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Francesco Franco. Il pensiero inciso
venerdì 31 Marzo 2023 - domenica 7 Maggio 2023

sede: Ipogeo della Rotonda di Talucchi (Torino).
cura: Andrea Balzola, Daniele Gay.
L’Accademia Albertina ospita un’importante esposizione antologica delle opere grafiche (incisioni, disegni, libri d’artista) e pittoriche (pastelli e tempere) di Francesco Franco (Mondovì 1924, Torino 2018).
All’Accademia Albertina di Torino, Franco studia pittura con Felice Casorati e Filippo Scroppo e scopre il suo interesse per l’incisione grazie ai professori Marcello Boglione e Mario Calandri. Nel 1956 si diploma e inizia l’attività espositiva.
Nel 1957 diventa assistente di Mario Calandri per succedergli in seguito quale titolare del corso di tecniche dell’incisione, ruolo che detiene fino al suo ritiro dall’insegnamento nel 1988.
Alla ricerca artistica e all’insegnamento si aggiungono restauri di affreschi quattrocenteschi, eseguiti per la Soprintendenza di Torino e affiancati da studi teorici pubblicati su riviste specializzate, e scritti sulle tecniche dell’incisione, inseriti in enciclopedie e cataloghi del settore.
Franco ha esposto in importanti mostre in Italia e all’estero, è stato invitato alla Biennale internazionale di Venezia ed è stato più volte presente alla Biennale dell’incisione italiana contemporanea di Venezia; ha inoltre partecipato alla Biennale di San Paolo del Brasile e alla Quadriennale di Roma. Incisioni di Francesco Franco sono presenti presso numerosi musei e gabinetti delle stampe in Italia e all’estero.
Il suo insegnamento in Accademia è stato caratterizzato da un grande rigore metodologico unito a un’apertura lungimirante per tutte le forme di ricerca e di sperimentazione espressive, mentre la sua attività artistica, concentrata soprattutto sull’incisione, ha superato la tradizionale dicotomia tra astratto e figurativo, perché, come amava ripetere, „l’arte è sempre astratta“, nel senso che è frutto di un’interpretazione e di un’elaborazione visiva e concettuale della realtà esteriore e interiore. Una produzione prevalentemente non figurativa ma che includeva anche l’interesse per la natura, il paesaggio, le architetture, che diventavano spesso spunti per una trasfigurazione compositiva, ritmica, gestuale. In un processo di progressiva ricerca dell’essenzialità del segno, che esaltava il vuoto invece di riempirlo. Il suo lavoro pittorico, svolto a lungo in modo appartato con l’uso della tempera e poi dei pastelli su carta preparata, ha suscitato un crescente interesse negli ultimi anni.
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(part.)