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Geografie. Raccontare i tempi, raccontare i luoghi

sede: MAGA Museo Arte Gallarate (Gallarate, Varese).
cura: Emma Zanella, Alessandro Castiglioni.
Il progetto, curato da Emma Zanella e Alessandro Castiglioni, rispettivamente direttrice e conservatore del MAGA, sviluppa un ambito di ricerca pluriennale che ha dedica alla collezione vista come un momento di approfondimento e di innovazione che, attraverso la selezione di opere scelte, permette di raccontare la contemporaneità sotto una prospettiva inedita.
Geografie prosegue anche il dialogo che lega le arti visive e la letteratura all’interno dell’HIC Hub Istituti Culturali della Città di Gallarate. Il titolo, Geografie, nasce infatti da una libera lettura e reinterpretazione dell’omonimo libro della saggista e poetessa Antonella Anedda (Roma, 1955) nel quale si trova questa affermazione: “Il tempo si consuma, lo spazio meno. Lo spazio si rinnova non è vero che è vuoto”.
La mostra ruota proprio attorno al rapporto che lega lo spazio al tempo e alla capacità dell’arte di raccontare i tempi e i luoghi della nostra contemporaneità.
Il percorso espositivo si apre con una serie di dipinti che affrontano in modo diretto o indiretto il tema della seconda guerra mondiale e della ricostruzione postbellica a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta del secolo scorso. Ne è esempio emblematico L’Urto di Emilio Vedova in cui le vorticose forme geometriche sono un riferimento al dramma e alla violenza della guerra. A queste opere risponde il grande dipinto La Pace di Ennio Morlotti in cui il linguaggio cubista ricorda in modo diretto il Picasso di Guernica, dove un’arte impegnata, moralmente e politicamente, racconta la storia nelle sue drammatiche vicende di trasformazione.
Una seconda linea di ricerca propone due idee di spazio a confronto che, in modo trasversale, caratterizzano gli anni sessanta e settanta: la dimensione spaziale più scientifica, ovvero quella delle scoperte cosmiche e del raggiungimento della Luna, e lo spazio politico del movimento, della lotta e della contestazione che porta a forme piu` elaborate di arte concettuale e architettura radicale, qui approfondite attraverso autori quali Lucio Fontana, Ugo La Pietra, Nanda Vigo, Mirella Bentivoglio e la riapertura dell’ambiente Spazio Elastico di Gianni Colombo dopo un lavoro di analisi conservativa sviluppato insieme all’Archivio Colombo.
Il terzo campo d’indagine si rivolge alle complesse ridefinizioni dello spazio contemporaneo. A questa sezione fanno riferimento opere legate a questioni quali il rapporto tra luogo e storia, e tra natura e artificio, e lavori che riflettono in modo più profondo le identità e le memorie individuali e collettive.
La rassegna si chiude con alcune importanti e recenti acquisizioni del MAGA, mai esposte prima nel percorso della collezione permanente, come Produttivo di Giorgio Andreotta Calò, Note on Historical Amnesia pt 2 (loop) di Alessandra Ferrini, Senza titolo di Armin Linke e quelle entrate in collezione grazie al progetto Italian Council come Lo Spettro di Malthus di Marzia Migliora, Historia di Francesco Bertocco e Zwischen nicht mehr und noch nicht (Tra non piu` e non ancora) di Nicola Pellegrini e Ottonella Mocellin.
Contemporaneamente alla mostra “Geografie. Raccontare i tempi, raccontare i luoghi”, il MAGA presenta dal 26 febbraio all’8 maggio 2022, le personali di Chiara Dynys, “Melancholia” e di Michele Lombardelli, “Untitled“.
Immagine in evidenza
Emilio Vedova, L’urto, 1949-50 (part.)