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Francesco Petrone. Respiro
sabato 4 Maggio 2024 - sabato 6 Luglio 2024

sede: Indigo Art Gallery (Perugia).
La seconda mostra personale di Francesco Petrone presso la galleria è l’occasione per presentare al pubblico la sua nuova produzione su vetro, completamente inedita e che prende spunto da una riflessione che Petrone compie da sempre e che riguarda visceralmente il suo lavoro, quella del raccontare e mettere in luce le storie delle persone.
In particolar modo, l’artista raccoglie e seleziona parole, frasi o disegni, contenuti in lettere, diari o testimonianze in generale, per riproporle e fissarle su vetri appannati, attraverso la calligrafia di chi ha lasciato questi segni.
Essi hanno come comune denominatore il fatto di non esser riusciti, totalmente o in parte, a raggiungere il destinatario per cui erano state pensati e scritti.
Una riflessione sui confini della comunicazione ma anche dell’emotività, sulla necessità di raccontarsi e svelarsi, comune a chiunque, ma che, in certi casi, non ha trovato sfogo. Da qui la volontà dell’artista di voler rendere trasparente la barriera di queste parole: il vetro è il confine su cui esse si infrangono, ma garantisce, allo stesso tempo, una lettura da entrambi i lati, esterni e interni, creando di fatto una possibilità di comunicazione. Attraverso queste opere, l’artista dà inoltre spazio a sogni e incubi, desideri e condizioni che caratterizzano le storie personali, ma che diventano universali grazie a un gesto semplice come quello di lasciare un segno su un vetro appannato, pagina bianca e poetica di molti, scritta, disegnata e a volte cancellata, che nel successivo respiro trattiene i segni di ciò che ha serbato nel precedente.
La matrice di questa ricerca è da individuarsi nella storia personale dell’artista: l’osservazione degli ultimi istanti di vita della madre, in grado di respirare attraverso una maschera CPAP, hanno generato nell’artista la riflessione: “fin quando si appanna il vetro, lei è viva”. Da lì la volontà di “fermare” quel respiro su vetro, quasi come prova di immortalità. Il reperimento delle testimonianze riguarda sia storie ormai passate, sia storie del presente: un progetto relazionale che interpella e coinvolge persone accomunate da vicende simili, ma anche testimonianze manoscritte di chi ha deciso di affidare alla carta la propria intimità, partendo dalle parole di amici e artisti.
Una collaborazione fondamentale, in questo senso è quella con l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (AR) che si configura in questo progetto come un partner eletto, in quanto raccoglie, conserva e valorizza le vicende personali dei tantissimi che hanno scelto la forma del diario per raccontarsi e per essere custoditi.
Un lavoro nuovo per lo scultore, che sembra parzialmente discostarsi dal precedente ma che non abbandona mai la sua forma gestuale e materica: “Entrare in relazione con la grafia altrui è un lavoro scultoreo. Ricalcare l’andamento, cercare di capire le distanze fra le lettere avviene con le mani”, dice l’artista. La trasparenza del materiale e l’inafferrabilità del soggetto, il respiro, si manifestano anche nella fruizione dell’opera, visibile ma evanescente, che nella sua osservazione suggerisce e richiama la stessa attenzione e cura che devono essere usate per toccare l’intimità e la storia delle persone.
L’artista diventa quindi messaggero e traghettatore delle storie e delle parole delle persone, prendendosi cura del presente, ma anche del passato, di spiriti “ribelli” che in un certo senso hanno ancora bisogno di esistere, un tributo laico per chi è rimasto.
Inaugurazione
sabato 4 maggio, alle 18.30
Immagine in evidenza
L’uomo nero (part.)