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Hayez. Un capolavoro ritrovato

mercoledì 14 Novembre 2018 - domenica 17 Febbraio 2019

Hayez. Un capolavoro ritrovato

sede: GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano (Milano).
cura: Omar Cucciniello.

La ricomparsa di un capolavoro del capofila del Romanticismo italiano Francesco Hayez, Valenza Gradenigo davanti agli inquisitori, è l’occasione per presentare al pubblico il dipinto, ricostruendone la storia e mettendolo a confronto con le altre tre versioni realizzate dal pittore tra il 1832 e il 1845, in una mostra-focus inserita all’interno del percorso del museo.
Un nucleo posto in dialogo con le preziose tele di Hayez (dai grandi ritratti, tra cui Alessandro Manzoni e Matilde Juva Branca, alla Maddalena penitente) e ai dipinti di storia del primo Romanticismo conservate alla Galleria d’Arte Moderna.

Il soggetto – Valenza Gradenigo, colpevole di aver tentato di salvare l’amato Antonio Foscarini, condannato per tradimento nel 1662, viene condotta davanti ai giudici dell’Inquisizione, tra cui il padre – è emblematico dello spostamento della pittura di Hayez su un binario romanzesco e sentimentale, che in questi anni contribuisce alla costruzione del mito di una Venezia torbida e misteriosa, salutato da grande successo.
Come in una sequenza cinematografica, Hayez gli dedicò infatti ben quattro dipinti, qui riuniti per la prima volta e messi a confronto con le derivazioni che ne attestano il successo di pubblico, con le fonti letterarie che fornirono l’ispirazione, come la tragedia Antonio Foscarini o il romanzo francese Foscarini ou le patricien de Venise, e con gli inediti studi e disegni preparatori conservati nel fondo Hayez dell’Accademia di Brera.
A prima vista la protagonista potrebbe sembrare una delle tante eroine facili allo svenimento che la critica di un tempo tacciava di teatralità (“sviene come prescritto la fanciulla” scrisse Giulio Carlo Argan in una celebre stroncatura dei Vespri siciliani di Hayez), ma negli ultimi vent’anni la critica più accorta e sensibile ha contestato questo luogo comune riannodando i fili del rapporto tra arte, storia, melodramma, teatro, musica e letteratura, restituendo all’opera di Hayez la ricchezza di una pittura capace di essere antica e moderna allo stesso tempo.

Antica perché si nutre della tradizione della pittura italiana, e dei grandi maestri veneti in particolare: Hayez recupera i cupi preziosismi di Tintoretto o la monumentalità narrativa di Carpaccio, tanto da essere paragonato ancora in vita all’anziano Tiziano, ma non si limita al citazionismo, bensì assimila la memoria della pittura dandole nuove vita. Così dallo svenimento di Valenza si risale allo svenimento della Vergine nella Crocifissione più famosa di Tintoretto, ed è tanto più evidente negli studi e nei disegni esposti, mentre pose e gesti rimandano all’iconografia del compianto. Da questa pittura Hayez riconquista quella retorica dei gesti della storia dell’arte occidentale capace di attingere a un codice universale delle emozioni, non solo nelle forme della pittura, ma anche in quelle nuove, funzionali alle esigenze di comunicazione della società moderna, dell’illustrazione e della divulgazione incisoria. Esattamente omologhe a quelle del teatro.
Moderna, perché quella di Hayez fu una pittura popolare, nel senso migliore del termine. Popolare come fu il melodramma, come fu la musica, popolare come furono i romanzi del Romanticismo – primo vero fenomeno di letteratura dei grandi numeri.

Rispetto a celebri precedenti, come il Pietro Rossi del 1820, Valenza Gradenigo davanti agli inquisitori segna infatti un nuovo corso nella pittura di Hayez, il passaggio a una rappresentazione della storia centrata sulle passioni umane, che trovava in una Venezia fantastica e mitica il palcoscenico ideale. Perché se Venezia è, ancora oggi, un luogo mitico e quasi fuori dal tempo, uno spazio tanto colmo di storia da essere fuori dalla storia, questo mito nasce proprio nell’Ottocento, dalla poesia immaginifica di Byron, che aveva trasfigurato la storia della Serenissima in termini di drammatizzazione romantica nel Marin Faliero o ne I due Foscari (1820 e 1821): “il suo aspetto è come un sogno, la sua storia come un romanzo”, aveva scritto, immaginando la storia della città lagunare come una fosca oligarchia dominata da vendette e delazioni, pericoli e passioni, amori e potere, capace di tradursi in spettacolari scene nella pittura di Hayez come nella musica di Donizetti e Verdi.

Dettagli

Inizio:
mercoledì 14 Novembre 2018
Fine:
domenica 17 Febbraio 2019
Categoria Evento:
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Luogo

GAM GALLERIA D’ARTE MODERNA DI MILANO
via Palestro, 16
MIlano, 20121 Italia
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