la astrae fino all’eccesso aprendo una riflessione anche sulla biotica e il futuro dell’Umanità. L’elemento tecnologico è comune in entrambi, come elemento imprescindibile della contemporaneità. In De Leo si fa suono e musica del cosmo, in Magro si fa sostituto della carne che perde espressione, dialogo e forse futuro.
Mario De Leo Figura Amazzonica
“La figura amazzonica è uno dei primi cicli pittorici in cui l’artista Mario De Leo sperimenta l’uso di frammenti di circuiti elettrici nella composizione iconografica dell’umano. Non è un caso che inizi dal volto femminile e questo lo chiami figura. È una scelta che potremmo interpretare alla maniera di Emilio Tadini. Per quest’ultimo la madre è il primo volto che impariamo a riconoscere e ci appare come una figura perché è solo rappresentazione della “condizione originaria” ovvero quella in cui non avevamo ancora sperimentato l’esperienza della distanza e quindi della separazione dal corpo materno. (La distanza, Emilio Tadini Einaudi)
Tratto dal testo di Melina Scalise Figura Amazzonica
Francesca Magro Il corpo e la carne.
“Il lavoro artistico di Francesca Magro, docente d’arte, ha attinto da questo immaginario del femminile nell’arte e nelle rivoluzioni sociali femministe del 900 e, come donna e artista ha scelto di parlare del corpo in un modo singolare e innovativo. I suoi lavori si presentano in prima istanza come denuncia della donna-oggetto e di un ruolo della donna “bambola” enfatizzato ancor più negli anni 80, sia nel linguaggio televisivo, che della pubblicità e della moda nonostante le conquiste della rivoluzione femminile. Francesca Magro sente l’urgenza di strappare ferocemente quel corpo femminile da tutto ciò che è modello estetico stereotipato esasperato anche dalla chirurgia estetica, ma anche dal sacro e simbolicamente angelicato per riportarlo alla carne e alla manipolazione della carne fino alla sua trasformazione artificiale (corpo bionico).
Tratto dal testo di Melina Scalise Il corpo e la Carne
- Mario De Leo