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Giuseppe Amenta. L’infinito istante
venerdì 9 Maggio 2025 - venerdì 6 Giugno 2025

sede: Galleria FIAF Le Gru (Valverde, Catania).
Viviamo la vicenda dello sguardo fotografico tra due esperienze sempre tessute tra lo “spazio” ed il “tempo”.
La prima di queste esperienze (l’infinito) abbiamo sempre tentato di misurarla o, quantomeno, di definirla. In questa impresa si sono cimentati matematici, fisici, filosofi e poeti. Tutti hanno detto cose bellissime, magari difficili ma pur sempre bellissime.
E così è stato per la seconda esperienza, “l’istante” Quest’ultimo ci sembrava cosa da niente, qualcosa da concepire senza difficoltà, da misurare empiricamente con semplicità. Poi, nel misurarlo, abbiamo capito che era arduo tracciarne i confini. E, paradossalmente, i confini tra l’infinito e l’istante erano prossimi, addirittura speculari.
“Fermati attimo, sei bello!”: pronunziava il Faust di Goethe rimirando il raggio di luce intorno al volto di Margherita. Aveva capito la necessità di un limite, di un’interruzione, di una pausa. Una pausa per dare respiro all’anima, per far apparire un sorriso, per avvertire un fremito.
Una pausa per raccogliere nel mondo intorno a noi e dentro di noi, “i segni” capaci di andare oltre le linee, i colori, e le loro geometrie.
Questi segni ora sono nel silenzio di un mimo, nella leggerezza di una bolla, sono i frammenti dei giochi dell’infanzia, le ombre che sposano le geometrie di una piazza, i piedi di un passante tra un cane ed una tenda, il fumo che diventa maschera, la fiaba liberty della vecchia villa, la scalata di un bambino lungo l’esperimento dell’arredo urbano, il nuovo sentiero di Pollicino tra le corsie ciclabili, i fantasmi apparsi sulla sabbia, gli immancabili telefonini. Ed altro ancora.
Lo sguardo di Amenta ha raccolto questi “segni” e li ha messi insieme senza una sequenza logica apparente (forse solo il cosiddetto “teatro di strada”). Ma ognuno di questi frammenti ha interessato il suo sguardo (così, come spero, interesserà il vostro). Domandatevi, allora, il perché di questo interesse.
Troverete le ragioni in una semplice considerazione: non c’è nulla che interessa la nostra vita meglio della vita.
Sé questa considerazione è vera (ed è vera) non c’è niente di meglio dello sguardo “flaneur” del nostro Amenta: camminare (perché la fotografie buone si fanno con i piedi), soffermarsi, trovare dove contemplare (dove, cioè, collocare il tempo) l’istante, raccoglierlo e, poi, donarlo.
Noi, dopo l’ultima foto, gli diremo grazie.
Pippo Pappalardo
Inaugurazione
9 maggio 2025 alle ore 20.30
Immagine in evidenza
(part.)