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Giovanni Maranghi. Mastica e sputa

lunedì 1 Febbraio 2021 - martedì 2 Marzo 2021

Giovanni Maranghi. Mastica e sputa

sede: Chiesa di Santa Maria della Spina (Pisa).
cura: Riccardo Ferrucci.

L’arte di Giovanni Maranghi approda a Pisa, in un luogo magnifico, la Chiesa della Spina, con una mostra personale curata da Riccardo Ferrucci, in cui l’artista presenta un’installazione pittorica dedicata alla donna. “Mastica e sputa”, questo il titolo dell’esposizione, liberamente tratto dalla celebre canzone di Fabrizio De André “Ho visto Nina volare”.

“Ho sempre cercato – afferma l’artista – fin dagli anni della scuola d’Arte di essere un attento osservatore di tutto ciò che mi si presentava davanti.
Penso che l’essere curioso sia sempre pronto più di altri a cercare di comprendere tutto ciò che gli accade intorno.
Ho legato la mia vita al mondo dell’arte, pensando che sia basilare rubare giorno dopo giorno tutto ciò che le opere altrui mostrano.
Rubare con gli occhi un passaggio cromatico, un segno grafico, ma anche una nota musicale, un profumo o quant’altro un artista crea, è alla base della crescita e dello sviluppo di un proprio alfabeto.
Usando una metafora non mia, potrei dire: mangia il tutto, masticalo bene, trattieni ciò che è buono per te, sputa il resto.
Questo mi ha ricordato il refrain, “mastica e sputa” del brano di De André che ho preso in prestito per questa mostra”.

“Il racconto del cantante genovese – scrive il critico Ferrucci – diventa la partitura ideale per un viaggio poetico del nostro artista che incontra ricordi personali e recondite armonie nelle parole del cantautore”.

Infatti questa mostra è nata dal sapore del ricordo, come ci spiega lo stesso Maranghi: “Nella seconda metà degli anni ‘90, a Castiglioncello, dove passavo con tutta la mia famiglia (moglie, suoceri e due bambini in tenerissima età) l’intera estate, arrivava da un paese a nord di Kiev poco lontano da Cernobyl, ospite di una famiglia di amici nostri vicini, una bambina bionda con gli occhi celesti di nome Nina. Tutto questo successe per varie estati in relazione a un accordo con una associazione umanitaria. Durante i primi mesi di quest’anno, costretto dal Covid fra le mura domestiche, mi è successo come a tanti di noi di riaprire vecchi cassetti, album di foto e altre cose smarrite nella memoria.Tornando indietro di qualche anno, devo dire che ho sempre amato ascoltare le interpretazioni di Fabrizio De André e fra queste una un po’ melanconica, ma ricca di immagini per un attento sognatore, era ed è “Ho visto Nina volare”.
Perciò avuta in mano quella foto, ascoltando la canzone, ho iniziato ad immaginare sull’altalena di Fabrizio, la mia Nina, la bella Nina dagli occhi celesti che aveva fatto innamorare i miei piccoli figli.
Sicuramente per lei passare l’estate a Castiglioncello voleva dire cambiare radicalmente vita e scoprire un mondo nuovo e diverso dal suo, ma nonostante ciò rimaneva in lei la sua aria di malinconia, un po’ come le note di De André.
Quindi un modo di legare un bellissimo ricordo, una bellissima canzone a dei bellissimi bambini”.

Il critico d’arte Riccardo Ferrucci, parlando della poetica di Maranghi, sottolinea l’originalità e la modernità dell’artista fiorentino: “L’arte di Giovanni Maranghi si presenta come una delle esperienze più originali e autentiche della pittura contemporanea, le donne e le sue immagini restano frammenti importanti, scritti in modo indelebile sulla tela. Il suo procedere artistico è un invito al sogno e alla leggerezza, quella indicata da Calvino, che ci racconta l’autore nel suo diario visionario, attraverso una serie di opere che restano nel cuore e appartengono alla memoria dello spettatore”.

“Maranghi – continua Ferrucci – è un poeta visionario e, nel suo mondo, si trovano echi di modernità e storia, passato e futuro, realtà e sogno, visione e meditazione. Le forme sensuali delle donne diventano oggetti di desiderio, ma anche racconto di storie private e segrete, misteri da decifrare. È una dimensione narrativa che si sprigiona dal racconto, che trova il primo approccio nel disegno, un modo per evocare sogni e demoni, cominciare a guardare in faccia la realtà, una prima annotazione alle sue storie”.

La mostra è organizzata da Casa d’Arte San Lorenzo per il Comune di Pisa, in collaborazione con C.R.A. Centro Raccolta Arte di San Miniato e il supporto di FuoriLuogo.

Per informazioni:
Casa d’Arte San Lorenzo
0571 43595; galleria@arte-sanlorenzo.it

Dettagli

Inizio:
lunedì 1 Febbraio 2021
Fine:
martedì 2 Marzo 2021
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA SPINA
Lungarno Gambacorti
Pisa, 56125 Italia