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Il Fiorentino. Il Gran Diamante di Toscana

venerdì 26 Novembre 2021 - martedì 22 Febbraio 2022

Il Fiorentino. Il Gran Diamante di Toscana

sede: Palazzo Medici Riccardi (Firenze).
cura: Carlo Francini, Valentina Zucchi.

il Museo di Palazzo Medici Riccardi ospita “Il Fiorentino. Il Gran Diamante di Toscana”, esposizione dedicata al meraviglioso manufatto del Granduca di Toscana, noto anche come “Il Fiorentino”, uno dei più preziosi e rari gioielli dei Medici, oggi perduto.

L’esposizione trae la sua occasione dal restauro appena concluso di uno dei ritratti medicei che trovano posto nelle sale del museo, di proprietà delle Gallerie degli Uffizi: si tratta dell’effigie di Cosimo II Medici, dipinto da Domenico e Valore Casini a figura intera, in veste di damasco dorato e manto d’ermellino, scettro e corona granducale (inv. 3197-1890). Il restauro, eseguito da Rossella Lari, ha restituito alla tela le vivaci cromìe originarie e ha conferito all’opera, offuscata da depositi e vernici alterate, la luminosità e il tono celebrativo che la caratterizzavano; esso si inserisce nell’ambito degli interventi di restauro su tutta la serie dei ritratti medicei presenti in palazzo, promossi dalla Città Metropolitana in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi. La presentazione del dipinto restaurato trova il suo compimento nell’anniversario della morte del Granduca Cosimo II (1621-2021), che aveva omaggiato la sua consorte Maria Magdalena von Hasburg, più nota come Maria Maddalena d’Austria, proprio del Diamante fiorentino: il gioiello compare infatti come ornamento d’eccezione nell’acconciatura dell’Archiduchessa in alcuni suoi celebri ritratti, fra cui quello di Giusto Suttermans, ultimato nel 1623, e quello dipinto in ambito fiorentino qualche anno prima, probabilmente dagli stessi Domenico e Valore Casini, entrambi di proprietà delle Gallerie fiorentine. Quest’ultimo, riprodotto eccezionalmente in mostra, offre pertanto l’occasione di ammirare l’elegantissima ghirlanda posta sul capo di Maria Maddalena, ornata dal diamante nella sua altrettanto preziosa montatura, che negli inventari sarà descritta come “un sottile serpente tutto tempestato di piccoli Diamanti, il quale colle sue branche sostiene per aria il detto Diamante”.

La mostra propone anche altre testimonianze documentarie del gioiello, tra disegni, inventari medicei e documenti d’archivio vari, per ricostruire la storia e le vicende, ma anche l’aspetto e le caratteristiche di una delle pietre più celebri al mondo, di cui si sono perse le tracce all’inizio del XX secolo. La mostra propone inoltre una straordinaria riproduzione del gioiello mediceo, realizzata in zirconia cubica dalla bottega artigiana orafa di Paolo Penko. Grazie ad una scrupolosa ricerca iconografica e sulle tecniche antiche, Penko ha ricreato, per la prima volta al mondo, la preziosa montatura serpentinata con cui Maria Maddalena d’Austria era solita sfoggiare il diamante. Il serpente è stato realizzato con la tecnica della fusione in osso di seppia, perfettamente modellato per accogliere la riproduzione del Fiorentino in zirconia cubica. La montatura è stata impreziosita con lo stesso numero di diamanti dell’originale, ben 182 pietre taglio antico a rosetta, incastonati con piccoli frammenti di foglia argentata.

“Il Fiorentino”, diamante di dimensioni eccezionali e di color giallo citrino era, nel XVII secolo, la seconda gemma al mondo, dopo quella appartenente all’imperatore Moghul. Acquistato nel 1601 da Ferdinando I de’ Medici, che lo comprò dal portoghese don Ludovico Castro, conte di Montesanto, fu affidato ancora grezzo al tagliatore Pompeo Studendoli, artigiano veneziano residente a Firenze, che lo lavorò per un lungo periodo, fino al 1615. Il risultato fu uno splendido gioiello a forma di mandorla, con taglio a doppia rosa di nove lati e 127 faccette, che venne poi inserito entro una montatura a pendente altrettanto sfarzosa. Un manufatto prezioso, icona di lusso e di potere, che rimase nelle mani dei Medici fino al passaggio della Toscana ai Lorena, quando venne portato a Vienna, dove risulta fino ai primi del Novecento. Nel 1918, con il crollo dell’impero asburgico, i gioielli della corona d’Austria presero la via dell’esilio, in Svizzera: con loro partì anche il “Fiorentino” e, da allora, della “più stupenda cosa che sia in Europa”, come era stato definito dal cardinale del Monte, si sono perse le tracce.

I documenti in mostra consentono di ripercorrere le vicende di questo straordinario gioiello, a partire dalle prime lettere in cui il diamante fu proposto al Granduca Francesco I nel giugno 1579 – “la più bella cosa che venisse d’Asia giamai”, si legge, passando per l’inventario stilato nel 1621 alla morte di Cosimo II, acquirente della pietra e committente della sua lavorazione, fino all’Inventario delle Gioie dello Stato di Toscana che Anna Maria de’ Medici, Elettrice Palatina, fece compilare nel 1741, tutti quanti custoditi presso l’Archivio di Stato di Firenze. A questi si affiancano opere grafiche che denotano l’interesse e la meraviglia suscitate dal “Gran Diamante di Toscana”: fra queste un’incisione del XVII secolo custodita presso la Biblioteca Marucelliana; il libro Le six voyages de Jean Baptiste Tavernier (1676), in cui l’esploratore francese pubblicò un resoconto dei sei lunghi viaggi esotici compiuti nel corso della sua vita e dove non mancò di ricordare e riprodurre i più grandi e bei diamanti da lui visti in Europa e in Asia: al secondo posto, dopo il diamante del Gran Mogol, compare appunto il “diamant du Grand Duc de Toscane”, qui indicato di 139 carati e di color citrino, in prestito dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; la tavola a stampa presente nei “Sunti del Tarpato” (1740), opera di Andrea da Verrazzano e unica raffigurazione attualmente nota del diamante in forma sia grezza sia sfaccettata – quindi desunta da un disegno di inizio Seicento, prima che la pietra venisse montata – custodita presso l’Accademia di scienze e lettere la Colombaria. Quale testimonianza più recente, infine, è esposta una copia de “Il Marzocco” del 26 agosto 1923, ovvero nel periodo in cui le trattative fra Austria e Italia erano in corso e l’attenzione sul diamante era decisamente alta, oggi custodita nel Gabinetto G. P. Viesseux di Firenze, dove campeggia in prima pagina l’articolo “Il Fiorentino e le vicende del suo acquisto”, firmato da Nello Tarchiani.

La mostra, promossa dalla Città Metropolitana di Firenze, organizzata da MUS.E e curata da Carlo Francini e Valentina Zucchi, è la seconda esposizione del ciclo Cammei, una rassegna di piccole mostre, dai toni intimi ma di grande importanza, dedicata alla valorizzazione delle opere e delle storie legate a Palazzo Medici Riccardi.

Dettagli

Inizio:
venerdì 26 Novembre 2021
Fine:
martedì 22 Febbraio 2022
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

PALAZZO MEDICI RICCARDI
Via Camillo Cavour, 3
Firenze, 50129 Italia
+ Google Maps
Phone
055 2760340
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