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Francesca Piovesan. Blocco

lunedì 17 Aprile 2023 - martedì 11 Luglio 2023

Francesca Piovesan. Blocco

sede: Cavea Marini (Milano).
cura: Sabino Maria Frassà.

Con le inedite opere “Eco” di Francesca Piovesan apre a Milano il nuovo spazio Cavea Marini per l’arte, il design e l’architettura. Sabino Maria Frassà ha concepito Blocco, un’installazione artistica multisensoriale e pluridisciplinare fatta di arte, design e cioccolato: al fianco delle opere – tra fotografia e pietra – di Francesca Piovesan.

Come spiega il curatore Frassà “l’installazione Blocco dà forma alla tensione in continuo divenire verso sempre nuovi equilibri tra esteriorità e interiorità, fulcro stesso del nostro vivere. L’idea è nata dall’analogia tra le pietre della Marini Marmi e l’epidermide umana impiegata nel lavoro di Francesca Piovesan. Il Ceppo di Gré è una pietra naturale di colore grigio-azzurro, formatasi 600.000 anni fa, che si trova nella parte più esterna della montagna. All’interno, nel cuore della terra, si trova il pregiato Nuvolato di Gré, antichissima pietra “madre” compatta formatasi 200 milioni di anni fa. Allo stesso modo Francesca Piovesan intende la pelle come contenitore e contenuto, come ciò che ci separa, unisce e protegge dall’altro da sé”.

I lavori di Francesca Piovesan non rappresentano mai la realtà, ma sono essi stessi scorci di realtà. Nelle sue opere c’è letteralmente il suo corpo: i grassi e i sali minerali dell’epidermide, reagendo con i sali d’argento, danno così vita a opere fotografiche (off-camera, ovvero senza l’ausilio della macchina fotografica).
Le opere di Piovesan sono così fotografie fatte di realtà, in cui la pelle, catturata e scomposta, ci porta a riflettere più che sulla forma – il corpo – sul contenuto – l’essenza stessa e l’interiorità.

Il termine “blocco” indica così sia una grande massa uniforme (di pietra o di legno) che sembra inamovibile, sia l’atto forzato di fermare o essere imprigionato. Per tale ragione in mostra sono presentate opere inedite del ciclo Eco, che raccontano questi due aspetti dell’essere solo a prima vista antitetici. Alle pareti della Cavea Marini sono posizionate due lavori – i più grandi mai realizzati – del ciclo “Aniconico”, ciclo presentato per la prima volta al Gaggenau di Roma nel 2021. A prima vista i due lavori bidimensionali sembrano mosaici in pietra. In realtà i tasselli sono frammenti di impronta del corpo dell’artista, che misura e registra con la propria epidermide il mondo esterno.

La fisionomia umana nelle opere di Aniconico non è mai riconoscibile nella sua soggettività: riusciamo a scorgere nell’opera frammenti di una figura umana, ma non comprendiamo chi sia. Ci troviamo di fronte a geometrici “mosaici di corpo”, che a prima vista sembrano fatti di pietra simile al travertino. I tasselli in realtà derivano dalla mappatura del corpo realizzata dall’artista attraverso il contatto tra la propria pelle e il nastro adesivo. Il corpo sembra quasi scomparire, così scomposto in frammenti. Solo l’orecchio, l’organo con cui ci mettiamo in contatto con gli altri, rimane sempre riconoscibile e in evidenza.

I due nuovi grandi lavori presentati rappresentano un importante punto di arrivo della ricerca artistica di Piovesan, che cattura “in” e “attraverso” di essi la propria figura intera. Appare evidente in queste opere una forma di rielaborazione laica della geometria sacra – trasversale ai più importanti culti monoteisti; da sempre è la geometria a narrare la perfezione del “creato” qualora non si possa o voglia ricorrere a immagini figurative. In questi mosaici le ri-composizioni geometriche sono fatte di un corpo “universale” non (più) riconoscibile che richiama e tende a un nuovo ordine trascendente. È la straordinarietà di questa artista che riesce a impiegare l’epidermide umana per raccontare l’universalità a cui tendiamo. In fondo siamo tutti figli delle stelle. Siamo anche noi le stelle. Siamo noi con il nostro corpo l’opera d’arte.

A contraltare dell’infinitezza in noi racchiusa, “Blocco” ospita anche le inedite opere scultoree “Eco” di Francesca Piovesan, realizzate con la pietra Ceppo di Grè spazzolata. L’artista ha scelto di impiegare questa pietra perché costituisce lo strato esterno della montagna, che custodisce, come lo fa la nostra pelle, un contenuto prezioso: il Ceppo è così inteso come la pelle della montagna, quel “sottile” strato che unisce il mondo esterno alle viscere della Terra, al Nuvolato di Grè. Non a caso la finitura scelta è stata la pietra spazzolata, che rende il ceppo poroso, come se fosse segnato da rughe e pieghe epidermiche.

Il nuovo ciclo di opere parte dalla celebre serie “Specchianti” con cui l’artista catturava le impronte del proprio corpo su vetri che venivano poi specchiati. In “Eco” l’attenzione è posta su un altro aspetto della pelle, quello di essere strumento di “difesa” e forma di contenimento nei confronti di un mondo esterno, che molte volte non si comprende (più) pienamente. Il corpo si fa oggi pietra al fine di proteggersi. Tutto diventa stasi e quiete nell’immobilità.

Dettagli

Inizio:
lunedì 17 Aprile 2023
Fine:
martedì 11 Luglio 2023
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

CAVEA MARINI
via Alberico Albricci, 1
Milano, 20122 Italia
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