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Il gioco riflesso – Mostra collettiva. III edizione
sabato 17 Settembre 2022 - sabato 8 Ottobre 2022
sede: Galleria Nazionale di Cosenza – Palazzo Arnone (Cosenza).
cura: Marilena Morabito, Floriana Spanò, Aurelia Nicolosi.
La terza tappa di una collettiva che coinvolge una molteplicità di artisti dalle differenti formazioni, che si cimentano con la tematica del gioco attraverso un’originale e costante sperimentazione. Alla leggerezza, alla creatività e alla voglia/bisogno di relazionarsi tra individui fa da contrappasso il bisogno psicologico in cui il gioco stesso diventa riflesso dell’uomo, libero da condizionamenti esterni e sociali.
Attraverso studi recenti sulle attività educative e arte terapeutiche è stato, infatti, confermato che l’evoluzione ludica cresce e si modifica di pari passo con lo sviluppo intellettivo e psicologico dell’uomo, a prescindere dall’età, e risponde ad un bisogno e ad un piacere di svago, di ricreazione, di ‘pausa’ dai doveri quotidiani.
Secondo quanto si legge sul dizionario “il gioco veniva indicato in latino con il termine iocus; la competizione agonistica, invece, era chiamata ludus. Per motivi rimasti misteriosi, nella lingua italiana il vocabolo gioco ha finito per inglobare entrambi questi significati, mentre in inglese, per esempio, si usano ancora due parole distinte: play (nel senso di iocus) egame (nel senso di ludus)”.
La mostra rappresenta la sintesi di entrambi gli aspetti e si configura come un percorso dove la stessa Arte diventa momento di stimolo per interagire e interpretare le opere in maniera sentita e coinvolgente.
Secondo la curatrice Marilena Morabito, “L’uso di materiali e di colori utilizzati crea una fonte di attrazione verso le opere che passano dai giochi legati ad un’infanzia passata, a piccoli caroselli illuminati come se fossero degli stereoscopi dalle immagini illusorie, alla serie di fanciulle prodighe ognuna al proprio gioco, al fermo immagini di giostre, passando a super eroi sempre più simili a fanciulli reali”. “Il Gioco riflesso” è un desiderio che non è presente solo nell’età infantile ma è latente in ognuno di noi spesso represso o assopito”.
Aggiunge la curatrice Floriana Spanò “Possiamo dire che non esiste uomo che non abbia giocato. Fin da piccoli, infatti, ci ritroviamo immersi in attività ludiche che ci danno l’opportunità di esplorare, apprendere, manipolare, distaccandoci dalla realtà e acquistando la libertà di poter essere sé stessi scevri da giudizi e condizionamenti esterni. Da questa considerazione scaturisce un valore del gioco non solo funzionale e manuale ma anche emozionale e psicologico dove la parola gioco acquista significati diversi. Gli artisti coinvolti nella mostra Il gioco riflesso giocano proprio sul significato della parola “gioco” sia da un punto di vista dell’oggetto e della dinamica che si instaura tra l’oggetto ed il giocatore ed il significato psico- emozionale della parola che si riflette e cambia in base alla propria sensibilità o esperienza di vita”.
Le opere costituiscono il riflesso di esperienze individuali e collettive, specchio dell’io in relazione con l’ambiente esterno e la società. Esse si modificano di volta in volta, toccando in maniera trasversale la manifestazione delle proprie emozioni, il confronto con gli altri e il raggiungimento del benessere individuale. “Nella Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo dell’ONU (1959)”, sottolinea la curatrice Aurelia Nicolosi, si afferma quanto sia importante la dimensione del gioco per la crescita educativa, comportamentale, intellettuale dei bambini, degli adolescenti e financo degli adulti, come scambio prezioso generazionale. L’esplorazione, la manipolazione, la sperimentazione, sono alla base delle attività ludiche ma anche alla base di un’arte, intesa come creazione, espressione delle emozioni e sublimazione delle pulsioni. Ogni artista, pertanto, in mostra è chiamato a cimentarsi con tale tematica, interpretandola in base al suo sentire, alla sua esperienza e alla sua progettualità, passando da una varietà di tecniche che dimostrano quante forme d’arte e di gioco possano esistere e insistere in un rapporto osmotico, personale, collettivo e sociale. ”
Platone affermava che “Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione”; o ancora Friedrich Schiller asseriva che “L’uomo è veramente uomo soltanto quando gioca”.
Per questo il gioco diventa riflesso: è lo specchio di quello che siamo, delle nostre rielaborazioni cognitive e dei nostri istinti, anche quelli più oscuri. La mostra narra, quindi, un racconto collettivo che esplicita in chiave poetica, ironica, sarcastica e metaforica il gioco, che gli artisti intraprendono ed esprimono attraverso la fotografia, la pittura, la scultura, le installazioni, creando universi paralleli dove i ricordi dell’infanzia si mescolano agli sguardi disincantati dell’età adulta: dalle provocatorie opere di Dario Agrimi alle immagini dark di Blink Circus, dalla prossemica evocativa di Simona Cavaglieri alle forme/ombre parietali di Lorenzo Pacini, dai girotondi solidali di Cristina Mangini agli origami astratti di Marica Fasoli, dalle scomposizioni di immagine di EPVS alle nostalgiche composizioni in carta di Susy Manzo, dai fanciulli temerari e non sempre spensierati di Salvo Rivolo alla metaforica balena di Ninni Donato, dai lego storicizzati di Stefano Bolcato alla forza creativa di Massimo Sirelli, dal gioco di difesa di Angelo Gallo fino a giungere al percorso sensoriale sonoro di Marco Stefanelli.
Una mostra, pertanto, dai molteplici linguaggi che tenta di offrire degli spunti di riflessione per scavare nell’io più profondo e per indurre lo spettatore a una riconciliazione con se stesso e con il mondo circostante, poiché solo nell’uomo autentico si nasconde un bambino che vuole giocare (Friedrich Nietzsche).
Espongono: Dario Agrimi, Blink, Stefano Bolcato, Simona Cavaglieri, Ninni Donato, Epvs, Marica Fasoli, Angelo Gallo, Cristina Mangini, Susy Manzo, Lorenzo Pacini, Salvo Rivolo, Massimo Sirelli, Marco Stefanelli.
Inaugurazione
sabato 17 settembre alle ore 18:00
Immagine in evidenza
di Lorenzo Pacini (part.)