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Il mondo di Riccardo Bochicchio – Mostra collettiva
mercoledì 20 Giugno 2018 - venerdì 13 Luglio 2018
sede: Spazio Martucci 56 (Napoli).
cura: Simona Pasquali.
La mostra “il mondo di Riccardo Bochicchio” vuole commemorare e ricordare attraverso le opere di quattordici artisti campani, un giovane scomparso tragicamente.
Ogni artista è entrato in contatto con il “mondo di Riccardo” scrutando e percependo con grande attenzione e delicatezza il suo mondo, costituito dalle sue grandi passioni, l’arte e la musica.
Le opere realizzate in occasione della mostra ci parlano e ci raccontano di Riccardo, e vogliono interagire con il fruitore attraverso un messaggio a volte nitido, altre volte celato.
Lo sguardo di ogni artista si proietta verso l’infinito, in un rapporto tra il coscio e l’inconscio.
Nulla è lasciato al caso e si stabilisce una dimensione spirituale, in cui ognuno “vede” in maniera personale uno scorcio di vita di Riccardo.
L’arte può essere uno strumento per poter esternare i pensieri, le sensazioni, le passioni, le vicissitudini e come in questo caso, può essere coinvolgente, intima ed empatica verso una giovane vita spezzata precocemente.
Cenni critici sugli artisti
“Nella matericità di Giovanni Ariano il filo rosso di cotone delinea il “filo conduttore” di un percorso che si dirige in una dimensione spirituale. Alberto Bottillo interpreta la vita di Riccardo come una partita a scacchi, che simboleggia l’imprevedibilità dell’esistenza che mette alla prova la nostra forza interiore. La tela lacerata, strappata e poi ricostruita di Candida Cardito diviene simbolo di una ferita che urla vigorosamente la sua disperazione. La materia e il colore nelle opere di Mario Citro fuoriescono in maniera predominante in un gioco di luce ed ombra, in un connubio tra passato e presente. Le originali composizioni di Carmelo Compare ci proiettano in una dimensione indefinita, in cui il tempo si ferma, materializzando il “ricordo” in una figura stilizzata che vuole emulare l’animo tormentato della nostra esistenza terrena. Nella compostezza cromatica e stilistica di Guglielmo De Filippo emergono i segni filiformi che delineano il confine tra la precarietà della vita e il dolore ma restano come “fili della memoria”. Nella raffinata composizione di Gabriella Gorini l’anima si libera nel buio del silenzio, quale impalpabile passaggio della vita verso l’oscurità. In Paola Lambitelli i percorsi della vita, le salite, le discese si intrecciano e si susseguono con squarci di luce ed ombra racchiusi in spazi indefiniti o diventano luoghi-metafora della vita. L’anima della scultura di Liz Mimì prende vita tramite le vibrazioni, i tormenti, i grovigli materiali ed interiori, che esplodono di passione ma anche di dolore. La pittura segnica di Rosario Mazzella si mescola con le parole di Riccardo che diventano frase-simbolo di una vita spezzata, il tutto in un forte impatto emotivo. Il materiale organico con Viviana Pasquali fuoriesce in maniera prorompente e simboleggia un’anima innocente, inafferrabile, bruciata, che supera ogni limite per tracciare nuovi confini. Nel colori e nei segni di Amedeo Patanè emerge una dimensione interiore e predomina un rapporto profondo tra due mondi, distinti ma così vicini e in interazione tra loro. Nella “scatola dei ricordi” realizzata da Giovanni Ruggiero la tramatura della garza crea una dimensione impalpabile tra il visibile e l’invisibile e custodisce gli scorci di memoria di Riccardo. Nell’opera di Adele Taglialatela, la musica è protagonista, attraverso la scomposizione di una chitarra che perde il suo utilizzo, al fine di divenire un “tassello del tempo” dei ricordi”.
(Simona Pasquali)
Espongono: Giovanni Ariano, Alberto Bottillo, Candida Cardito, Mario Citro Carmelo Compare, Guglielmo De Filippo, Gabriella Gorini Paola Lambitelli, Liz Mimì, Rosario Mazzella, Viviana Pasquali Amedeo Patanè, Giovanni Ruggiero, Adele Taglialatela
Mostra promossa e organizzata dall’associazione culturale Intentart Napoli.
Inaugurazione: mercoledì 20 giugno 2018 ore 18.00