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Giornata Internazionale dei Musei 2017
giovedì 18 Maggio 2017

sede: Varie Sedi (Italia);
cura: ICOM Italia.
Il 18 maggio la comunità museale mondiale sarà impegnata, come ogni anno, nell’organizzazione della Giornata internazionale dei musei.
Il tema prescelto per il 2017 è Musei e storie controverse: raccontare l’indicibile nei musei.
I musei sono invitati a presentare, partendo dalle proprie collezioni, testimonianze e memorie di episodi tragici o semplicemente controversi e inespressi del passato e del presente, proponendone – attraverso attività di esposizione, interpretazione, discussione, mediazione – la rilettura da più punti di vista e invitando il pubblico a una riflessione critica, scevra da passioni, pregiudizi di parte o preconcetti culturali e ideologici.
In tal modo i musei potranno confermare il proprio ruolo di soggetti attivi nella società contemporanea, promotori di conoscenza reciproca e di dialogo tra le culture e le comunità, luoghi di incontro e di pacificazione.
In Italia il tema della Giornata internazionale dei musei, come l’anno scorso, sarà al centro della Festa dei musei promossa dalla Direzione generale Musei del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in programma per il fine settimana del 20-21 maggio, con una formula pensata per attrarre diverse tipologie di pubblici e indurli a riflettere sul nostro patrimonio con modalità e prospettive diverse da quelle consuete.
Le storie controverse e l’indicibile nei musei.
La proposta di ICOM di interrogarci sul controverso e sull’indicibile nei musei ci impegna da più punti di vista.
Ci richiama a considerare in quali modi operiamo, come professionisti museali, affinché i musei in cui o per cui lavoriamo siano consapevoli del loro ruolo nella società, siano luoghi di confronto aperti anche a temi controversi, scomodi, negati.
Ci sollecita anche a interrogarci sul loro passato e su quanto, in ciascuno di essi, indipendentemente dalla loro tipologia, non è stato accolto ed esposto, quanto è stato escluso o emarginato, dimenticato o celato e sulle ragioni per cui questo è avvenuto.
In questa analisi siamo chiamati a distinguere e a identificare il consapevole dall’inconsapevole, l’irrilevante dal rimosso, il respinto dal trascurato, l’emarginato dal cancellato, il censurato dall’ignorato.
Ad ampliare cioè, senza banalizzarlo, un tema che rinvia certamente alla storia e alle memorie negate, a quelle dei totalitarismi e del passato coloniale, ai temi rimossi della storia, dagli stermini alle persecuzioni religiose, etniche, politiche, di genere, alle questioni della storia sociale, dall’oppressione di classe alla repressione politica dei movimenti sociali, senza trascurare gli effetti più generali prodotti dall’azione delle ideologie e dei preconcetti culturali sul quotidiano, spesso plasmato in modo tale da nasconderne la complessità celandone gli aspetti contraddittori, divergenti, atipici, devianti, deformi, “mostruosi.
Dobbiamo però anche riflettere sui temi e sugli oggetti che non sono esposti solo perché imbarazzanti, scomodi, o perché potrebbero essere oggetto di critiche e contestazioni.
Considerare, nella scala discreta e sfumata delle scelte che i musei hanno fatto e fanno nelle loro politiche di acquisizione ed esposizione, anche la vasta zona ‘grigia’ del silenzio e del rimosso, dell’arroccamento sul passato per non confrontarsi con il presente e con i suoi conflitti, politici, economici, sociali, culturali.
E mettere in luce le autocensure legate alla soggezione al potere, alle mode, ai pregiudizi e al senso comune, alle dipendenze al mercato e alla cultura dominante.
Piccole e grandi scelte, consapevoli e inconsapevoli, che spesso hanno spinto i musei a sottrarsi al confronto con temi e oggetti in nome di una pretesa oggettività e di una ricercata distanza da ogni tema controverso.
Assecondando così un’immagine di museo neutrale e distante dal presente, luogo delle certezze e non degli interrogativi, del dubbio, del contrasto ai pregiudizi e al senso comune, in luogo di un museo che nella sua ricerca e nella sua azione osa, sfida, suscita dibattito e interrogativi, anche difficili, scomodi, al limite provocatori.
In questo percorso di analisi non dovremmo limitarci all’esercizio della critica, certamente necessaria, ma valorizzare anche tutti i casi (e ve ne sono potenzialmente molti) nei quali si è agito con coraggio confrontandosi con questioni controverse e comunicando l’indicibile o anche solo il non detto, sfidando il senso comune e il pensiero del proprio tempo.
Una prima guida in questa ricerca ci è offerta da alcuni elementi che sono propri della natura stessa del museo, una figura storicamente determinata, che inevitabilmente esclude temi e oggetti che separa questi ultimi dal loro contesto, che è censurato ma che anche si autocensura e in cui l’indicibile corrisponde all’inesponibile.
Il museo è una figura storicamente determinata.
Nel rispecchiare i rapporti di potere della società di cui è prodotto ed espressione, il museo è inevitabilmente riflesso del suo tempo. Ma, nella variabile relazione con i suoi valori e le sue gerarchie, si assoggetta ad essi, ma può anche svolgere un ruolo critico o – più raramente – di rottura. Tra le opposte prospettive dell’asservimento e dell’opposizione – al potere, al mercato, alla cultura dominante – il museo fluttua tra dipendenza e indipendenza, tra conservazione e innovazione.
Il museo esclude.
Alla natura onnivora e compulsiva del collezionismo, il museo oppone la logica della scelta e della selezione scientifica dei beni che conserva ed espone.
Ma è stato anche osservato che in un museo non conta tanto quanto c’è, ma quanto è assente.
Occorre quindi interrogarsi sui perché delle esclusioni, altrettanto indicative delle sue inclusioni, mutevoli nel tempo e nello spazio.
Censura e autocensura.
Il museo può trovarsi ad accettare la censura di valori negati, emarginati, contestati, scomodi, autocensurandosi nelle sue scelte, ma può anche essere oggetto di censure, più o meno esplicite, da parte del potere, politico, e non solo.
Può subire o rifiutare, uniformarsi o contrastare, le influenze e le imposizioni, ma anche solo ignorarle, appartandosi, distinguendosi.
Il museo separa.
L’atto stesso della musealizzazione corrisponde a una separazione: dal contesto, materiale e immateriale di provenienza, dei beni.
A questa inevitabile mutilazione il museo ripara con una ricontestualizzazione dei beni che tuttavia è sempre parziale, comunque omissiva.
Nel dare senso, trascura, emargina valori e storie.
Indicibile e inesponibile.
Nel museo l’indicibile può corrispondere, sino a coincidere, con l’inesponibile.
Il non detto con l’inesposto.
Per non suscitare orrore, per non offendere lo sguardo e il senso comune, per non affrontare questioni discusse, incerte, controverse, ma anche per non confrontarsi con temi scomodi, contestati, negati.